Riceviamo dal Comitato Salviamo le cicogne e pubblichiamo.
È stupefacente che si riesca a dire tutto ed il suo contrario senza che nessuno osi smentire.
Impiegheranno 5 anni con un budget di spesa di 42 milioni di euro (42 milioni che in corso d’opera raddoppieranno!) per costruire il MIRE, un ospedale megalomane per sostituire gli attuali reparti di ginecologia e pediatria del Santa Maria.
In piena e perdurante crisi demografica, una crisi che la commissione nascite regionale ritiene calmierabile solo con la ripresa dei flussi migratori.
E ci dicono che non toglierà niente.
Intanto i punti nascita di tutta la provincia fuori Reggio sono ancora chiusi e di certo quando il Mire sarà operativo lo rimarranno per sempre.
E poi i soldi. Aver deciso di puntarli tutti su un numero scopre le altre esigenze.
Bonaccini a Reggio disse che la regione ha assecondato le richieste di Reggio che "mirava" tutto al MIRE, quando nelle altre province gli investimenti sono stati più articolati.
Ma poi perché?
Non ha insegnato niente il Covid?
Evidentemente no, giacché Bonaccini riesce a dire che sarà addirittura favorita la domiciliarità e il sindaco Vecchi parla di senso di responsabilità... altri tempi quando gli amministratori reggiani spendevano i soldi pubblici riguardosi dei bisogni e della funzionalità stando attenti a non sprecarli.
Un tempo si investiva in risorse umane, oggi in progetti edili edonistici... che continuando così passeranno presto di mano a favore del privato.
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E intanto sul tema dei punti nascita i consiglieri regionali della Lega Delmonte e Catellani stimolano ancora la Giunta Regionale
“La Giunta regionale si impegni, così come già annunciato nei confronti del punto nascite di Porretta Terme (Bologna) a fissare un cronoprogramma chiaro che stabilisca tempi certi e impegni concreti per la riapertura dei punti nascite di Pavullo nel Frignano (Modena), Castelnovo ne' Monti (Reggio Emilia) e Borgo Taro (Parma)”. I consiglieri regionali della Lega, Gabriele Delmonte e Maura Catellani, hanno presentato una interpellanza, in cui chiedono se la Giunta intenda riassegnare all’ospedale di Pavullo nel Frignano il finanziamento relativo al blocco operatorio B Chirurgico Endoscopico dal valore complessivo di €1.600.000. L’interpellanza dei consiglieri del Carroccio ha preso spunto dalle affermazioni fatte durante l’ultima campagna elettorale dal riconfermato Presidente Stefano Bonaccini secondo cui avrebbe provveduto nel corso del suo mandato a riaprire i punti nascita di Pavullo nel Frignano (MO), Castelnovo ne' Monti (RE), Borgo Taro (PR) e Porretta Terme (BO), “interrompendo inoltre il continuo depauperamento degli ospedali periferici e della rete dei servizi socio-sanitari territoriali, che aveva caratterizzato la sua precedente legislatura.” Lo scorso 11 giugno il consigliere regionale Igor Taruffi capogruppo in Assemblea Legislativa di “Emilia-Romagna coraggiosa, ecologista, progressista”, lista elettorale di riferimento della Vice Presidente Elly Schlein, ha rilasciato a mezzo stampa le seguenti dichiarazioni: “Entro la prossima primavera il punto nascite di Porretta sarà riaperto” aggiungendo inoltre che “la riapertura dei punti nascite avverrà sicuramente entro il primo anno dall’inizio del nostro mandato”.
Su queste affermazioni, non smentite, i consiglieri regionali della Lega chiedono ora conto alla Giunta, confermando le promesse fatte anche per gli altri Punti Nascite chiusi negli ultimi anni.
E dal Po al crinale fu tutto un coro di gestanti che, sulle note della canzoncina di Gabriella Ferri, cantavano: “Tutte al MIRE, tutte al MIRE / ce ne andiamo a partorire”!