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Comunali, a Baiso un solo candidato sindaco. Chi ci perde?

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E alla fine, a Baiso, ci sarà una sola lista. Infatti, al termine della presentazione delle candidatura, è risultata iscritta alle amministrative di maggio solo la lista del sindaco uscente (e ricandidato) Fabrizio Corti.

Un fatto non nuovo, nemmeno per la nostra provincia, e che, solitamente, accade nei comuni periferici. Può essere che anche il medio Appennino, escluso Castelnovo, sia davvero così: periferico.

Se da Baiso giunge la segnalazione che diversi tentativi per fare una lista alternativa sono stati fatti  -  così ad esempio come ad esempio il centrodestra ha fatto a Vetto, candidato a sindaco Alberto Bizzocchi, di Ciano - a Baiso questo non è successo, nemmeno tra i civici.

Nei piccoli Comuni, occorre rilevare, che il fare politica in Appennino sia equiparabile, soprattutto per chi non è sindaco, a mera opera di volontariato.

Nei piccoli Comuni invece di ricevere encomi è più facile ricevere critiche e sfotto. E' lontano anni luce il modello tedesco che, oltre a selezionare i sindaci tra impiegati e pensionati, con buoni stipendi agli amministratori, cerca di portare negli stessi Comuni veri e propri manager. Figuriamoci in Italia, figuriamoci in Appennino.

Ora, cosa succederà a Baiso dove alle elezioni si è quindi presentato solo la lista del sindaco uscente?  La risposta giunge dal “Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli Enti locali” - approvato con Decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, al Capo III, articolo 71 - che regola l’elezione del sindaco e del consiglio comunale nei comuni sino a 15.000 abitanti. Si legge al comma 10: “Ove sia stata ammessa e votata una sola lista, sono eletti tutti i candidati compresi nella lista, ed il candidato a sindaco collegato, purché essa abbia riportato un numero di voti validi non inferiore al 50 per cento dei votanti ed il numero dei votanti non sia stato inferiore al 50 per cento degli elettori iscritti nelle liste elettorali del Comune. Qualora non si siano raggiunte tali percentuali, l’elezione è nulla”.

E’ questo fatto una perdita di democrazia? E’ scontano, ma non ci perde solo la democrazia locale (o la coalizione politica avversa) quanto, in ugual misura, quella nazionale incapace di garantire la validità e l’attualità del sistema Stato - Comuni.

Ora Corti correrà, di fatto, contro se stesso con l’obiettivo di portare al voto almeno il 50% degli abitanti. Un risultato che dovrebbe vincere, visto la concomitanza con le elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo. Forse, Corti, correrà anche contro la difficoltà di amministrare in Appennino.