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E’ sempre guerra. L’ex sindaco Marconi ricorda una storia di guerra di suo nonno medico

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Auguri al dottor Gianluca Marconi (ex sindaco) che dopo 44 giorni e 2 tamponi negativi è stato collocato nella lista dei guariti dal covid-19 delle statistiche numeriche della Protezione civile.

Ora, con molta stanchezza, è pronto per ripartire nella sua funzione di medico pediatra, ma prima vuole lasciarci una storia sconosciuta e significativa che si inserisce nei tempi che stiamo vivendo.

Una storia di guerra di suo nonno Pasquale, riemersa nella sua memoria in fuga dal coronavirus.

Gianluca Marconi racconta che durante seconda guerra mondiale, a Roma ci fu un terribile episodio di una malattia sconosciuta e pericolosa: si chiamava “K”, aveva sintomi gravi ed era molto contagiosa come questa pandemia. Era una bella storia romana che circolava tra colleghi medici che ruotavano attorno al suo letto. Forse per debolezza, ma anche per evadere dalla malattia, volge il pensiero a suo nonno Pasquale che durante la guerra aiutò tanti prigionieri alleati americani, russi, partigiani, tantissimi ebrei raccolti e nascosti a rischio nel suo ospedale di Castelnovo Monti.

Dopo averli curati, lì fornì documenti falsi e, da persone fidate, li fece accompagnare oltre la famosa linea Gotica. Gianluca ricorda quando nonno Pasquale Marconi bloccò i militi fascista che stavano portando via gli ebrei libici, chiamati i Bengasini, che all’epoca si trovavano a Castelnovo Monti; li volevano trasferire a Fossoli per essere poi deportati in campi di sterminio in Germania.

Il professor Marconi li abbracciò uno per uno e chiese loro scusa per quello che gli italiani gli stavano facendo. Per queste vicende Marconi fu arrestato e processato per un grave reato che prevedeva addirittura la pena di morte. Vincenzo Cersosimo, pubblico ministero a Verona nel processo contro Galeazzo Ciano e gli altri gerarchi che votarono contro Mussolini facendolo cadere da Presidente del Consigli il 25 luglio 1943, in un suo libro ha ricordato l’incontro che ebbe con Pasquale Marconi durante il processo a suo carico. Rimase sorpreso quando gli chiese se le accuse mosse a suo carico erano vere oppure no, la risposta fu inequivocabile: “Io sono un medico e nel malato vedo l’uomo, il mio prossimo che ha bisogno delle mio cure. Non mi preoccupo di sapere se è fascista, partigiano, prigioniero o ebreo”. Il giudice Cersosimo ha scritto nel libro: “Non potei fare a meno di alzarmi ed abbracciare questo grande medico”. Il nonno fu poi trasferito al Monastero San Benedetto di Parma in detenzione sotto la responsabilità dell’Abate. Da Parma riuscì poi a fuggire sui monti dell’Appennino e raggiungere le formazioni partigiane cattoliche con il nome di battaglia Franceschini. Il dottor Pasquale Marconi fu vice commissario politico del CNL Reggiano.

 

Settimo Baisi

18 COMMENTS

  1. Rileggo le parole del professor Marconi che mai come ora ci penetrano profondamente mettendo in discussione una pseudo etica comportamentale che ha messo l’io davanti a tutto. “Io sono un medico e nel malato vedo l’uomo, il mio prossimo che ha bisogno delle mio cure. Non mi preoccupo di sapere se è fascista, partigiano, prigioniero o ebreo”. Mi chiedo come abbiamo potuto accettare di essere assorbiti da tale egoismo. Grazie per averci fatto riflettere

    Marzia Bonicelli

    • Firma - Marzia Bonicelli
  2. Auguri per una totale e definitiva riabilitazione,Gianluca!
    Il ricordo del tuo nonno resta indelebile nel cuore di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo,con affetto e riconoscenza per tutto ciò che ha saputo realizzare a beneficio della nostra montagna e rimane sempre vivo nelle opere che ha costruito e nell’esempio che ha saputo dare.

    Mariolina Cagnoli

    • Firma - Mariolina Cagnoli
  3. COLGO L’OCCASIONE PER RICORDARE DON DOMENICO ORLANDINI, PARTIGIANO “CARLO”, COMANDANTE DELLE FIAMME VERDI :
    Un eroe dimenticato, sconosciuto don Domenico Orlandini, nome di battaglia “Carlo”: fondatore e comandante della brigata partigiana d’ispirazione cattolica “Fiamme Verdi’: che operò sull’Appennino tosco-emiliano della provincia di Reggio Emilia. Agente dei servizi segreti inglesi, fu decorato con la “Victoria Cross”, la più alta onorificenza di sua Maestà britannica, per aver, a più riprese, raccolto e fatto fuggire dai campi di prigionia italiani, 3700 prigionieri alleati, ai quali poi fece attraversare le linee del fronte fino a condurli ai comandi inglesi. Nei mesi che precedettero e seguirono la Liberazione nella provincia di Reggio Emilia, salvò dalle purghe rosse e dalla mannaia comunista innumerevoli cittadini di pregresse simpatie fasciste e tanti ultimi disperati combattenti della Repubblica sociale.
    Fu il primo, con i suoi uomini, a entrare a Reggio Emilia liberata; ed infine, quando i partigiani garibaldini della pianura minacciarono di instaurare nella città la tanto agognata repubblica bolscevica, egli mandò a dire ai comandanti comunisti che sarebbe sceso dall’Appennino con i suoi reparti di Fiamme Verdi per difendere Reggio Emilia. E costoro, che conoscevano bene il suo coraggio e le sue qualità militari, decisero di fare sventolare la bandiera rossa in ben altra direzione. Non c’è male per un povero parroco di montagna, classe 1913, deceduto nel 1977 …
    Personaggio, a volte ostico, ingombrante, sempre in bilico tra tonaca e uniforme, amicone di tutti in tempo di pace, terribile in guerra, ma leale e generoso, sempre con un occhio agli uomini e uno a Dio; ma soprattutto teso, anche a rischio della sua, a salvare quante più vite gli era possibile, senza curarsi quale divisa indossassero. ( Da una prefazione di Giancarlo Giannotti )

    Umberto

    • Firma - Umberto
  4. Caro Dr Marconi,
    Grazie per il Suo commovente ricordo del Prof. Pasquale. Nei racconti dei miei zii e di mia Nonna che lo hanno avuto amico, guida e maestro, lui era seduto di fianco al camino sul lato destro,nella casa sul Monte. A discutere e ragionare con Don Carlo e con il Prof Dossetti, a discutere e mediare con Miro ed Eros.

    Caro Umberto,
    Grazie per il ricordo vibrante di Don Carlo. Ho avuto la fortuna di conoscerlo. Mia nonna Gli voleva bene come a un fratello o forse qualcosa di più… quando si parlava di lui, diceva che per i suoi figli orfani, Lui era stato un padre in quegli anni….

    Franceschini e Carlo, fede, coraggio e consapevole orgoglio di essere Montanari.

    Luca Fioroni

    • Firma - Luca Fioroni
  5. Auguri di cuore ad una persona ma soprattutto ad un grande medico sempre molto presente. La porto sempre nel cuore con grande stima per averci accompagnato nella crescita del nostro primo figlio Pasquale e poi con la nostra seconda figlia Alessia quest’ultima con un momento fortunatamente finito bene. Grazie per tutto, ancora tanti tanti auguri
    Patrizia

    Spada patrizia

    • Firma - Spada patrizia
  6. Quanto riportato da Umberto sembra essere una ulteriore riprova di come fossero complessi quei tempi – oltre che travagliati e sofferti – nel corso dei quali ebbero ad intrecciarsi storie ed aspettative non sempre equiparabili, e talora di segno piuttosto diverso, rispetto a chi vorrebbe invece accreditarne una sola ed unica versione, ossia quella che il “bene” e il “giusto” stanno da una parte sola (tanto da far vedere come “male” e “negativo” tutto ciò che sta dall’altra parte).

    P.B. 30.04.2020

    P.B.

    • Firma - P.B.
    • Egregio P.B. come spesso accade fatico a capire la logica del suo commento. Fra nonno Pasquale che abbracciò i prigionieri ebrei rischiando il carcere, e che aiutò tanti prigionieri alleati americani, russi, partigiani, e i militi fascisti che stavano portando gli ebrei a Fossoli per poi mandarli nei campi di setrmninio in Germania, fatico davvero a non distinguere il “bene” dal “male”. Questo relativismo, che a volte sconfina nel revisionismo, secondo cui non ci sono buoni ne cattivi, è davvero stucchevole, oltre che irrispettoso per i morti e per la storia.

      Andrea

      • Firma - Andrea
      • Andrea, legga il discorso che Pasquale Marconi free in parlamento nel 1952 in merito alla lotta partigiana. Vedrà che non sempre il revisionismo è il male assoluto. Detto ciò, mi rallegro molto della guarigione del dott. Marconi, bene così, una bella notizia!

        MA

        • Firma - MA
  7. Egregio Andrea, nella mia riflessione ho fatto esplicito riferimento a quanto riportato da Umberto, dove si parla di don Domenico Orlandini, il quale, secondo ciò che qui troviamo scritto, fu “fondatore e comandante della brigata partigiana d’ispirazione cattolica…”, e partecipò dunque alla Resistenza, meritando altresì la decorazione con la “Victoria Cross”, ma si oppose invece alla instaurazione della “tanto agognata repubblica bolscevica”, ed inoltre “salvò dalle purghe rosse e dalla mannaia comunista innumerevoli cittadini di pregresse simpatie fasciste e tanti ultimi disperati combattenti della Repubblica sociale”.

    Se questi sono stati i fatti, cui mi sono attenuto nel formulare la mia precedente considerazione, significa che all’interno della Resistenza vi erano “sensibilità” differenti – non sempre equiparabili, e talora di segno piuttosto diverso, come dicevo nel mio primo commento – e pertanto non vedo francamente come si possa attribuirmi un relativismo che a volte sconfina nel revisionismo, ed è irrispettoso della storia (mi viene semmai il dubbio che possa essere poco “riguardoso” nei confronti della storia il volervi vedere ad ogni costo schematismi e semplificazioni che stridono abbastanza con la complessità degli accadimenti).

    P.B. 30.04.2020

    P.B.

    • Firma - P.B.
  8. Ma voi nipoti conoscete la parte di vostro nonno che andava a “sottrarre” sacchi di farina a Don Ferretti, parroco di Cagnola, per poi distribuirla a chi aveva fame, usando la macchina del Pretore Visani e con il Pretore Visani alla guida che non si è era accorto di niente?

    Giovanni Annigoni

  9. Carissimo Gianluca, hai fatto benissimo a ricordare tu nonno prof. Pasquale ed il grande contributo che ha dato alla lotta di liberazione; egli ha espresso totalmente quegli ideali di libertà, umanità e democrazia, che sono poi i valori fondanti della nostra Repubblica. Mi sono veramente commosso, leggendo quanto hai scritto, ricordato anche di quanto ha fatto mio padre in quel periodo nelle formazioni cattoliche come patriota ed infine confluito nel “battaglione alleato”,. Grazie di nuovo ed auguri.

    Corrado Ovi

    • Firma - Corrado Ovi