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Il toanese Ezio Campani: volontario della Protezione Civile nell’ospedale da campo di Bergamo

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Lunedì 6 aprile all’ospedale da campo allestito alla fiera di Bergamo sono arrivati i primi pazienti Covid, trasferiti dall’ospedale Papa Giovanni. La struttura possiede 140 posti letto, di cui 72 di terapia intensiva. A realizzarla, l’Associazione Alpini insieme alla Protezione Civile e agli artigiani, tutti volontari.

“Siamo in tre per turno e lavoriamo h24 per tenere monitorata la zona – racconta un nostro concittadino, Ezio Campani di Toano. Ezio è partito venerdì scorso come volontario antincendio della Protezione Civile e nelle poche ore di pausa prima che ricominci il turno, ci ha raccontato il suo lavoro all’interno dell’ospedale.

“Il nostro compito è quello di pattugliare la zona e tenere monitorate le oltre 60 telecamere della struttura - inizia Ezio -. Quando arriva la chiamata dell’elisoccorso, ci danno un quarto d’ora per indossare le tute ignifughe sopra quelle che già possediamo, i guanti e i caschi e arrivare in postazione con gli estintori. Al momento non è ancora successo niente, ma il rischio di incendi è alto e dobbiamo tenerci sempre pronti a intervenire”.

Ezio è uno dei pochi volontari antincendio dell’Emilia-Romagna – in tutto dieci – che ha accettato di svolgere il servizio e recarsi a Bergamo. “Della nostra regione ci siamo io e una ragazza di Piacenza. In tutto siamo 9, sufficienti per coprire i turni dell’intera giornata”.

Ezio rientrerà a casa per Pasqua, ma afferma di voler riproporsi verso la fine del mese. La carenza di personale si fa sentire non solo tra i medici. Per il tipo di servizio che svolge Ezio bisogna essere preparati e non avere più di 60 anni. La selezione, in questo periodo, diventa inoltre più severa. “Mi sento più sicuro qui che dentro un negozio o al supermercato – afferma – ma non giudico chi non se la sente, in fondo siamo tutti volontari”.

L’ospedale da campo, infatti, viene igienizzato a giorni alterni, i bagni sono divisi e il personale è obbligato a procedere alla svestizione e vestizione ogni volta che entra o esce. “Dormiamo in tende 5x5 in due, separati solo dai fuochi, ma non mi preoccupo perché l’attenzione alla sanificazione degli ambienti e l’applicazione delle regole di distanziamento sociale è molto alta. Pensare che in un tavolo da sei ci mangiamo in tre”.

Ezio rimarrà a Bergamo una settima e conclude: “Noi siamo stati i primi ad arrivare sul posto. Siamo i più fortunati perché abbiamo avuto modo di perlustrare la zona dal vivo prima che arrivassero i primi pazienti”.

I prossimi che verranno, infatti, non potendo in alcun modo accedere agli interni a causa dell’elevato rischio di contagio, dovranno riuscire a monitorare l’intera struttura guardandola solo attraverso le telecamere e una piantina.