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Ugolotti al sindaco: “Sui punti nascita parli la Politica e non gli spot”

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Riceviamo e pubblichiamo.

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In questi giorni, il dibattito sul punto nascita di Castelnovo ne' Monti si è riacceso con diverse comunicati, sia sulla stampa locale che dalle colonne di Redacon. La linea della Lista Civica che rappresento ha cercato di essere sempre coerente, anche quando poteva sembrare impopolare, e cerchiamo anche in questo comunicato di mantenere una posizione che sia nell'interesse della nostra collettività.

Nel leggere la dichiarazione del consigliere comunale di Vezzano, ricordiamo che l’idea di un progetto pilota nasce già da tempo, quando dell'Ospedale di Castelnovo lui non se ne era mai occupato e forse nemmeno accorto. Oggi leggiamo che la deputata On. Benedetta Fiorini di Forza Italia comunica che al Ministero non sono a conoscenza della chiusura e del disagio provocato ai cittadini della Montagna. Il sindaco Bini ha scritto e parlato con un funzionario del Ministero della Sanità nell’ambito della Commissione Aree Interne e si ha l’impressione, leggendo le varie dichiarazioni, che ognuno abbia cercato di trovare in altri le responsabilità.

Ora, noi abbiamo ammesso la sconfitta per non essere stati in grado di evitare la chiusura del punto nascita, anche se forse non ne avevamo la possibilità, ma abbiamo cercato in questi mesi di lavorare per trovare le condizioni di un nuovo ragionamento per riaprire quantomeno un confronto sull'argomento. Leggere certe affermazioni ci delude molto, come il trovare soluzioni europee a problemi regionali, visto anche il rapporto, non idilliaco, che oggi il paese Italia ha con l’Europa. Ci sembra folcloristico leggere pure che il Ministero non conosca la realtà, mi pare fantasioso, considerato che hanno bocciato la deroga.

Io, che ero candidato nella lista di Civica Popolare del Ministro della Salute Lorenzin, ho spiegato più volte le difficoltà che si venivano a creare e anche il rischio di chiusura del punto nascita, come si è  dimostrato nei fatti. La realtà che mi è sempre stata richiamata era quella della sicurezza negli Ospedali al di sotto dei 500 parti (per dovere di cronaca Castelnovo quest’anno non arriva a 200), confortata da dati medici scientifici e sottoscritta da tutte le categorie Sanitarie, aspetto che non possiamo ignorare, così come non dobbiamo ignorare le aspettative della popolazione.

La linea che ci siamo presi come impegno anche in campagna elettorale era quella di far modificare il Patto Stato - Regioni del 2010, riconfermato anche nel 2015.

Quella della Politica è l’unica strada percorribile per dare speranze e non effimere illusioni al nostro territorio, sia sul punto nascite, sia sul futuro del S. Anna nel nuovo Pal, dove riconfermiamo i tre poli Ospedalieri Guastalla - Reggio Emilia - Castelnovo ne' Monti, dei quali in molti sembrano solo ora riscoprire e trovare una compensazione provinciale con gli altri Ospedali della Provincia.

Se vogliamo fare un passo in avanti, e uscire dal politichese, non serve trovare il nemico da incolpare, non serve sindaco Bini "parlare con un funzionario" forse anche autorevole o appellarsi al buon cuore della Regione, che continua ad essere sorda, ma serve la Politica.

La nuova dirigenza della Provincia convochi il Tavolo provinciale sanitario, preso atto che il nuovo governo ha una nuova disponibilità sui punti nascita, il Ministro convochi il patto Stato - Regioni e in quella sede chieda la modifica dei numeri delle nascite per territori disagiati, garantendo il livello della sicurezza e la presenza qualificata del personale e non diffonda annunci come quelli di Cavalese, che sono più buone intenzioni che reali riaperture.

Siamo forse “presuntuosi” nel fare il punto della situazione, ci prenderemo anche questa accusa di esserlo, ma dobbiamo essere tutti persone responsabili per il nostro territorio, il tempo degli spot e delle promesse è finito per tutti.

(Robertino Ugolotti)

 

 

 

4 COMMENTS

  1. Per dovere di cronaca, se non sono nati bambini in casa o al Pronto Soccorso, a Castelnovo quest’anno non è nato nessuno. Per dovere di cronaca infatti, e ancor più per chiarire, si aggiunge che il punto nascita del S. Anna è stato chiuso il 15 Ottobre del 2017.
    “Il tempo degli spot e delle promesse è finito per tutti”, speriamo. E ancor di più, speriamo che ci sia meno approssimazione e più attenzione/rispetto per chi ascolta e per chi legge.

    Giovanni Annigoni

  2. Siamo a conoscenza di quando è stato chiuso il punto nascita e del fatto che nessuno è nato al pronto soccorso.
    I dati dei 200 parti riguardano il numero di bambini della Montagna che, data la chiusura del punto nascita, sono stati indirizzati agli ospedali della Provincia (Reggio Emilia, Scandiano o Montecchio).
    Chiedo scusa se il ragionamento non era chiaro.

    Robertino Ugolotti consigliere comunale Lista Civica Progetto per Castelnovo ne’ Monti

    • Firma - Robertino Ugolotti consigliere comunale Lista Civica progetto per Castelnovo ne
  3. In questi giorni mi è venuto tra le mani un documento di ventidue anni fa, relativo alla rimodulazione della rete ospedaliera provinciale, della quale si stava all’epoca discutendo, e riguardo alla quale il Consiglio della allora Comunità Montana, come risulta dal documento, approvò in modo unanime un ordine del giorno piuttosto articolato, che mirava a salvaguardare il ruolo del nostro Ospedale e l’organizzazione sanitaria montana, anche per la sua forte valenza socio-economica.

    Dal documento non si evince chi promosse l’iniziativa di quell’ordine del giorno, che venne licenziato nella seduta del 27 novembre 1996, ma nonostante la forte contrapposizione politica in atto in quel periodo, i partiti presenti nel Consiglio comunitario riuscirono ad elaborare un testo comune e condiviso, a sostegno del nostro territorio, e il S. Anna si trovò poi ad essere classificato come uno dei tre poli della rete ospedaliera provinciale, insieme a Reggio e Guastalla.

    Forse potrà aver inciso il fatto che c’era ancora la Comunità Montana, ossia l’organismo che dava identità, unicità, e rappresentanza all’intero nostro comprensorio, e che la Provincia era ancora l’ente ad elezione diretta, nel senso che il “sistema” disponeva di due entità istituzionali e politiche di un certo qual peso sul piano della programmazione territoriale, ma l’aspetto che val la pena di cogliere, in modo particolare, mi sembra essere quello dell’intesa che sulla materia riuscirono qui a trovare le forze politiche del tempo.

    P.B. 02.12.2018