I sindaci dei Comuni della montagna reggiana si sono trovati a fine anno per un summit in una nota trattoria di Castelnovo.
Oltre ai primi cittadini dei sette comuni dell’Unione Montana dei Comuni dell’Appennino Reggiano erano presenti i sindaci di Baiso, Viano e Vezzano.
Secondo alcuni nell’incontro è stato definita improvvida l’esclusione dei comuni di Baiso, Viano e Canossa dall’Unione Montana, già presenti nella precedente Comunità Montana. I Comuni estromessi dalla “montagna” hanno dovuto aderire ad Unioni con Comuni della collina-prima pianura con i quali hanno poca somiglianza. È trapelato che i sindaci presenti abbiano dichiarato che le Unioni funzionano se fra i comuni associati c’è affinità e per Baiso Viano e Vezzano l’affinità è sicuramente maggiore con l’Unione Montana che non con le Unioni a cui appartengono.
Forse analogo discorso vale per Canossa. Alla luce di queste rivelazioni è lecito aspettarsi nei prossimi mesi una richiesta da parte dei sindaci presenti all’incontro di rivedere la composizione delle Unioni dei Comuni reggiani a sud della via Emilia. Se la cosa andasse in porto rispetto alla vecchia Comunità Montana entrerebbe Vezzano: si salirebbe di nuovo a 10 Comuni con un peso politico di tutto rispetto e che, negli ultimi anni, è oggettivamente mancato.
Nello stesso periodo l’Unione Montana – che ha due organi la giunta, composta da tutti i sindaci o da loro delegati, e dal consiglio in cui siedono un membro di maggioranza (con voto doppio) e uno di minoranza per ogni Comune - ha variato il proprio statuto aggiungendo al presidente e vicepresidente dell’Unione il presidente ed il vicepresidente del consiglio dell’Unione, diversi dai primi due.
Inoltre è stato accorciata la durata in carica dei presidenti e vicepresidenti in modo da poter fare una rotazione di cariche ogni 10-12 mesi.
“L’Unione Montana è un ente importante con i suoi 34.000 abitanti – afferma Luca Zini, capogruppo di maggioranza (Pd) all’Unione dei Comuni
Ora andremo a eleggere le nuove figure, cosa che cercheremo di fare in accordo tra consiglieri di maggioranza e minoranza”. Si parlava di Tiziano Borghi come prossimo presidente dell’Unione dal 2020.
“Certo è quello che ha lavorato più a stretto contatto con Bini, ma il nome è relativo, dovrà essere scelto in accordo di tutti. Dovremo andare oltre i vecchi campanilismi ”.
L’approvazione del nuovo statuto dell’Unione dei Comuni dell’Appennino Reggiano, avvenuto il 30 dicembre, ha visto l’astensione di alcuni consiglieri presenti alla votazione.
Verrebbe da dire che la storia si ripete, perché la sinistra pare rimpiangere la Comunità Montana, dopo averla voluta “improvvidamente” e ostinatamente estinguere, senza sentir ragioni come si usa dire (ho riportato lo stesso termine che qui vedo riferito, non a caso, alla esclusione dalla Unione dei tre Comuni di Baiso, Viano e Canossa).
Dico che la storia si ripete perché mi sembra che la sinistra si sia “pentita” di aver i fatto abolito le Province, o di averle comunque trasformate in qualcosa di molto diverso dall’originale, e analoghi ripensamenti mi sembrano circolare, sulla stessa sponda politica, riguardo alla Prima Repubblica (un tempo tanto osteggiata e “vituperata”).
Il bello è che tutte queste apparenti “giravolte” avvengono senza aver mai sentito dire “ci eravamo sbagliati”, o almeno io non mi sono accorto di averlo udito, come se tutto questo “fare e disfare” fosse responsabilità di altri, mentre se si ammettono in qualche misura i propri errori, riesce forse meglio l’ovviarvi nel miglior modo che sia possibile.
P.B. 03.01.2020
P.B.
Progetto ambizioso il nostro : riportare all’interno della nostra unione i comuni di Vezzano, Baiso, Viano e Canossa. Prove di avvicinzmeto quelle del pranzo di fine anno. Tanti i punti che ci accomunano, turismo, ambiente, agricoltura, strategia aree Interne. Su questi argomenti pensiamo di iniziare a parlarne con la nuova giunta della regione e con le unioni interessate. Per noi è u’ impegno e un obiettivo che vogliamo raggiungere. Una cosa che però vorrei precisare : l’uscita dalla comunità montana di Baiso, Viano e Canossa non è stata una cacciata ma un percorso condiviso da tutti i comuni. L’ allora legislazione regionale imponeva di appartenere ad un unico distretto sanitario e scolastico da parte dei comuni, quindi non era più possibile da parte dei comuni interessati (Viano, Baiso, Canosa) di rimanere in comunità montana e appartenere nei distretti sanitari e scolastici della val D’Enza e della val secchia. Quindi di comune accordo sono sono usciti dalla comunità montana dell’Appennino Reggiano. Ora è possibile invece si può aderire ad una unione e rimanere nel distretto sanitario e scolastico di un altra. Quindi nessuna cacciata. Ora invece si può. Quindi lavoriamo per allargare la nostra unione.
Enrico bini
Dott. PB, lei era consigliere mi pare di quella comunità montana e conosce bene come stavano le cose.
Enrico Bini.
Enrico bini
Speravo sinceramente di leggere la lettura che P. B. avrebbe dato di questa vicenda, per quanto dall’articolo essa venga individuata piuttosto stringatamente (se non altro per il fatto di essere emersa in un contesto informale come può esserlo quello di un ritrovo gastronomico). Desiderio esaudito. Caro P. B., considero la sua versione senz’altro cristallina e veritiera, e penso che, in quanto tale, meriti di essere ulteriormente considerata e divulgata. Anche per questo motivo, penso che la prima delle esigenze in materia di siffatte operazioni, ordinarie e straordinarie, sia senza ombra di dubbio quella di assicurare la più ampia divulgazione, che risponde ad un preciso diritto dei cittadini che abitano la Montagna, e questo a prescindere dall’effettiva risposta che, poi, possa provenire dalla cittadinanza: l’interlocuzione, anche solo potenziale, è utile ad assumere decisioni più giuste ed efficaci.
Nell’interesse dei cittadini dei Comuni a suo tempo esclusi dall’Unione giova, tuttavia, “passare oltre” quello che è stato il dibattito di un tempo, e che tanto può esserci costato, e ri-attualizzare le esigenze che si collocano a motivo di un possibile cambiamento del proprio assetto amministrativo, ponendo attenzione agli interessi pubblici e privati in gioco e perseguendo l’obiettivo di risolvere positivamente i problemi gravemente determinati dal terribile decennio che ci portiamo alle spalle, non da ultimi le sempre più diffuse cessazioni di attività artigiane e commerciali nonché il comune fenomeno dello spopolamento che è arrivato ad interessare persino le aree urbane dei capoluoghi. La mia speranza, in definitiva, è che possa esserci speranza, soprattutto per la nostra economia e per le giovani generazioni. Un caro saluto.
Un cittadino
Il secondo commento del Sindaco ci riporta ai tempi in cui si discuteva del riordino delle Comunità Montane, e in quegli anni furono molteplici gli interventi in materia dell’allora minoranza od opposizione consiliare – prima e dopo la Legge Regionale n. 10 del 30 giugno 2008 – interventi argomentati dove si rimarcava l’importanza del ruolo svolto dalla Comunità Montana, quale Ente che rappresentava la unicità e la identità, e pure la “forza”, dell’intero nostro territorio, comprendente all’epoca i tredici Comuni dell’originario comprensorio montano, ovvero anche quelli di Baiso, Canossa e Viano.
Fra l’altro, quella minoranza chiese ripetutamente – con scritti che forse sono ancora agli atti, o quantomeno lo erano – che la materia venisse portata all’ordine del giorno del Consiglio comunitario, così da poter eventualmente trovare posizioni comuni in proposito, da sottoporre poi agli Organi “superiori”, ma se non ricordo male quelle richieste non ebbero fortuna, talché a me non è dato sapere “come stavano le cose” in casa della maggioranza, e cosa ne abbia ispirato le scelte (ossia le decisioni prese allora dalla parte politica “governante”, che è la sola a potercene dare spiegazione).
P.B. 04.01.2020
P.B.