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Guardate chi abitava Baiso 90 milioni di anni fa: il Pliosauro. Un rinvenimento eccezionale nei calanchi

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Il vero Jurassic Park passa anche dall’Appennino. Dopo il ritrovamento di qualche settimana fa dell’Ittiosauro a Pavullo, nel modenese, i geologi di Unimore hanno riportato alla luce, dalle colline reggiane, un dente fossile di un grande rettile marino: il Pliosauro, vissuto nel Cretaceo.

Lo studio del reperto data il fossile a circa 90 milioni di anni fa. Il dente sarà mostrato sabato alle 17 presso il centro culturale di Casa Toschi, nel comune reggiano, in occasione della presentazione del libro Baiso: ambiente, storia e paesaggio di un territorio appenninico curato dall’architetto Giuliano Cervi in collaborazione con la dottoressa Giorgia Campana e il dottor Cesare Andrea Papazzoni di Unimore.

A trovare il dente è stato il signor Luca Bertolaso, in modo fortuito, durante una escursione ai calanchi di Baiso. Subito Bertolaso ha contattato i geologi di Unimore. Nonostante la piccola dimensione, si tratta di un ritrovamento eccezionale: questo è il secondo dente di Pliosauro rinvenuto nell’Appennino settentrionale e il terzo fossile di un Pliosauro del Cretaceo della stessa area. Un dente molto simile a questo fu trovato negli anni ‘70 a Castelvecchio di Prignano (Mo) e un omero di Pliosauro fu trovato a Zavattarello (Pv) nei primi anni ‘90.

La conoscenza della località esatta di ritrovamento ha permesso di campionare i sedimenti e, tramite lo studio dei microfossili da parte della dottoressa Chiara Fioroni del dipartimento di Scienze chimiche e geologiche, di datare con sufficiente precisione il dente.

“Questo ritrovamento, anche se di un fossile frammentario e di modeste dimensioni – le parole del dottor Cesare Andrea Papazzoni di Unimore – rappresenta l’ennesima conferma della presenza di un vasto mare che copriva in un lontano passato le aree oggi sollevate dall’orogenesi appenninica. Questo mare era popolato da grandi rettili, di dimensioni paragonabili o maggiori di quelle dei più noti dinosauri che, invece, abitavano le terre emerse. Nonostante le difficili condizioni di conservazione dei resti fossili, sono ormai numerose le testimonianze che ci permettono di ricostruire almeno in parte un antico ecosistema, scomparso da oltre 66 milioni di anni”.