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40° di sacerdozio per don Giancarlo Pergreffi

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La prima Messa di don Giancarlo insieme a don Romano Carnevali

Celebrazione di sapore natalizio nella giornata di Santo Stefano, nella Pieve romanica della frazione di Bagnolo, per don Giancarlo Pergreffi, che ha ricordato i suoi 40 anni di sacerdozio. A Pieve Rossa celebrò la sua prima Messa nel settembre del 1979, nella settimana in cui vennero ordinati monsignor Lorenzo Ghizzoni e don Riccardo Mioni.
Al suo fianco, il parroco di allora don Romano Carnevali e don Pasquino Fontanili, che aveva ospitato a Bagnolo, la sera precedente, il rito di ordinazione. Con don Giancarlo, quel giorno, anche alcuni sacerdoti Servi della Chiesa, istituto al quale è stato legato fin dai tempi degli studi nel collegio di Guastalla.

Significativa l’omelia, che ha voluto incentrarsi sulla figura del diacono santo Stefano e sul significato del dono. Un dono, ha detto, "che, senza riserve, investe l'esistenza di ognuno di noi, se veramente portiamo Cristo nella nostra vita per arricchire la vita degli altri, anche se questo costa fatica, incomprensioni e dolori". Un dono anche il sacerdozio, come è stato ricordato al don al termine della celebrazione, elencando, quasi come un tetris, le parrocchie che hanno visto la sua presenza, da Roma alla Magliana fino a ora, parroco nell’unità pastorale di Cervarezza, Busana, Nismozza, Talada e Frassinedolo.

Pieve Rossa: S. Messa per il 40° di don Giancarlo

Il parroco don Guerrino Franzoni ha ricordato come anche la fisionomia delle nostre parrocchie sia cambiata radicalmente negli ultimi anni e come la figura del prete sia indispensabile e preziosa per l’annuncio e la testimonianza. Una festa di famiglia infine richiamata da due episodi che don Giancarlo con il suo proverbiale humor ha saputo "donare" ai fedeli. La prima riguarda la sua famiglia di origine. Ai genitori, che dopo l'ordinazione, all’annuncio della prima destinazione a Roma, nel quartiere della Magliana, avevano espresso forti perplessità e preoccupazione, ha detto: "Capisco la vostra preoccupazione, ma se vo lete accetto la seconda proposta, che in realtà non c'era, in Missione all'estero!". I genitori al lora, accettarono di buon grado la scelta del vescovo. Il secondo riguarda le sue parrocchie di montagna. Frassinedolo, oltre ad essere un borgo splendido, somigliante ad un presepe, è certamente una delle parrocchie più piccole d’Italia, dodici abitanti, con un frequenza alla Messa festiva quasi totale. Una famiglia allargata, dice don Giancarlo, dove alla celebrazione del sabato, prima di iniziare, se qualcuno manca, come per uno di casa, ti preoccupi e chiedi come sta e perché non sia presente.

Al termine, un dono che lo aiuterà nelle celebrazioni, un brindisi, tanti saluti e ricordi da amici venuti dalle parrocchie vicine. E mentre l’auto del don torna verso Bagnolo e da lì in montagna, fiancheggiando il piccolo cimitero dove riposano i suoi cari, viene spontaneo, continuare a ringraziare Dio Padre per il dono dei sacerdoti che nelle nostre comunità hanno trovato la loro vocazione e coltivato il loro cammino.

Carlo Incerti

(La Libertà, edizione 22/01/2020)