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Sergio Cardone ci racconta il suo ultimo libro “Chi ha ucciso Gianni Magnani”

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Un cadavere che galleggia nel mare di Ostia, un architetto romano con origini reggiane e un ispettore donna che conduce le indagini per la procura. Questi sono gli ingredienti dell’ultimo romanzo di Sergio Cardone, nato a Roma nel 1953 ed emiliano per adozione. Dal 2010 infatti Cardone vive a Castelnovo. Oggi dopo aver fatto il ferroviere per una vita, oltre a dedicarsi alla narrativa è molto attivo nel sociale. Fa il volontario Auser nelle scuole di Castelnovo (medie ed elementari) e l'istruttore di scuola calcio col Progetto Montagna.

Cosa ci puoi raccontare del tuo ultimo libro “Chi ha ucciso Gianni Magnani”?

Il nuovo romanzo è un giallo un po' particolare, inizia col ritrovamento di un corpo nel mare di Ostia e prosegue, a capitoli alterni, con il racconto della vita di questa persona, l'architetto Gianni Magnani, romano con origini reggiane, e delle indagini compiute dagli inquirenti, in particolare dal commissario Clorinda De Robertis per arrivare a scoprire cosa c'è dietro la morte di Magnani. All’interno del romanzo ci sono altre storie, come quella del marito del commissario, giornalista e scrittore, impegnato nella scrittura di un saggio sulle origini dell'umanità.

Che cosa ha significato vincere il premio “Crovi” nel 2018?

Il premio che mi hanno attribuito al "Crovi" del 2018 è stato, oltre che una bella soddisfazione, un invito a continuare ad impegnarmi con ancora maggiore convinzione in questo mio piccolo mestiere di narratore. Avevo già ricevuto altri premi in campo artistico, visto che prima di iniziare a occuparmi di narrativa ho fatto musica, in particolare il cantautore, il pittore e lo scenografo, però questo premio al "Crovi" mi è stato particolarmente gradito. Un po' perché si tratta di un premio in un concorso nazionale e, soprattutto, perché mi ha confermato la validità delle cose che scrivo.

Da dove prende ispirazione per i tuoi libri?

Potrà sembrare strano ma molto di quello che scrivo proviene dai miei sogni. Mi capita a volte di fare dei sogni che somigliano a sceneggiature e, quando mi sembrano interessanti, non è troppo complicato ampliarli e farli diventare un romanzo o un racconto.

In altre occasioni sono dei personaggi che prendono vita nei pensieri a suggerirmi un'idea. Un'idea che poi può essere modificata dagli stessi personaggi che, man mano che scrivo, rivelano aspetti che non avevo considerato all'inizio costringendomi a rivedere le mie idee su di loro.

Quando ha iniziato a scrivere i primi racconti?

Ho iniziato tra intorno al 2002 più o meno. Venivo da una lunga storia di autore di canzoni, ma in quel periodo ho cominciato a realizzare che lo spazio ristretto di una canzone non mi bastava più. in quel periodo ero ancora molto preso pure dalla pittura e da un'altra delle molte attività artistiche cui mi è capitato di dedicarmi: la realizzazione di plastici e diorami di carattere storico-archeologico, che finivano poi per costituire i supporti tridimensionali per eventi e mostre. Questi plastici e diorami venivano esposti accompagnati da piccoli volumi che mi occupavo personalmente di redigere. Però questa cosa aveva più a che fare con la saggistica che con la narrativa, anche se mi ha fornito l'esperienza necessaria per pubblicare libri e librettini. Poi a un certo punto ci fu il sogno dal quale presero vita "Il bar della stazione" e tutta la mia attività successiva in campo letterario

Comunque, alla fine, scrivere per me è una necessità. Una necessità simile a quella che mi spingeva a scrivere canzoni o a realizzare quadri.

Sei nato a Roma ma ora vivi a Castelnovo, ti piace la montagna?

Mi trovo molto bene qui in Appennino, sono ormai ben integrato e conoaciuto per le mie attività, tra le quali ho finora dimenticato di citare il ruolo di chitarrista del coro di Cinquecerri, il Cinc Cerr Cor. Poi qui ho la mia compagna, Francesca e la sua famiglia, una grande, bellissima, famiglia emiliana. Mi piacciono i posti e, pur essendo un marinaio (ho vissuto a Ostia gran parte della mia vita) mi piace molto il paesaggio montano. il mio luogo d'elezione è San Pellegrino in Alpe, dove si gode una visione spettacolare delle Apuane, per me le montagne più affascinanti tra quelle che ho visto.

Quali sono i tuoi autori di riferimento?

I miei autori di riferimento sono praticamente tutti quelli che ho letto. L’ultimo romanzo, "Gianni Magnani" è nato anche dalla rilettura di un romanzo di quello che è stato il mio primo grande amore letterario: John Steinbeck. Poi credo di aver preso qualcosa da Calvino, Pavese (le poesie più che i romanzi), Elsa Morante, Pasolini, Eco, Moravia, Silone. Poi ci sono miei amati libri di storia, etologia, etnologia e paleoantropologia. E ci sono Follett, Dan Brown...

Progetti futuri?

I progetti futuri sono appunto al plurale, cioè più d'uno. C'è una trilogia di racconti fantasy che ho iniziato a scrivere e c'è l'idea di un secondo giallo con protagonista il commissario Clorinda De Robertis. Infine ci sarebbe l'"Autobiografia romanzata di Arturo Iadecola, archeologo abruzzese", ma per il momento è una cosa solo da ridere, un po' come il titolo. Spero di vivere ancora in buona forma e abbastanza a lungo da poter scrivere e pubblicare tutta 'sta roba e pure qualcos'altro.

1 COMMENT

  1. ringrazio Redacon e, in particolare Cecilia per la pubblicazione della mia intervista, pubblicata peraltro anche da Tuttomontagna. Spero che molti possano essere incuriositi da questa storia, abbastanza da voler leggere il libro che, oltre che nelle edicole di Castelnovo, è acquistabile on line sui principali siti, da Amazon a Mondadori, Ibs, Feltrinelli e tanti altri. Grazie ancora!!!

    sergio cardone

    • Firma - sergio cardone