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Disboscamento Appennino reggiano, Monte Ledo / Sassi: “Regione non può accettare operazioni di taglio alberi”

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Il taglio del Monte Lego arriva in Regione. "Sono stati abbattuti centinaia e centinaia di

Monte Ledo

alberi, alti in media circa 30 metri, che erano stati messi a dimora negli anni Sessanta del secolo scorso”, scrive il consigliere Sassi, “ma boschi e foreste andrebbero tutelati per i loro servizi ecosistemici”.

Come si inquadrerebbero le operazioni di taglio degli alberi fatte nell’Appennino reggiano rispetto agli obiettivi del Piano forestale regionale -che dovrebbe promuovere il mantenimento dei servizi ecosistemici delle foreste? Lo chiede in un’interrogazione alla Giunta il consigliere Gian Luca Sassi in riferimento agli ottantamila metri quadrati di bosco di pini neri (abeti bianchi e abeti rossi) recentemente abbattuti con un taglio a raso in alta Val d’Enza, sopra l’abitato di Succiso nel Ventasso di Reggio Emilia.

Un taglio analogo sarebbe stato fatto anche nella stessa zona alcuni mesi prima secondo il consigliere, che aggiunge che “complessivamente sono stati abbattuti centinaia e centinaia di alberi, alti in media circa 30 metri, che erano stati messi a dimora negli anni Sessanta del secolo scorso”. Oltretutto, l’area in questione, “pur essendo una delle più belle dell’Appennino Reggiano”, sarebbe esterna al Parco nazionale dell’Appennino e di proprietà del Consorzio alto appennino Reggiano, gestito dagli abitanti di Succiso che avrebbero deciso di tagliare circa un terzo della pineta, ottenendo il via libera dall’Unione Montana.

Gianluca Sassi

I lavori sarebbero stati affidati all’azienda Amabile Legnami di Udine ed eseguiti dall’azienda austriaca Klade. Le motivazioni del taglio sarebbero quelle di rendere nuovamente produttiva l’area per i funghi nei boschi di alto fusto ma, sottolinea Sassi, l’attuale impatto ambientale, anche paesaggistico, è molto forte. “I boschi e le foreste andrebbero considerati come ecosistemi complessi che svolgono importantissimi servizi ecosistemici” fa presente il consigliere che chiede quindi se la Regione Emilia-Romagna abbia seguito la vicenda del taglio di parte del bosco di Monte Ledo e se ne condivida le finalità dell’operazione oppure ritenga che esistessero alternative praticabili.

1 COMMENT

  1. Bel quesito questo dell’interrogazione. Il problema dei tagli deriva da un fine esclusivamente economico, poco sensibile agli effetti che determina e con scarsa considerazione per punti di vista di chi vede le abetaie come specie integrata nel territorio. Alcuni esperti del settore certificano come le abetaie, presenti sul territorio da quattrocento anni, stiano in alcuni luoghi riproducendosi. Persino lo stesso presidente dell’Unione si meraviglia e si indigna di fronte a un taglio a raso come quello di monte Ledo, forse sorvolando sul fatto che è lo stesso ente che presiede che ha concesso di eseguirlo e che, perseverando, concede ulteriormente lo stesso tipo di taglio, alla stessa ditta friulana, a monte Segalari, in zona Pratizzano. Misteri della politica. Ci sono vari modi di intervenire e di trarre profitto dai boschi d’Appennino, questo a parer mio e di tanti altri è uno dei peggiori e chi ha avuto modo di vedere la situazione di monte Ledo concorda pienamente.

    Antonio D. Manini

    • Firma - Antonio D. Manini