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Delegazione di Kahla in visita a Castelnovo ne’ Monti

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Da domenica 22 settembre e fino a giovedì 26, è ospite a Castelnovo una delegazione arrivata dalla cittadina di Kahla, località della Turingia, in Germania, che negli ultimi anni ha creato un forte rapporto con Castelnovo, a partire da un fatto storico doloroso: la deportazione di numerosi montanari nel 1944, che in questa località tedesca furono imprigionati e costretti a lavorare nella fabbrica sotterranea dei caccia Messerschmitt, e molti non ne fecero più ritorno. La delegazione in visita a Castelnovo è composta da 10 studenti accompagnati dalla docente Katharina Kleinfeld, e con loro ci sono il Sindaco di Kahla, Jan Schonfeld, l’Assessore Claudia Preuss e Stop Dieters, Presidente dell'associazione di partenariato. Nelle diverse visite guidate e gli appuntamenti istituzionali in programma sono accompagnati dai coetanei dell'Istituto Superiore Cattaneo - dall’Aglio con l'insegnante Adele Bartoli e la Dirigente Scolastica, Paola Bacci, e referenti del comitato Gemellaggi. Gli studenti soggiorneranno in famiglia, il modo più diretto di entrare a contatto con la realtà castelnovese e conoscere il territorio.

Su questa visita afferma l'Assessore ai Gemellaggi, Lucia Manfredi: “La nascita e il consolidamento del rapporto tra Castelnovo e Kahla rappresentano il vero significato dell'Europa: da eventi tragici nascono relazioni di reciproco scambio e conoscenza che assicurano l'impossibilità del ripetersi di quegli stessi fatti drammatici. È importante soprattutto che ne siano protagonisti i ragazzi, in modo da guardare a un futuro di condivisione e amicizia”.

Aggiunge il Vicesindaco e Assessore alla Scuola Emanuele Ferrari: “Questi momenti di scambio ci fanno vivere la memoria come filo che attraverso il passato lega il presente e l'immaginazione di un futuro. I giovani sono protagonisti di questo legame, di un dialogo tra persone e culture, così che dalla sofferenza e morte dei nostri cittadini, diventa possibile proseguire un cammino di condivisione, una concreta cittadinanza europea, nel segno della pace e della tolleranza”.

Tra i momenti previsti nell'ambito della permanenza a Castelnovo della delegazione di Kahla, ci sono la visita alla Latteria sociale di Casale e al Caseificio del Parco di Ramiseto per conoscere la produzione del Parmigiano Reggiano di montagna, una giornata a Cerwood, una visita a Roncroffio dove verranno ricordati i 75 anni dall'eccidio che interessò il borgo nel settembre 1944, passeggiate nel centro di Castelnovo e alla Pietra di Bismantova, un momento di accoglienza e saluto con il Sindaco e l'Amministrazione comunale.

I deportati dell'Appennino a Kahla
A Kahla negli ultimi anni della seconda guerra mondiale furono costretti al lavoro coatto migliaia di prigionieri italiani, belgi, francesi, olandesi, russi e polacchi rastrellati e deportati, che dovevano costruire i moderni caccia a reazione Messerschmitt del Reich. Circa 15.000 di loro morirono a causa delle malattie e terribili condizioni di vita. Qui finirono anche numerosi castelnovesi e montanari, rastrellati e imprigionati al Teatro Bismantova prima di essere avviati alla deportazione. Una lapide posta al cimitero di Kahla ricorda i prigionieri di Castelnovo che vi morirono tra l’inverno 1944 e la primavera 1945: Inello Bezzi, Anselmo e Renato Guidi, Pierino Ruffini, Attilio Coli, Ermete Zuccolini, Francesco Toschi. Da ricerche e studi condotti dalle scuole castelnovesi, e attraverso la partecipazione alle commemorazioni internazionali per i caduti che si tengono ogni anno a Kahla in aprile, si è diffusa e consolidata la conoscenza di quei fatti storici, ed è poi nato un rapporto molto forte tra questa cittadina e Castelnovo Monti, fatto di viaggi e visite reciproche, nel segno di un profondo e forte spirito di vicinanza europea.

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  1. Mio padre fu uno di quelli deportati, per fortuna fu uno dei pochi a ritornare. Quest’anno a Monza, il 27 gennaio mi è stata consegnata la medaglia d’onore. Mio padre si chiamava Pilade Governari e fu prelevato a Secchio di Villa Minozzo, aveva 19 anni allora e quella terribile esperienza l’aveva profondamente segnato. Bisogna ricordare affinché questi crimini non accadano più. Teodolinda Governari