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Ciro Tosi e Straniero Rodolfi: in un mese Vetto ha perso due simboli della comunità

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Ciro Tosi era nato il 1 febbraio del 1949 ed è scomparso dopo un anno di lotta contro una grave malattia. Ciro era uno dei personaggi simbolo e caratteristici del paese. Assieme al fratello Gianni (noto volontario Gaom), aveva lavorato come fabbro e, successivamente, come operaio ceramista alla Sadom di Vetto.

Volontario nella protezione civile e della sezione Alpini di Vetto, era persona molto gioviale e amante della compagnia, e anche per questo benvoluto. Era presente ad ogni festività della sua Vetto, e, non a caso, il funerale avvenuto nel pomeriggio di sabato 9 marzo, ha visto una grande partecipazione, con la chiesa di Vetto gremita e una folta rappresentanza di alpini in congedo e la recita della stessa preghiera dell’Alpino, oltre che con il ricordo dell'amico di sempre, Gianni Ferrari. Ciro lascia la moglie Rosuccia, le figlie Mara e Tiziana, il genero Patrizio, gli adorati nipoti Diego, Bruno e Marco, il fratello Gianni. Dalla famiglia il grazie ai medici e agli infermieri dell’ospedale di Castelnovo Monti e al personale Rsa di Castelnovo.

L’8 febbraio si sono svolti i funerali di Straniero Rodolfi, 91 anni, fu per 35 anni dipendente Enel, ma prima ancora partigiano. Nel 1944, a 17 anni, venne catturato a Ciano dai tedeschi in quanto staffetta partigiana: doveva consegnare una lettera per la Resistenza. Passato dal campo di prigionia di Fossoli di Carpi, quando questo fungeva da centro di raccolta per manodopera per la Germania, venne inviato a lavorare per costruire un aereoporto per i tedeschi a Merano. Tornò a casa piedi.

Smessi i panni di dipendente Enel, per 20 anni lavorò come elettricista con il figlio Marco, oggi noto elettricista del paese. L'altro figlio Mario Glauco, impiegato in Lombardini, vive a Scandiano ed era storico portiere del Torneo della Montagna degli anni Ottanta e Novanta.

Anche Straniero era membro altrettanto benvoluto, che era molto discreto ma nel contempo molto cordiale e socievole, una presenza abituale, ora che era in pensione, di cui si sente la mancanza. In molti lo ricordano solito recarsi a piedi al cimitero e sostare sulla tomba dell'amata moglie, Dilva Garofani, scomparsa nel 2007.

Per Ciro e Straniero il tempo, il giorno delle esequie, è stato clemente, anzi molto buono, quasi che il Cielo abbia voluto premiarli con una bella giornata di sole.

 

(G.A. ha collaborato P.B.)

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