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Sesta, paese dell’affresco che colora il mondo. Nel segno di Madoi

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Settembre 1975 - Il M.° Walter Madoi già molto sofferente - L'ultimo soggiorno a Sesta

In data 28 febbraio 1963 la Gazzetta di Parma pubblicò il seguente lapidario trafiletto: "Gli abitanti di Sesta di Corniglio, pur vivendo in ristrettezze, vogliono che la loro piccola chiesa sia convenientemente affrescata. Per questo tutte le famiglie si sono autotassate al fine di contribuire alle spese materiali del lavoro.  Dal canto suo, il pittore Walter Madoi esegue gli affreschi per puro amore dell'arte, senza compenso".

Di rincalzo, qualche settimana dopo comparve sull'Avvenire un articolo dal sobrio titolo "Walter Madoi affresca la Crocefissione". Il servizio giornalistico iniziava così: "Un'interessante iniziativa artistica sta svegliando da qualche tempo Sesta, piccola frazione di Corniglio, affacciata alla suggestiva valle su cui domina l'ancor nevoso Monte Orsaro: la chiesetta del paese, una costruzione barocca, sta per assurgere al ruolo di tempio più frequentato della zona e il merito è del bravo e simpatico pittore Walter Madoi, trapiantato a Milano per impegni di lavoro, ma sempre vicino alla sua città, che ha deciso di affrescare le pareti della chiesa con una vasta Crocefissione".

L'imponente impresa pittorica, consistente in circa 350 mq di affreschi, fu eseguita nel giro di appena tre mesi di weekend. Come sottolineato anche dal compianto Tiziano Marcheselli nell'ambito di uno dei suoi ricorrenti articoli sull'argomento, l'opera presentava svariate difficoltà: "dalla mancanza di superfici piane all'interno della chiesa ai numerosi permessi da ottenere e ritrosie da vincere, fino ai fattori tecnici veri e propri". Madoi riuscì a superare tutti gli ostacoli, "un po' con la sua abilità professionale di pittore e un po' con i suoi sviluppatissimi contatti umani". Parte delle difficoltà fu tuttavia superata anche per merito dell'ancor attivissimo don Rosolo Tarasconi (il principale collaboratore di Madoi), del comitato di fabbriceria e della comunità parrocchiale di Sesta Inferiore.

Anni Sessanta - Walter Madoi nel borgo dipinto di Sesta Inferiore

E giunse per il maestro Walter Madoi, per don Rosolo Tarasconi e per la gente del posto il momento più trepido ed emozionante: quello dell'inaugurazione della "grandiosa" e "mirabile" opera (così il quotidiano "Avvenire" aggettivò in quei giorni l'opera artistica di Madoi).  Si trattò di un momento preparato a lungo e nei minimi particolari, tanto che la "cerimonia" rivelò un'organizzazione da manuale turistico (come risulta dalla documentazione agli atti e dalle testimonianze orali).

Al riguardo, ecco un gustoso campionario di consigli forniti dal feudatario Madoi ai suoi sudditi: curare la pulizia e il decoro del borgo (in particolare mettere "fiori sulle finestre" e "su ogni piccolo pezzo di terra"); risolvere i problemi della segnaletica artistico-culturale e dei parcheggi, lanciare l'immagine di Sesta come "paese dell'affresco" attraverso gli organi d'informazione e tramite altre forme divulgative; affinare il senso di cordialità e di ospitalità, nonché di ponderata loquacità, nei confronti dei visitatori (giornalisti compresi); evitare di esibire drappi o manifesti tipo "W il Vescovo" (dato il preponderante carattere artistico-culturale della "cerimonia").

Lenzuola nel cielo. Dipinto murale di Walter Madoi a Sesta di Corniglio

L'editto conteneva anche un brioso e singolare suggerimento rivolto all'unico esercente della frazione ("Guido farà bene a fornirsi di sigarette e non solo di trinciato forte") e un profetico invito indirizzato a "tutti quelli che hanno una stanza o due" ("farebbero bene a sistemarle per una possibile collocazione di villeggianti").  Forse mai tanti estimatori, turisti e curiosi, salirono fino a Sesta Inferiore come in occasione della fatidica giornata del 7 luglio 1963; forse mai tante autorità civili e religiose, nonché tante personalità della cultura e dell'arte, varcarono i confini del feudo di Madoi come allora; forse nessun altro avvenimento cornigliese provocò tanti servizi giornalistici e fotografici.

Suggestivo e fascinoso scorcio del _Museo all_aperto Sesta - Madoi_

Un coro di elogi salutò l'eccezionale impresa di Madoi, pittore-scultore da più parti ritenuto di statura nazionale e forse sovranazionale. Qualcuno definì il "paese dell'affresco" come "uno dei più interessanti centri artistici dell'Appennino" (da inserire "di diritto negli itinerari turistici" della vallata); qualcun altro accostò il progetto portato a termine da Walter Madoi nella chiesa di Sesta a quello realizzato da Henri Matisse nella Cappella del Rosario di Vence (1951); altri ancora tirarono in ballo, anche per via della scelta dei modelli ("visi di uomini e donne viventi"), addirittura Leonardo e Michelangelo. Nel contesto e a seguito della cerimonia di inaugurazione dei "bellissimi affreschi" fiorirono ulteriori originali proposte, che purtroppo - per vari motivi - non decollarono.

Vegliarda di Sesta modella di W.Madoi nella chiesa di S.Rocco

In quel periodo nacque ad esempio l'idea di "trasformare l'accogliente frazione" cornigliese in una "seconda Arcumeggia" (Varese) o in una "Montefalcone asolana", idea avente quale epicentro la creazione di una "casa del pittore" attrezzata "per ospitare a turni prestabiliti gli artisti" disponibili a donare almeno un loro affresco al paese di Sesta. Un altro generoso e stimolante progetto, non attivato specialmente per sopraggiunte incomprensioni con alcuni proprietari di terreni, fu l'allestimento di quattordici cappelle - stazioni della Via Crucis lungo la strada comunale Trincerone-Sesta Inferiore.

Walter Madoi (1925-1976) Partigiano _Cardenio_ Autoritratto

Decollarono invece, sempre grazie alla sottile intuizione e al tenace impegno di Walter Madoi, ulteriori significative iniziative: la predisposizione di una quarantina di affreschi sui muri esterni dei fabbricati di Sesta Inferiore, l'allestimento fin dal 1965 della prestigiosa mostra nazionale d'arte all'aperto definita "Dall'alba al tramonto" e l'arricchimento artistico - avvenuto verso la metà degli anni Settanta - della Chiesa di San Rocco con la collocazione di una monumentale statua in gesso dedicata alla Resistenza/Sofferenza e di un'altra scultura - davvero unica e raffinata - riproducente la Madonna.

Sesta Inf. di Corniglio - Anni  60 - L'Equipe 84  dipinta da W. Madoi

Ovviamente l'esecuzione degli affreschi sui muri esterni rappresentò, fra le iniziative elencate, l'impresa più clamorosa e allettante.  Madoi dipinse, infatti, - oltre a personaggi del posto - varie celebrità del teatro, del cinema, della canzone, della politica, del giornalismo e così via. Al riguardo, Walter Madoi confidò al dinamico e lungimirante pubblicista Mario Bersini: "Voglio che questo mio paese d'elezione resti sempre pieno di figure di ieri e di oggi, note e sconosciute, anche in accostamenti arditi ... Voglio che viva in virtù di esse, risuscitandolo da un torpore secolare e reinserendolo nella sua posizione di naturale privilegio".  Purtroppo - a distanza di oltre quarant'anni (1976-2019) dalla prematura scomparsa di Madoi - numerose figure dipinte dal maestro sui muri del borgo non esistono più, mentre le poche superstiti versano in condizioni di lenta ma progressiva e inquietante agonia (nonostante alcuni interventi di recupero del 2010), così pure diverse scene pittoriche raffigurate all'interno della chiesa di Sesta, nella drammatica e ispirata dinamicità dell'ampio affresco della Crocefissione.

Chiesa di Sesta - Studio per il viso della Madonna - Collezione di Enrico Chiusa (Fontanelle PR)

La principale - e più evocativa - parete della Crocefissione, in situazione di progressivo e palese disfacimento, è stata risanata e restaurata in tempi molto recenti (l'inaugurazione è avvenuta lo scorso 16 agosto) grazie a un armonioso, efficace e lungimirante gioco di squadra svolto da un  nucleo d'impegno operativo composto da vari soggetti locali e di più vasta competenza e responsabilità territoriale: organismi associativi e parrocchiali, curia diocesana (o vescovile), enti pubblici, fondazioni, singoli benefattori. Un impegno virtuosamente sinergico-strategico che ha prodotto - cammin facendo - la consistente spesa d'investimento di trentamila euro, tutti impiegati per lavori di risanamento e restauro eseguiti a regola d'arte rispettivamente dalle ditte "Rossi" di Cirone (Corniglio PR) ed "Esedra Restauri" di Parma.

Restano tuttavia da risanare e restaurare gli altri ambienti esemplarmente affrescati da Walter Madoi, nel lontano 1963, all'interno della chiesa parrocchiale di Sesta Inferiore: parete nord, abside, soffitto, controfacciata. La realizzazione di questi ulteriori corposi interventi è stimata in circa quarantamila euro: una cospicua - ma non proibitiva - somma da reperire anche tramite la riapertura di una sottoscrizione già avvenuta per iniziativa del benemerito Consorzio di Miglioramento Alta Val Parma, entità di coordinamento e promozione della fase due dell'operazione risolutiva "Sesta-Madoi: un affresco da salvare". Solo allora avverrà il definitivo risveglio del suggestivo feudo di Walter Madoi, un "uomo di multiforme ingegno", un artista di eccelsa e cosmopolita levatura: insomma, un uomo-artista da MaB Unesco.

(Nando Donnini)

Walter Madoi: la vita e le opere

Walter Madoi Pregevole autoritratto eseguito nella Chiesa di Sesta

Walter Madoi nasce a Collecchio (PR) il 26 marzo 1925, è il più giovane di tre fratelli e proviene da una famiglia antifascista. Suo padre è, infatti, un vecchio socialista perse­guitato dal regime. Passa l'infanzia tra Parma, dove nel frattempo si sono trasferiti i geni­tori, e Pieveottoville (Zibello), ospite di alcuni parenti, dove impara ad amare il Po e la sua gente.

Studia all'Istituto d'Arte di Parma e frequenta le Accademie di Belle Arti di Bologna e Brera; a 15 anni vince un premio nazionale di pittura, il primo di una lunga serie di prestigiosi riconoscimenti: a 17 anni allestisce la sua prima mostra personale. A 18 anni imbraccia il fucile e prende la via dei monti con il fratello Giovanni: l'espe­rienza partigiana, condotta sul Monte Penna e nel Tizzanese, solca profondamente la sua esistenza e lascia tracce indelebili anche nella sua sensibilità di artista. "Cardenio" (questo il suo nome di battaglia) prende parte a varie missioni di guerra, emergendo per "coraggio e abnegazione": il suo valore di combattente per la libertà viene però uffi­cialmente riconosciuto alcuni anni dopo la sua morte, mediante l'attribuzione della meda­glia d'argento al valor militare per attività partigiana (decreto del Presidente della Repubblica 24 gennaio 1985). Nel 1945, poco prima di approdare a Milano, affresca la volta della sala consigliare del municipio di Parma, che viene inaugurata dal Presidente della Repubblica Enrico De Nicola.

Veduta panoramica dello spettacolo _La mia pittura al vento_ ideato da N. Donnini

Insegna per anni educazione artistica in vari istituti emiliani e lombardi, apre una mo­desta ma dignitosa fabbrica di ceramiche, diviene quindi direttore artistico della "Motta" e poi diri­gente di un affermato ufficio di pubblicità. Agli inizi degli anni Sessanta comincia a frequentare le contrade dell'Alta Val Parma. Si affeziona in particolare al minuscolo borgo di Sesta Inferiore (m 923), nel Corniglie­se: lassù affresca le pareti della chiesetta di San Rocco e i muri esterni delle case, ripren­dendo un'antica consuetudine della Brianza. Queste originali imprese pittoriche, fra cui il vasto affresco della Crocefissione (350 mq), gli procurano notorietà e rinnovata fidu­cia in sé stesso, tanto che proprio in quegli anni decide di dedicarsi esclusivamente all'arte: apre uno studio a Parma e poi - nel 1970 - torna a Milano, dove ottiene crescenti successi e riconoscimenti (tra i quali il conferimento della cittadinanza onoraria e l'asse­gnazione di un nuovo studio alle Colonne di San Lorenzo).

Anni _60 - W.Madoi in posa dinanzi alla canonica di Sesta Inf. (Corniglio PR)

Nell'autunno 1974 avverte i primi sintomi del terribile male che lo stroncherà. Nono­stante la malattia, sopportata stoicamente, trova la forza di intensificare la produzione artisti­ca: realizza il monumento di bronzo, dedicato alla Sofferenza/Resistenza, collocato nella piazza del municipio di San Donato Milanese: compie studi per un ulteriore monumento, ri­masto incompiuto, destinato alla piazza XX Settembre di Genova; affresca l'abside della chiesa di Costa Sant'Abramo di Cremona; scolpisce quello che diverrà il suo monumento funebre. Si spegne a Milano il 13 marzo 1976 e riposa nel bucolico camposanto di Sesta Infe­riore, accanto a molti dei suoi più autentici modelli.

In occasione delle sue esequie, avvenute "ai frizzanti e nevosi mille metri dell'Appennino", qualcuno gli dedica questi versi:

Sesta di Corniglio PR - Recital di Nando Donnini dedicato a Walter Madoi

"Ti sei spento fra le braccia / di nebbie straniere / invidiando i castagni del borgo / che muoiono in piedi, / le radici affondate nella terra / da cui sono nati. / Ma poi ruvide mani / hanno scavato, / fra massi di neve tardiva, / sentieri di fiori / per lasciarti posare sul colle, / accanto ai dolenti modelli / dei tuoi giorni migliori. / E così dal cuore della terra / vivi i palpiti delle stagioni …".

Un cospicuo numero di suoi dipinti e di sue sculture fa parte di rinomate collezioni pubbliche e private, in Italia e all'estero (ove ha tenuto svariate mostre personali). Oltre alle opere già citate, ricordiamo - per quanto riguarda la pittura - le vetrate della chiesa Sacra Famiglia di Torino e del collegio delle Maestre Luigine di Parma, gli affreschi delle chiese del Corpus Domini di Parma e dei Cappuccini di Busto Arsi­zio, nonché i celebri studi per l'affresco di 40 metri del muro di Berlino (forse la sua iniziativa più clamorosa e drammatica); per quanto concerne la scultura, ricordiamo invece i mo­numenti posti nel cimitero di Busto Arsizio.

Sesta Inferiore 1964 - Don Rosolo Tarasconi _campanaro_ dinanzi alla Sua Chiesa di San Rocco

In suo onore sono state allestite importanti mostre postume e attiva­te iniziative promozionali di vario genere (fra cui un concorso nazionale grafico-pittorico), nel suo nome sono sorti comitati locali d'impegno civile e centri di animazione socioculturale e ambientale. Inoltre è sorta e si è sviluppata una fondazione vera e propria.

Tutto ciò fa ben sperare per una seria rivalutazione culturale del patrimonio creativo di Walter Madoi e soprattutto per la prosecuzione di un'incisiva opera di restauro, tutela e valorizzazione degli affreschi realizzati negli anni '60 a Sesta Inferiore di Corniglio: "Quel paese - deliziosamente trasformato in Museo all'aperto - che ha tanto amato", come un giorno ha voluto precisare la consorte Isabella Carenini Madoi, sua "splendida musa e modella", pure lei volata via troppo presto!

(Note biografiche a cura di Nando Donnini)

Un affresco da salvare

La Crocefissione di Walter Madoi

Sesta Inferiore di Corniglio (PR)

Chiesa parrocchiale di San Rocco

Pubblica sottoscrizione 2019

Allo scopo di proseguire e possibilmente completare l'esecuzione dei lavori e degli interventi ritenuti ancora indispensabili, è riaperta, per iniziativa del Consorzio di Miglioramento Alta Val Parma di Bosco, la pubblica sottoscrizione attivata negli anni scorsi.

Le eventuali offerte - motivate con la causale "Sesta-Madoi: un affresco da salvare" - dovranno essere versate sul c.c. bancario intestato al Consorzio di Miglioramento A.V.P. – codice Iban: IT25W0623065710000095000378, operativo da tempo presso l'agenzia di Corniglio di Crédit Agricole-Cariparma.

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