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Castelnovo ne’ Monti: “Il clima è impazzito?” incontro ad alto livello sui cambiamenti climatici

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Mercoledì la sala dell'oratorio Don Bosco era piena: nonostante le tematiche affrontate non fossero delle più  semplici, un pubblico attento e partecipe ha seguito fino alla fine la conferenza legata ai cambiamenti climatici.

Di grande livello i due ricercatori interpellati dal Parco Nazionale dell'Appennino tosco-emiliano, Andrea Bergamasco CNR primo ricercatore all'istituto di scienze marine di Venezia e Paolo Bonasoni CNR dirigente di ricerca presso l'istituto di scienze dell'atmosfera e del clima.

Molteplici i temi affrontati, dal global warming (riscaldamento globale), che indica il mutamento del clima terrestre sviluppatosi nel corso del XX secolo, dovuto ad un aumento del gas serra nell’atmosfera e tuttora in corso, alle "bombe d'acqua" letteralmente cloudburst (esplosione di nuvola), un fenomeno sempre più presente, che altro non è che un violento nubifragio in cui la quantità di pioggia supera i 30 millimetri all'ora, alle foreste come sentinelle del clima e dalla stazione meteorologica di Monte Cimone, stazione di riferimento per il servizio meteorologico dell'Aeronautica Militare e per l'Organizzazione Mondiale della Meteorologia, corrispondente dell'area montana dell'Appennino Tosco-Emiliano, in funzione 24 ore al giorno per 365 giorni l'anno, utilizzata per misurare "la temperatura" del pianeta che non deve superare il 1,5 e i 2 gradi per non arrecare ulteriori danni al sistema terra.

A margine della serata Andrea Bergamasco ribadisce "Dennis Meadows in “Limits to Growth” diceva: … Il nostro sistema economico e finanziario non è solo un mezzo per ottenere qualcosa.  È uno strumento che abbiamo sviluppato e che riflette i nostri scopi e valori.
La gente non si preoccupa del futuro, ma solo dei problemi contingenti.
È per questo che abbiamo una crisi del debito così grave.
Creare debito è l’opposto del preoccuparsi per il futuro.
Chiunque prenda un debito dice: non mi preoccupo di quello che avverrà.
Quando per troppa gente il futuro non conta, si crea un sistema economico e finanziario che distrugge il futuro.
Puoi far pressione sul sistema quanto vuoi ma finché non cambieranno i valori della gente, si andrà avanti nello stesso modo.
Dovrebbe cambiare la natura dell’uomo. Siamo tuttora programmati come 10.000 anni fa.
Visto che uno dei nostri antenati poteva essere attaccato da una tigre,
non si poteva preoccupare del futuro ma solo della propria sopravvivenza….

Dico io, dobbiamo cambiare paradigma, modo di vita, riscoprire la bellezza della natura e delle ‘cose’ comuni.
La gente dice: “Dobbiamo salvare il pianeta”. Io dico attenzione, forse il Pianeta ha altri modi per salvarsi…
e le nostre parole, di uomini i di scienza, restano solo frasi ‘vere’ ma ‘non capite’.
Il futuro del pianeta sarà comunque uno stato possibile tra tutti gli stati esistenti: un’altra temperatura (probabilmente più alta), un’altra dinamica (quasi sicuramente con più energia disponibile per eventi estremi), un’altra biosfera (con altri ecosistemi adattati al nuovo stato dinamico).
Altre volte nel passato la “Terra” (che dovrebbe chiamarsi “Oceano”) ha attraversato momenti di crisi profonda superando
le difficoltà. Talvolta questi momenti durano milioni di anni…
Noi però dobbiamo capire se “Noi” vogliamo far parte del futuro del nostro pianeta."

Di seguito l'intervista di Ornella Coli e la Fotogallery di Marisa

https://www.facebook.com/258933024176956/posts/2251591351577770/

 

 

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