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“Così proviamo a fare sentire meno soli gli anziani”

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Progetto “Arcatemse” che, in italiano, si potrebbe tradurre in “incontriamoci” o "ritroviamoci". E' rivolto agli anziani e l'obiettivo è sconfiggere uno dei peggiori sentimenti che li possa attanagliare: la solitudine. Questo progetto è partito da un dato statistico: la frequenza elevata, soprattutto nella seconda parte dell’inverno, di richieste per effettuare visite al Centro per i Disturbi Cognitivi di Castelnovo, per sintomi depressivi o per disturbi riconducibili ai medesimi. Un’indagine su queste situazioni ha messo in luce come queste persone fossero spesso accomunate da situazioni con scarse relazioni sociali e caratterizzate dall’isolamento domestico.

In questa cornice si è mossa la Croce Verde, come spiega la responsabile del progetto Monia Magnani: “Insieme ai Servizi sociali e Ausl, in particolare con la dottoressa Roberta Boiardi del Centro per i Disturbi Cognitivi, negli anni 2015 e 2016 abbiamo attuato una prima sperimentazione progettuale, intitolata 'Catemse', resa possibile grazie all’iniziativa e alla creatività di alcuni nostri volontari. Già in questa fase i risultati ottenuti e la grande volontà a partecipare ci ha dato riscontri più che positivi. La cosa bella è la partecipazione di numerosi volontari che portano avanti l’attività con una passione ed uno spirito meraviglioso".

Quale è l’elemento cardine del progetto?

"La volontà di contrastare la solitudine, uno dei fattori di debolezza che caratterizzano la vita degli anziani nel distretto montano. Ci è sembrata un’azione necessaria e imprescindibile se riteniamo che non solo il “curare”, ma più in generale il “prendersi cura” delle persone sia l’atteggiamento che fa la differenza. E allora anche un’azione limitata nel tempo ma pensata, coerente, attenta ai bisogni, può diventare un soffio di nuova vita, motivazione per uscire dall’apatia, strumento per ritrovare un 'sè' dimenticato o accantonato, pretesto per recuperare memorie, abilità, competenze sopite, per ridimensionare le distanze che sul nostro territorio rappresentano spesso un grosso limite. In breve, una possibilità di 'ri-incontrarsi'. Così da quella prima esperienza nasce 'Arcatemse' (Ritroviamoci)".

Quali sono gli attori del progetto?

"Croce Verde di Castelnovo e Vetto insieme a Unione dei Comuni, Ausl distrettuale, con il contributo della Regione Emilia-Romagna ha creato una rete che coinvolge altre associazioni del distretto: Croce Verde Alto Appennino, Croce Rossa di Toano, Croce Rossa di Carpineti, Croce Rossa di Casina, diverse Auser del territorio, Associazioni degli Alpini, il centro Sociale insieme, I Lupi dell’Appennino, il Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano e Per-te donne contro la violenza. Quasi una ventina di volontari presenti che portano il loro contributo".

Dove e quando si svolge il progetto?

“Dall’inizio dell’anno abbiamo incontrato le associazioni e le amministrazioni di diversi comuni, per informarli sul progetto poi abbiamo formato le comunità e i nuovi volontari. Ora stanno partendo gli incontri veri e propri ai quali, oltre agli anziani che ci raggiungono al Centro Sociale Insieme da tutto il territorio distrettuale, partecipano anche i nuovi volontari per avere così una formazione a 360 gradi, sul campo. Le giornate di incontro con gli anziani sono tutti i martedì dei mesi di maggio e giugno, per poi riprendere nei mesi di settembre e ottobre. La sede come detto è il Centro sociale Insieme a Castelnovo Monti (via Dei Partigiani 12)".

Cosa mettete in campo?

"La durata degli incontri è circa di tre ore. Le attività di socializzazione sono diverse, e vanno dall’accoglienza, alla motricità dolce di 15 minuti, le merende insieme, momenti di racconto, ascolto di letture o brani musicali, condivisione degli album di famiglia, laboratori di pittura. Sono proposte anche attività speciali come gite, pranzi con i parenti, attività teatrali e incontri gestiti in collaborazione con i partner del progetto. Finora i riscontri che abbiamo avuto sono stati davvero belli, direi quasi commoventi, con anziani che ci hanno espresso grande gratitudine e alla fine di tre ore insieme non avrebbero voluto tornare a casa".

Per il futuro?

"Saranno i partner che costruiranno il progetto Arcatemse in tutti i territori montani. È un progetto che ci sta dando davvero grandi soddisfazioni”.

(F.B.)

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La poesia dell’Arcatemse

C’è una cosa che è sicura
se si è soli si ha paura,
non si prova più la gioia
perché a lungo è solo noia,
il silenzio non consola
e ci manca la parola,
lascia il posto all’armonia
una gran malinconia,
che pian piano e poi via via
si trasforma in apatia.
Se si vuol che mente voli
non si deve stare soli.
Siam partiti un po' in sordina
anche alla garibaldina
una sola strategia...
stare un poco in compagnia.
Tante idee nella testa
ma l’insieme è già una festa.
Un gruppetto e varie età
tante le diversità.
Primo incontro sul pulmino
proprio come fa un bambino,
c’è chi è rigido, chi accogliente
chi vuole fare tutto o niente.

Poi nel susseguir di eventi
si apron tutti ai bei momenti,
escon fuori motivazioni,
sentimenti ed emozioni.
Il ricordo ed il racconto
si condividon nell’incontro.
E la dolce motricità,
che fa bene ad ogni età,
oltre a utile momento
è anche un bel divertimento.
Le merende son dolcezze
se associate alle carezze.
Un po’ di musica a piacere
e chi vuole può ballare.
Se poi viene un menestrello
ognun ricorda il ritornello.
Si lavora coi colori
e gli artisti saltan fuori.
Son cambiati i movimenti,
liberati gli entusiasmi,
esplicitati i sentimenti.
Detto in modo molto schietto
questo è proprio un bel progetto,
che con grande umiltà
mette al centro l’umanità,
con tanta tanta attenzione
cura in minuzia la relazione,
con profondissimo rispetto
offre anche tanto affetto,
con la ricchezza del prendersi cura
allontana tanta paura,
con la gioia di essere insieme
porta tutti a stare più bene.
Suggerisce la coscienza...
ripetiamo l’esperienza

“ sensa ansuna giravôlta...

arcatemse n’atra vôlta”.

 

(Fulvia Baccini)

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