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Ventasso: all’alpeggio con Mangia Trekking per conoscere un’arcaica cultura dei luoghi

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Ulisse con il gregge

Proseguono di giorno e di notte le iniziative di alpinismo lento per andare a conoscere la vita di audaci persone che da sempre, con il loro antico mestiere, caratterizzano i territori d’Appennino, nel Comune di Ventasso.

Alcuni anni fa, l’associazione osservò che il vivere in città e relazionarsi con tante persone, spesso fa sfuggire importanti particolari dei singoli, e che alcuni, al giorno d’oggi, effettuano viaggi in terre straniere e lontane, e magari poi, non visitano e non conoscono bellissimi luoghi poco distanti da “casa loro”. Così Mangia Trekking, essendo legata allo studio della cultura e delle tradizioni dei territori appenninici, elaborò un progetto denominato “Sulle vie della transumanza” .

Lo scopo dell’iniziativa fu quello di proporre alle persone, attraverso un’antica tradizione locale e significative immagini, di indossare zaino e scarponi e recarsi a visitare quelle suggestive montagne dell’Appennino Emiliano, per conoscere gli uomini che coraggiosamente continuano a far vivere quella preistorica cultura. In luoghi ove, lungo le vie naturali, avveniva la transumanza, la migrazione stagionale delle greggi. Terre incontaminate e suggestive di alpeggio, ove si tramanda un’ usanza, che nei secoli scorsi ha caratterizzato anche la vita dei pastori del luogo, i quali non potevano certo contare sulla presenza delle strutture tipiche dell'allevamento moderno, per esempio gli impianti di foraggiatura, mungitura e refrigerazione del latte.

Pastori maremmani con il gregge

Dove oggi tra alcuni di questi uomini simbolo dei luoghi e l’associazione Mangia Trekking, che è periodicamente impegnata a racccontarli ed andarli a trovare, anche di notte all’alpeggio, è nato un bel rapporto umano.

Nell’Appennino Tosco Emiliano, dove da straordinari ed antichi paesi costruiti sulle dorsali, avveniva la monticazione primaverile e la demonticazione autunnale, osservando il fascino di quei territori di crinale che la moderna zootecnia sembra aver condannato a vivere in solitudine, ma che un giusto e sano alpinismo lento per tutti, attraverso il cammino nell’antica tradizione, potrà sempre, ed oggi più che mai, far vivere e valorizzare.

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