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Peder Nadel, Santa Claus o Santa Lucia: quanti modi per dire Babbo Natale

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Mi è stato chiesto un parere sull'espressione dialettale Pêder Nadêl in seguito ad una foto pubblicata su Redacon.

Dal punto di vista informativo è bene informare per tempo i cittadini. E anche l'espressione Pêder Nadêl può creare un attimo di ilarità invece che di rabbia.

Dal punto di vista linguistico, beh!, siamo fuori strada.

Babbo (Bàbo) in dialetto ha solo il valore di una battuta affettuosa, quasi per blandire l'affetto del genitore.

Pâder in montagna, Pêder verso la pianura (la prima E ha suono aperto e lungo per non confonderla con Pietro [Pêder, con la E chiusa e lunga]), indica un atteggiamento di rispetto del figlio verso il genitore. Sui dizionari dialettali di cui dispongo, (3 di Reggio, 3 di Modena, 1 di Bologna) non compare Babbo Natale, e Bàbo ha appunto il significato di un vezzeggiativo verso il proprio papà. Sotto la voce Pêder non compare mai l'espressione Pêder Nadêl.

Babbo Natale, Santa Claus, Santa Lucia, e anche l'albero di Natale, sono tradizioni importate nel nostro mondo molto in ritardo, quando già il dialetto era contaminato con l'italiano della scolarizzazione generale. A noi bambini i regali li portava solo la Befana, col rito della calza appesa al camino.

Quelle usanze sono giunte a noi tramite le donne che andavano a servizio a Milano o a Genova.

Il primo albero di Natale l'ho visto a casa di una mia cugina nel 1946. Ma anche lei era stata a servizio a Milano. Poiché da noi non c'erano abeti l'albero fu realizzato con un bel ginepro. I pini c'erano ma non si potevano spuntare. Bisognava lasciarli crescere per alto perché il loro fusto serviva poi a fare le travi per i fienili.

Il consiglio è di conservare la forma originale per le espressioni che non sono nate in dialetto, quindi: Babbo Natale, Albero di Natale, Santaclàus (Sanctus Nicolaus).

3 COMMENTS

  1. Lungi da me l’intenzione di voler fare il saccente, ma è noto che non esiste un solo dialetto montanaro, ma bensì che vi sono i dialetti montanari perché ogni paese ha il suo. Ciascuno mostra particolarità e pronuncie diverse molto accentuate specie nel crinale, e ovviamente anche affinità fra quelli di paesi limitrofi. Lo dimostra l’esempio del commento di “anonimo” (“pà” e” babb”- forse ligonchiese e dintorni?) a cui aggiungo “babbo” e “Bôn Nadāl” (collagnese).

    PG Ferretti

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