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Il presidente della Regione Stefano Bonaccini torna in Appennino

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Il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, torna nell’Appennino reggiano e modenese martedì 30 aprile: al mattino sarà nei comuni di Viano, Baiso e Carpineti (Re) e al pomeriggio in quelli di Prignano sulla Secchia e Montefiorino (Mo).

Una nuova occasione per approfondire i temi legati alle opportunità di crescita e sviluppo di questi territori, dopo gli incontri che nelle scorse settimane aveva già avuto a Castelnovo ne' Monti, Vetto e Ramiseto, nel Reggiano, e a Pavullo, Palagano e Frassinoro nel Modenese.  Tra i territori già visitati nel corso di questo tour della montagna anche quelli appenninici in provincia di Bologna, Parma, Piacenza, Forlì-Cesena.

Gli appuntamenti nel reggiano:

Problemi e opportunità del fare impresa in montagna saranno al centro dell’incontro in programma alle ore 9 a Viano dove Bonaccini, accompagnato dal sottosegretario alla Presidenza Giammaria Manghi, visiterà l’azienda Elettric 80 e incontrerà studenti, amministratori e cittadini.  La visita sarà anche l’occasione per premiare gli atleti della ValorRugby, vincitori della Coppa Italia.

Alle ore 11,30 appuntamento a Baiso, presso la Sala consiliare del Comune per un confronto sui temi della sicurezza del territorio con i volontari della Croce Rossa. Seguiranno, intorno alle 12,30, la visita alla azienda Gastronomia Piccinini (Muraglione di Baiso) e quella al Castello di Carpineti (ore 13,30 circa).

Gli appuntamenti nel modenese:

Nel pomeriggio a partire dalle ore 15 il presidente della Regione, accompagnato dall’assessore regionale all’Agricoltura Simona Caselli, sarà a Prignano sulla Secchia dove visiterà il caseificio San Lorenzo e incontrerà i rappresentanti del mondo agricolo. Alle 17,20 appuntamento al Museo della Resistenza di Montefiorino, mentre – sempre a Montefiorino – dalle ore 18 circa incontrerà sindaci e imprenditori per un confronto a tutto campo sulle politiche della montagna a partire da quelle per le imprese.

1 COMMENT

  1. Massimo D’Azeglio all’indomani dell’unità d’Italia nel 1861 disse: «Pur troppo s’è fatta l’Italia, ma non si fanno gli italiani». Prendiamo atto che gli italiani sono un popolo che si sente appagato dalle parole e non dai fatti e il nostro Appennino non fa eccezione. In vista delle elezioni vediamo quanto impegno viene profuso da parte dei politici e degli Amministratori per illustrare le opportunità di crescita e di sviluppo, poi se ne riparlerà tra altri cinque anni; questa è la realtà che anche un cieco dovrebbe vedere. Guardiamo il nostro Appennino, dissestato ovunque, spopolato, negozi e attività varie che chiudono; a parole ci viene detto che abbiamo la migliore sanità ma nei fatti ci viene chiuso l’unico punto nascita che abbiamo in montagna, ci viene raccontato che sono state fatte grandi opere, mentre ci sono voluti anni e anni per completare la variante del ponte rosso e per andare da Vetto a Ramiseto si passa ancora su due ponticelli che fungono da guado; ci viene detto che si vuole aiutare l’agricoltura, sviluppare il turismo, creare posti di lavoro, migliorare il clima, produrre energia pulita, ecc. ma nei fatti non si fanno ripartire i lavori della Diga di Vetto e della Fondovalle Val d’Enza, opere iniziate entrambe e poi sospese. penso proprio che avesse ragione Massimo D’Azeglio 150 anni fa, l’Italia è stata fatta, ma gli Italiani non credo si faranno mai, perchè sono gli Italiani che devono cambiare.

    Franzini Lino

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