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Simone Giovanelli: come si prepara un pilota di rally in montagna

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Il rally dell’Appennino, che si terrà il prossimo marzo, è un evento che richiama decine di appassionati e professionisti ogni anno. Simone Giovanelli, montanaro nato a Castelnovo Ne’ Monti il 6 settembre 1990, lavora nell’azienda agricola dei genitori, ma è un appassionato ed esperto pilota.

Com’è andata nata la passione per questa disciplina?

La passione per il rally è nata grazie a mio padre. Fin da quando avevo 7 anni mi portava a vederli in sua compagnia. E con il passare del tempo mi sono sempre più appassionato. Fin da piccolo ho sempre sognato di correre e mi chiedevi se un giorno lo avessi potuto fare anche io. Non appena ho compiuto 18 anni ho iniziato a correre.

A quante gare hai partecipato finora?

Ho fatto circa 15 gare. Ho iniziato a guidare con un modello Peugeot 106 rally e sono salito un po’ per volta di grado. Non ho mai fatto campionati completi, anche perché trovare gli sponsor è molto difficile, soprattutto qui in montagna. Per questo motivo faccio le mie due o tre gare all’anno. Ma forse, proprio quest’anno, avrò uno sponsor per fare un bel campionato italiano. Incrociamo le dita!

Come ci si allena per correre un rally?

Per prepararsi fisicamente bisogna fare un determinato tipo di esercizi: corsa e nuoto per allenare la resistenza e una serie di esercizi specifici per braccia e spalle. Inoltre, servono molta concentrazione e riflessi pronti. Ed è molto utile allenarsi sui simulatori, la nuova frontiera dell’allenamento da casa!

Chi è il proprietario della tua macchina?

La vettura che usiamo è di un team svizzero che si chiama Gilauto sport ed è una Peuget 208 R2. Con loro abbiamo un ottimo rapporto, anche di amicizia personale e sono veramente ottime persone. Oltre a questo sono molto professionali e preparati sul campo gara e nel parco assistenza. Ogni volta mi accompagna anche il mio migliore amico Lorenzo Del Rio che mi segue, mi aiuta, mi consiglia e rimprovera al bisogno.

Viaggi in tutt’Italia per le gare?

Le competizioni sono in tutt’Italia. Per il momento, però, io ho fatto più che altro gare locali come il rally dell’Appennino Reggiano, il rally del Taro, in provincia di Parma, quella del monte Caio, ma anche gare fuori regione come il Ciocco, il Lucca in Toscana e il Monza.

Oltre essere pilota, dall’anno scorso seguo due amici siciliani nel campionato italiano rally. Con un amico facciamo da ricognitori.

 In cosa consiste fare da ricognitore?

Questi ragazzi corrono in massima categoria e hanno bisogno di avere più informazioni il più possibile precise durante le gare. Noi passiamo circa due ore prima di ogni prova con le loro note sul tracciato per correggere e segnalare le condizioni del tracciato: sporco in curva, asfalto bagnato, temperatura dell’asfalto, varie pozze nascoste, tagli ecc… E’ un ruolo fondamentale perché il pilota si deve fidare al 100% alle indicazioni date da noi. Abbiamo una grossa responsabilità e inoltre si decidono insieme gomme e strategie di gara.

Anche questa passione mi porta a viaggiare in tutt’Italia: una passione a 360°, che non è semplice conciliare con il lavoro. Faccio del mio meglio per fare entrambe le cose.

A breve ci sarà il rally dell’Appennino. Ci puoi dire qualcosa di più in merito?

In montagna è una competizione molto seguita perché è la prima gara del campionato Irc Pirelli. Inoltre ci sono sempre molti iscritti poiché i premi in denaro sono alti.

Stiamo valutando se partecipare. Ovviamente ci teniamo molto alla “gara di casa” e pensiamo di gareggiare come abbiamo fatto sinora. La competizione è organizzata dal Grassano rally team di San Polo. La partenza del rally sarà a Reggio Emilia con arrivo a San Polo. Riordino e assistenza saranno posizionati a Ciano d’Enza. Le prove speciali sono 4: sabato a San Polo e Casina (ripetute due volte ciascuna); mentre alla domenica si sale in montagna con le due prove storiche: Buvolo e Trinità (ripetute tre volte ciascuna).

Hai mai avuto paura a scendere in strada?

Paura non tanta. Forse le prime volte che ho gareggiato c’era più adrenalina del dovuto, ma questo è normale per i principianti.

Logicamente se uno possiede “la velocità nel sangue” va forte a prescindere; altri invece per arrivare a certi livelli devono farsi le ossa sulla strada e prendere confidenza con lea macchina: è un percorso molto lungo.

Si fanno molti incidenti?

Ovviamente può succedere, per fortuna oggi c’è un livello di sicurezza molto elevato notevole nelle vetture da rally. In caso di incidenti anche gravi, la maggior parte delle volte, piloti e navigatori ne escono sempre incolumi.

Chi è il tuo navigatore?

Il mio navigatore è mia moglie Erika. Finora ha già fatto 5 gare con me! Ci conosciamo da 6 anni e dopo circa un anno gli ho attaccato questa passione. In passato ho corso con diversi amici.