A seguito della segnalazione pubblicata stamane da Redacon di Emiliano Pedrini, in merito ai disagi vissuti dalla sorella in periodo di gravidanza, che per un semplice tracciato si è dovuta recare a Reggio due volte in una settimana, interviene il sindaco di Castelnovo ne' Monti e presidente dell'Unione dei Comuni Enrico Bini.
“Abbiamo aspetti sicuramente positivi sull'attenzione per la sanità in montagna, dallo sviluppo del Pal al progetto Sant'Anna Plus, senza trascurare i segni costanti di attenzione da parte della popolazione e di associazioni di volontariato per il nostro ospedale, come ad esempio la recente donazione di nuova strumentazione al reparto di Pediatria dall'associazione Vogliamo la Luna e il progetto Cieli Sereni. Ma c'è anche un problema ormai evidente: la segnalazione di Emiliano Pedrini, fa seguito alla lettera diffusa pochi giorni fa dal Comitato Salviamo le Cicogne di una gestante che ha vissuto identici disagi a causa di continui trasferimenti a Reggio. A questo punto, come ho già fatto in forma privata dopo la lettera di questa signora, mi rivolgo all'Ausl e nello specifico al direttore Fausto Nicolini, perchè ci sembrano disattese le garanzie fornite dopo la chiusura del Punto nascite".
"Delle possibilità di riapertura del servizio all'Ospedale Sant'Anna si sta discutendo su più tavoli - aggiunge il presidente dell'Unione - , da quello locale, al regionale, fino al Ministero e alla Conferenza delle Aree Interne, e vedremo come si svilupperà questo dibattito che oggi, molto più di qualche mese fa, vede aumentare le posizioni possibiliste. Ma queste segnalazioni riguardano un contesto diverso e altrettanto importante: l'Ausl aveva garantito che la chiusura del Punto nascite di Castelnovo avrebbe comportato la necessità del trasferimento a Reggio esclusivamente per il periodo del travaglio e del parto, ma in realtà attualmente si riscontrano disagi per effettuare anche esami di routine del periodo pre e post parto, anche un semplice tracciato.
Invece ci era stata prospettato un quadro, cito l'Ausl, che avrebbe garantito 'tutte le attività di assistenza alla gravidanza, ecografie, corsi di preparazione alla nascita, assistenza in puerperio, sostegno all’allattamento'. In realtà non sta andando così, ed è un fatto grave. Come ho detto, sulla possibile riapertura del punto nascite si discuterà, ma tutti gli altri servizi che garantiscono una gestazione serena e agevole alle donne della montagna devono rimanere, ed essere ripristinati se per qualche motivo che non comprendiamo sono stati sospesi.
Stesso discorso dovrebbe valere per il servizio di reperibilità ginecologica notturna, che peraltro sul nostro territorio ha una grande importanza non solo per le gestanti: ho scritto ripetutamente a Regione ed Ausl senza avere riscontro su questo tema specifico, e me ne rammarico perchè al di là dei contenuti che potrebbe avere tale possibile risposta, non darne alcuna è un segno di scarso rispetto istituzionale”.
Scarso rispetto istituzionale? Ok.
E il rispetto per la gente di montagna e le sue Donne?
La sensibilità che esce da questo comunicato non deve essere rivolta alle istituzioni ma alle persone che queste rappresentano.
Per il comitato che rappresento questa presa di posizione è meglio di niente, ma il problema è sistemico e non è realistico disgiungere l’apertura e la chiusura della guardia h24 con il pn. Sono cose che vanno assieme. Inoltre tutta la premessa che il servizio è ottimo e abbondante marca subalternità. Troppo generico aspettare l’evoluzione della discussione sul pn: il comune capoluogo della montagna dovrebbe rimarcare con forza netta il giudizio sulle scelte di Regione e Ausl.
Comitato Salviamo le Cicogne
Con li Rammarico non si cambia nulla… Quindi qualcosa di più concreto e tangibile a quando?
Maximiliano
Scrivo per informare che il Direttore Generale, Dr. Fausto Nicolini, ha risposto direttamente al Sindaco Bini in merito al caso in oggetto.
Questo nel rispetto dei ruoli istituzionali e a tutela della privacy della persona.
Un cordiale saluto
Federica Gazzotti
Ufficio Stampa Azienda USL IRCCS di Reggio Emilia
Nicolini può scrivere anche qui, nulla lo vieta. In fin dei conti Redacon è il maggior mezzo di informazione della montagna.
MA
Io non so quali garanzie vennero date dopo la chiusura del Punto Nascite, e chi fosse presente a quel tavolo allorché sono state fornite, ma il fatto che siano state disattese – come lascerebbero capire le parole del Presidente dell’Unione dei Comuni, nonché Sindaco di Castelnovo Monti – potrebbe interpretarsi come una debolezza delle nostre istituzioni locali, le quali non hanno la forza o non sono in grado di porsi come garanti degli accordi stipulati, nei confronti del livello regionale, al punto da augurarsi, a fronte di ciò, che le ormai vicine elezioni di maggio possano portare ad un cambio della conduzione politica, nella nostra montagna.
P.B. 05.04.2019
Sveglia Bini! Ci vuol molto a capire che è una “menata” fare su e giù per un tracciato? Ma non faceva l’autotrasportatore prima della politica?
MA
Sveglia Bini? Il sindaco è più sveglio di quanto lo si pensi, signor MA. Infatti l’essere camionista è l’attenuante dietro il quale trova sempre una giustificazione al suo operato; inoltre per chi non ha problemi o dolori, i km non pesano. Il problema grave è che ha difeso l’interesse della politica per mantenere l’incarico e non ha avuto il coraggio di difendere i propri cittadini, lottando anche contro chi comanda in politica, soprattutto per mantenere il PUNTO NASCITA e per il nostro ospedale tutto: ultimo servizio essenziale che abbiamo. Imperdonabile. Insieme a lui tutti i sindaci dell’unione. Quando i buoi sono usciti è inutile chiudere LA STALLA.
Luisa Valdesalici
È tragica discussione…
I politici non possono nulla, dipendono sul piano economico, come del resto tutti noi, a strascico.
Ma ci sarebbe un altro piano, quello umano, dimenticato ormai da molto tempo. Sono tra gli ormai pochi privilegiati di un’epoca molto più umanamente progredita, quella in cui si nasceva in Casa. Già ci sembrava innaturale che tutti gli abitanti dei paesi alti sul crinale fossero costretti a nascere a Castelnovo, però pur sempre in montagna, in sicurezza maggiore.
Ma basta un solo pensiero per considerare di aderire ad un’ottica “umana” e mettere in campo una vera opposizione e direi sana disobbedienza civile alla follia di non avere un punto nascite in Montagna, questo:
‘Tutti i futuri montanari nasceranno in pianura’. Pensatelo 2 o 3 volte al giorno… Lo accettate?
Remo Belletti
Sembra piuttosto diversa la versione successivamente fornita dall’Azienda USL riguardo all’esser state o meno disattese “le garanzie fornite dopo la chiusura del Punto nascite”, e nell’ormai consueta “girandola” di opinioni, dove l’un soggetto sposta sull’altro le “responsabilità” di quanto si sta susseguendo in questa vicenda, mi viene da pensare che solo il voto, ossia le elezioni – quelle di maggio per il rinnovo delle Amministrazioni comunali, e quelle di fine anno per la Regione – possano azzerare la situazione, nel senso di mettere un punto fermo dal quale poi ripartire.
P.B. 07.04.2019