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La Resurrezione

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Certo, quest'anno non è il caso di chiamare a raccolta tutte le cose belle che fanno da cornice alla nuova primavera e alla Pasqua. Le circostanze non lo permettono. Accontentiamoci dei ricordi e della nostalgia in attesa di tempi migliori. Anche questo percorso, al termine, prevede una resurrezione: rapporti più umani tra di noi, rispetto per la natura, riflessione sugli errori commessi. Avrei anche preferito introdurre l'argomento con un bel concerto di campane. Ci stava. Ricordo l'emozione che provavo quando il diacono, durante la Messa di Resurrezione, la notte del Sabato Santo, intonava l'Exùltet e tutta la chiesa si illuminava con ceri e candele. Forse pensava a questo anche il Manzoni quando stendeva il testo della Resurrezione.

Un fatto, la resurrezione, che supera le leggi della natura. Lo avevano annunciato i Profeti, i mirabili veggenti / che narrarono il futuro. Stando alla voce della tradizione Gesù, appena spirato, scese nel Limbo a liberare le anime dei Padri, dei profeti. Anche per loro iniziava la resurrezione: passavano da una vita sospesa alla vita eterna.

Le vicende umane seguono un loro binario. E sui morti resta solo da manifestare il dolore per la perdita. Non è così per il Cristo. Non è più nel sepolcro. Il coperchio è stato rovesciato come una foglia secca. Lo stacco è perentorio e non ammette repliche: È risorto! Sembra la risposta ai capi dei farisei: Lo avete ucciso sperando di mettere a tacere il suo messaggio e i vostri rimorsi. Ma oggi Lui è risorto. Ha mantenuto la promessa. E ora spiegateci: come mai il suo corpo è stato sottratto alle leggi della morte? Come mai è riuscito a vincere il potere della morte? Solo chi ha un potere superiore alle leggi di natura lo può fare. È inutile camuffare la verità. Lui è risorto!

È risorto! Un incipit imperioso, che costringe alla riflessione. Uno stacco simile il Manzoni lo userà dieci anni più tardi per ricordare la scomparsa di Napoleone, di quello che, per il giovane Alessandro, era stato un idolo, poi una delusione. Qui però la costatazione è negativa: Ei fu! Si, si tratta di un grande personaggio che ha lasciato una traccia nella storia. Si tratta di Napoleone, ma ora è tutto finito: Ei fu! La partita è chiusa. Nella Resurrezione, invece, si ricomincia tutto daccapo. L'autore sembra dirci: aprite gli occhi, il piano di Dio si è realizzato. Lungo i secoli Dio ha inviato all'uomo tanti segnali. Segnali che sistematicamente sono stati ignorati, non compresi. Non facevano comodo! Oggi quelle profezie sono una realtà.È un messaggio di luce quello della Resurrezione: era folgore l'aspetto / era neve il vestimento. E nel celebrarne il ricordo anche il ministro deve adeguarsi: Sacerdote, in bianca stola / esci ai grandi ministeri / tra la luce dei doppieri / il risorto ad annunciar.

A duecento anni dalla composizione il testo ci potrebbe sembrare non più consono. In particolare in una circostanza come quella che stiamo vivendo quest'anno. Tornerà la gioia, … ma pacata in suo contegno, / ma celeste, come segno / della gioia che verrà. È l'augurio di Buona Pasqua che il Manzoni ci invia.

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