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Felina, riapre «Casa Nostra»

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La storica casa verde, il nucleo più antico di «Casa Nostra»

La struttura è gestita dalla cooperativa Madre Teresa.

“Casa Nostra” riapre. Ritorna allo spirito delle origini quando, nel 1946, a pochi mesi dal suo ritorno dai lager della Germania, don Artemio Zanni iniziò ad accogliere bambini che le contingenze della guerra avevano reso bisognosi di aiuto. È una notizia attesa da quando, nove anni or sono, un gruppo di giovani di Castelnovo ne’ Monti e Felina facenti capo all’associazione “Vogliamo la Luna” decise che quella casa aperta a Felina nel 1949 da don Zanni non poteva e non doveva restare chiusa. Nove anni dedicati dapprima a dar vita alla Fondazione Don Artemio Zanni, quindi alla sensibilizzazione, alla raccolta fondi, al confronto serrato con una burocrazia di imprevedibile complessità e, ora, finalmente, la riapertura.

Don Artemio Zanni e i primi bimbi accolti in canonica a Felina, poco dopo il suo ritorno dalla prigionia in Germania. La foto è ora il logo di «Casa Nostra».

“Casa Nostra”, che ora occupa solo una parte del complesso costruito da don Zanni, riapre come casa di accoglienza per mamme con bambini in difficoltà. Sarà gestita dalla cooperativa sociale “Madre Teresa” di Reggio che vi ha già destinato due educatrici alle quali andrà affiancandosi, oltre ai Servizi sociali territoriali, un congruo numero di volontari locali opportunamente preparati al compito impegnativo che verrà loro affidato. Sarà una casa di così detta “seconda accoglienza” dove le mamme verranno seguite fino a portarle alla piena autonomia lavorativa, abitativa e di gestione del proprio nucleo familiare. Un compito per il quale la cooperativa “Madre Teresa” ha acquisito un’esperienza sicura e collaudata, capace di avviare queste mamme a un futuro sostenibile.

Gianni Grisanti, ex bimbo di «Casa Nostra», presidente della Fondazione «Don Artemio Zanni».

Apertura della casa, sua gestione e collaborazione con la comunità felinese sono state oggetto di una serata che, venerdì 22 febbraio scorso, ha visto la cappella di “Casa Nostra” piena di giovani e di ragazzi venuti ad ascoltare la signora Lisa Vezzani, coordinatrice della cooperativa “Madre Teresa”, e alcuni dei suoi più diretti collaboratori; Gianni Grisanti, responsabile dell’associazione “Vogliamo la Luna” che continuerà il suo impegno nell’impresa facendosi riferimento del volontariato locale; due volontarie reggiane che hanno parlato della loro esperienza suscitando interesse, voglia di saperne di più e simpatia.
Erano presenti anche i ragazzi del gruppo castelnovese “Cieli Sereni”, gli amici del ventiduenne albanese Ernaldo Zefi, perito in un incidente stradale il 28 ottobre 2018, riunitisi in associazione per dare continuità al suo impegno nel mondo del volontariato dedicandosi ad attività socialmente utili.

Presente pure una rappresentanza dell’Istituto superiore “Mandela” di Castelnovo ne’ Monti che ha regalato un computer per l’ufficio di “Casa Nostra”. Non un semplice computer, ma un computer costruito dagli alunni dell’Istituto all’interno di un particolare progetto che prevede il riutilizzo di vecchi computer con i cui componenti riassemblare pc funzionanti da donare ad associazioni onlus o famiglie in difficoltà.
Il progetto è coordinato dal professor Luciano Fuschillo, in collaborazione con l’associazione onlus Unitas di Napoli di cui egli stesso è fondatore.

Questo dono ha, nella storia di “Casa Nostra”, un significato che forse è sfuggito agli stessi donatori. Tra i primissimi bimbi aiutati da don Zanni in quel lontano dopoguerra, infatti, ce ne fu un gruppo di Napoli parte accolti in canonica da don Zanni, parte affidati a famiglie felinesi. Il dono del professor Fuschillo appare dunque, in questa storia, come un significativo e spontaneo “grazie” che giunge dal capoluogo campano.

In chiusura della serata Gianni Grisanti ha precisato che, benché si sia usato spesso il termine “casa verde” per indicare il primo edificio ove don Zanni ha accolto i bimbi del dopoguerra, l’opera continuerà a mantenere il nome di “Casa Nostra”, come spontaneamente ebbero a chiamarla quei primi bimbi e come, grazie all’accoglienza familiare che vi troveranno, dovranno sentirla le mamme in difficoltà.

Un momento dell’incontro di venerdì sera 22 febbraio nella cappella di «Casa Nostra»; due volontarie della cooperativa sociale Madre Teresa presentano agli aspiranti volontari della montagna la loro esperienza con mamme in difficoltà.

Giuseppe Giovanelli

(La Libertà, edizione 6/03/'19)