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Punto nascite e tagli alla sanità: il sindacato generale di base indice uno sciopero generale nazionale di 24 ore

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Riaprire il punto nascite di Castelnuovo nè Monti!

No tagli, no privatizzazioni della sanità, 26 ottobre sciopero generale di tutti i settori pubblici e privati.

Apprendiamo con certo stupore di una improvvisa inversione di tendenza da parte del Pd, partito di maggioranza del consiglio regionale, in ordine alle questione del punto nascite di Castelnovo né Monti chiuso definitivamente, con delibera della Regione Emilia Romagna, nell’estate 2017.

Il coordinamento appenninico del PD interviene con una nota pubblicata dalla Gazzetta di Reggio con cui si dichiara particolarmente attento per le dichiarazioni delle forze di governo che si sono espresse per la riapertura del punto nascite montano, condannato alla chiusura in base all’accordo Stato Regioni del 2010 siglato da Lega e Forza Italia.

Ma se è vero che l’accordo Stato Regioni del 2010 ha stabilito imprescindibili standard di sicurezza garantiti solo in strutture con attività superiori a 500 parti annui, è anche vero che nulla hanno mosso la Regione Emilia Romagna e il PD in merito alla richiesta in deroga alla chiusura dei punti nascita con volumi di attività inferiori a 500 parti annui, tra i quali anche quello dell’ospedale Sant’Anna di Castelnovo né Monti.

Anzi, si è spesso assistito a un rimpallo di responsabilità tra politica, amministrazione regionale, aziende USL e comitato percorso nascita regionale che ha solo alimentato una chiara presa in giro dei cittadini della comunità montana.

La verità è che la chiusura del punto nascite montano è figlia di una precisa politica di tagli alla sanità che i governi di ogni colore, compreso quello attuale giallo-verde, hanno portato e stanno portando avanti secondo una logica di smantellamento del pubblico in favore delle privatizzazioni.

Proprio nello scorso mese di luglio, un emendamento a firma Pd, e votato anche da Lega e Forza Italia, ha permesso alla giunta regionale dell’Emilia Romagna di poter elargire finanziamenti statali e regionali anche alle strutture private che possono così accedere alle risorse stanziate per gli Irccs.

Non di meno, l’Ausl di Reggio Emilia ha di recente avviato il passaggio alle strutture private accreditate di taluni punti prelievi periferici. Per ora solo quelli di Bagnolo in Piano, Sant’Ilario d’Enza e Cavriago, ma, in futuro, il passaggio potrebbe coinvolgere anche i punti prelievi di altri distretti.

Di contro, la sanità pubblica deve fare i conti con una inaccettabile carenze di risorse e un palese disinteresse della governance verso tutte le lavoratrici e i lavoratori del Ssn umiliati da turni massacranti, precarizzazione, assenza del turnover, demansionamento e contratti bidone.

La salute non è una merce su cui speculare e trarre profitto. Il servizio sanitario deve essere pubblico, efficiente e universalistico e deve garantire a tutte/i l’accesso ai servizi, alle prestazioni e alle cure.

Sciopero generale nazionale di 24 ore – venerdi’ 26 ottobre 2018. Manifestazioni Torino e Taranto

(Sindacato generale di base)

 

2 COMMENTS

  1. All’età di 15 anni, correva l’anno 1975, feci il libretto del lavoro (allora si poteva fare) ed andai a lavorare d’estate in una fonderia d’alluminio: Mi trovai per caso e mio malgrado in un periodo in cui i lavoratori facevano scioperi a singhiozzo contro i padroni. Non ero tanto contento perchè significava meno stipendio immediato, senza peraltro poter ottenere eventuali futuri vantaggi dalla vertenza in corso (giacchè il mio sarebbe stato comunque un impiego solo per l’estate). Questo per dire che non nutro speranze sull’utilità di questi scioperi perchè è come andare a sbattere contro muri di gomma. Ho l’impressione (avrei voluto dire certezza ma peccavo di onniscienza) che degli scioperi che stanno organizzando, ai nostri amministratori non “gliene può fregar di meno” per non dire che “non gliene frega un c…o”. Penso che le strategie per dialogare siano altre (vanno ripensate e modernizzate). O che queste manovre e scioperi sono “l’ultimo canto del gallo” di un’organizzazione che non ha più voce in capitolo e che negli ultimi decenni ha svenduto la propria identità ed autorevolezza alle classi dirigenti in cambio di limitato e personale tornaconto?? Meditate genti….meditate!!

    Dott.Cavana

    • Firma - Dott.Cavana