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La casa del campione Fattori: sciare sul mondo e pic nic sui prati

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Alessandro Fattori

Dal Monte Caio è partito ma sul Monte Caio sempre ritorna. Alessandro Fattori - campione del mondo di sci che per tre volte ha rappresentato l'Italia alle Olimpiadi Invernali e oggi maestro d'eccezione per chi vuole imparare a sciare ed amare lo sci sulle piste di Schia e di altre località sciistiche del nostro Appennino – ci parla di Schia e più in generale del "suo" Monte Caio.

Alessandro, che cos'è per te il Monte Caio?

Schia e il Monte Caio per me sono un po' tutto. Sono "casa" (Alessandro è originario di Musiara Superiore, sei chilometri a valle di Schia, anche se oggi con la sua famiglia vive a Costa di Tizzano n.d.r.), sono le nevi su cui ho imparato a sciare, sono i luoghi dove passo le domeniche pomeriggio d'estate con la mia famiglia. Nonostante il lavoro mi abbia portato a girare il mondo, il Monte Caio è uno dei posti più belli che io abbia mai visto. Sono contento di aver trasmesso quest'amore anche a mia figlia, che mi chiede spesso di andare a fare un picnic sui prati del Caio. Ne vado fiero, vuol dire che le abbiamo passato qualcosa di buono, ovvero curare e coltivare le proprie radici.

Schia: estate o inverno?

Schia è bella sia in estate sia in inverno. È una montagna non prettamente invernale: io l'ho vissuta e la vivo d'inverno e d'estate, ma anche in primavera e in autunno. In inverno è un comprensorio sciistico a due passi dalla città, che purtroppo negli ultimi anni risente delle scarse precipitazioni nevose. In estate è una boccata d'aria pulita e fresca. Anche solo raggiungere vetta Bocchialini in una giornata torrida d'estate, quando in città si fatica a respirare, è una liberazione.

Per Parma che cos'è Schia?

Aelssandro Fattori a Buongiorno regione

Per Parma e per i parmigiani Schia è un'ottima palestra per imparare a sciare. Ci sono piste ottime da questo punto di vista, particolarmente adatte ai principianti. In tanti ci invidiano il nostro Campo Scuola.  Lo sciatore "medio" sulle piste del comprensorio si diverte, e impara a perfezionarsi. Mentre in estate chi non vorrebbe trovarsi a 1200 metri di quota, magari all'ombra di un faggio secolare, per togliersi di dosso l'afa e la calura?

Quanto conta l'uomo nella biosfera del Monte Caio per il successo di Schia?

Molto. Tanto fa il paesaggio (bellissimo) ma tanto contano – così come in tutte le stazioni turistiche – anche le persone che le abitano e che ci lavorano. Schia purtroppo un po' soffre da questo punto di vista: gli inverni poveri di neve non hanno aiutato e sicuramente non è stato facile per i privati che hanno rilevato la stazione. Sono consapevole che non sia facile, ma credo che almeno in estate si possa fare di più: in fondo basta qualche iniziativa in più per soddisfare le esigenze di tutti.

(Beatrice Minozzi)

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