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Matrimonio: perché investire su un nuovo progetto di vita

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Martedì prossimo inizierà a Castelnovo ne’ Monti il corso per fidanzati che si preparano al matrimonio. In tutt’Italia sono sempre di meno le coppie che scelgono di sposarsi, preferendo altre forme di convivenza. Ne parliamo con il gruppo che ha promosso l’iniziativa.

A breve partirà il corso fidanzati a Castelnovo ne' Monti, quali saranno i principali argomenti che verranno trattati?

A noi innanzitutto non piace la parola corso, preferiamo percorso, perché proponiamo degli incontri dove verranno raccontate delle esperienze di vita vissuta, non ci riteniamo insegnanti, ma coppie di sposi con un trascorso che condivideremo con i nubendi che si prepareranno al matrimonio.

I temi trattati sono l'accoglienza, l'arte del litigare e la gioia del perdono, l'intimità nella vita di coppia, Dio ci chiama ad amarci per sempre, Famiglia aperta alla vita: l'avventura di essere genitori, e noi due soli, la famiglia nella chiesa e nella società. A questi incontri si aggiungerà un appuntamento a Reggio Emilia in Cattedrale il 13 febbraio 2020 per la veglia di S.Valentino con il Vescovo Camisasca e con tutti i fidanzati della diocesi che partecipano ai percorsi per fidanzati.

Oggi è sempre più comune tra i giovani andare a convivere prima del matrimonio: per quale motivo secondo voi?

La domanda non è nuova, fino a una decina di anni fa partecipavano al percorso solo alcune coppie che già convivevano; attualmente la tendenza è cambiata, sono veramente poche quelle che non convivono e molte conviventi hanno già dei figli.

Una volta il tempo di prova era il fidanzamento, ora è diventata la convivenza, se non funziona si ritenta. La convivenza viene spesso paragonata al matrimonio, ma non è la stessa cosa.

Crediamo che scegliere di sposarsi sia una scelta molto coraggiosa, perché nel farlo ci assumiamo delle responsabilità, ma stiamo investendo sul nostro progetto di vita più importante, la nostra futura famiglia. Dobbiamo esserne convinti, e dal momento che riteniamo che l'altra persona sia la persona migliore per noi, doniamo tutto nel rapporto e la nostra vita sarà piena. Naturalmente alla base di questo c'è una condizione fondamentale: dirsi la verità.

Quante coppie hanno partecipato nella scorsa edizione del corso?

Lo scorso anno hanno frequentato il percorso 24 coppie; noi chiediamo la continuità della frequenza degli incontri, ogni serata è legata all'altra e il non partecipare a tutti gli incontri, crediamo faccia perdere delle opportunità di riflessione importanti, di messa in discussione per la crescita del dialogo nella coppia.

In Italia ci sono sempre meno matrimoni celebrati in chiesa, è solo per un motivo spirituale e di mancanza di fede?

Qui il discorso diventa complicato, non pensiamo sia solo il fatto spirituale che è cambiato negli anni, ma sono diminuiti anche i matrimoni civili, ci sono più convivenze. Il pensiero comune è che se il rapporto non funziona ognuno torni a casa sua. Siamo in una società che sta dimenticando che la famiglia deve essere messa al centro.

Quale consiglio per le coppie giovani che hanno paura di fare il grande passo a causa della crisi sociale che stiamo vivendo?

Troviamo ragazzi che si inseriscono nel mondo del lavoro dopo i trent'anni, con lavori precari, stipendi che non permettono loro di poter mantenere una moglie/marito figuriamoci dei figli... D'altro canto è pur vero che i nostri genitori forse avevano meno stabilità economica di noi, ma avevano davanti il “futuro”, delle certezze, che alle giovani generazioni sembrano negate.

Continuare a credere nella famiglia è la scommessa su cui dobbiamo puntare e investire, i ragazzi che decidono di sposarsi sono dei capitani coraggiosi, coloro che lo fanno con il matrimonio cristiano hanno una ricchezza grande perché permettono a Gesù di entrare quotidianamente nelle loro vite, non lasciandoli mai soli. La famiglia è la risposta alla crisi sociale, mettersi al lavoro per riscoprire la vocazione all'amore e diventarne testimoni attivi.

Come saranno strutturate le lezioni?

Per noi non sono lezioni ma incontri; si parte con l'accoglienza, viene firmato il registro delle presenze, una prima parte della serata lo si fa insieme a tutti in assemblea trattando l'argomento in scaletta, con testimonianze, a volte relatori, poi ci si divide in piccoli gruppi e ci si confronta sulle tematiche trattate e alla fine si ha un ritorno in assemblea per condividere gli spunti di riflessione che sono usciti. Il sacerdote legge un brano del Vangelo e lo commenta poi solitamente ci fermiamo insieme mangiando qualcosa in compagnia chiacchierando e conoscendoci meglio.

Da sette anni abbiamo creato un progetto legato al percorso fidanzati chiamato “Lanterne della preghiera”, coinvolgiamo delle famiglie che vivono nel luogo in cui i futuri sposi andranno ad abitare, a cui diamo una lanterna, una lettera di incarico e affidiamo alle loro preghiere le coppie dei fidanzati che partecipano agli incontri e che andranno a conoscere nell'ultima serata del percorso. Sono nate delle belle amicizie. Le famiglie che pregano per questi ragazzi e i nubendi sono molto coinvolte emotivamente.

Per informazioni sul corso: Parrocchia di Castelnovo ne' Monti - tel. 0522 812401 segreteria - Sig. Razzoli Gabriele - Tel. 0522 811673 [email protected].

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  1. Non è certo facile analizzare un fenomeno di questa natura e portata, quale è la cospicua diminuzione dei matrimoni cui stiamo da tempo assistendo, ma il pensare che il lavoro precario, in una col non lauto o scarso stipendio, sia per i giovani un dissuasivo “deterrente” riguardo all’unirsi in matrimonio, mi sembra un’idea che vacilla un pò, se guardiamo all’epoca dei nostri padri e nonni, e anche più indietro.

    Allora, per molti, gli ombrelli sociali erano piuttosto deboli, se non inesistenti o quasi, e anche le certezze per il futuro non erano affatto scontate, ma andavano semmai costruite con impegno e perseveranza, specie per chi svolgeva una attività in proprio, ma la prassi per le giovani coppie era comunque quella di sposarsi e “metter su famiglia”, nella quale i ruoli dei genitori erano peraltro abbastanza chiari e distinti.

    Credo che tutto ciò nascesse dal modello di vita cui si ispirava la società di quegli anni, e che è stato poi “messo all’angolo”, anche tra l’indifferenza di chi poteva fare probabilmente qualcosa in più per difenderlo, ma ha preferito invece “voltarsi dall’altra parte” e lasciar fare, salvo accorgersi ora dell’importante ruolo che svolgeva la famiglia tradizionale, ma temo che ci si trovi a “chiudere la stalla quando i buoi sono scappati”.

    P.B. 21.10.2019