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Campionato italiano enduro al via a Carpineti. Cocconcelli: “Una sfida”

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Quella che si respira a Carpineti in questi giorni tra gli organizzatori e gli atleti del Campionato Italiano Enduro - previsto per sabato 4 e domenica 5 luglio per gli appezzamenti e boschi del capoluogo - è aria di attesa, ma anche di speranza, a dimostrazione che anche lo sport può essere un ottimo modo per ripartire.
Quella che si è insediata nella zona artigianale di S. Prospero di Carpineti è quasi una piccola città, una complessa macchina perfettamente organizzata, in attesa di dimostrare di essere pronta per questa sfida che sorprende per il coraggio e per la forza.
Claudio Cocconcelli, presidente del Moto Club Crostolo ci rivela: “L’organizzazione di questo campionato è stata una sfida, resa enormemente più difficile dalle restrizioni imposte dalle normative anti-contagio, ma supportata da uno staff di oltre 130 persone, perfettamente coordinate tra di loro. Questa è la prima gara dopo la riapertura e i piloti hanno dimostrato la loro voglia di ripartire iscrivendosi in molti, anche dall’estero. Questo di Carpineti rappresenta un test per molti organizzatori di gare, che guarderanno proprio a questo Campionato, che fa da apripista ad una stagione sportiva che fatica a riparte.”
In merito all’allerta meteo preannunciata per la giornata di domani, venerdì 3 luglio Cocconcelli si mostra cauto: “Stiamo parlando di piloti professionisti, abituati a gareggiare in qualunque condizione, ma a livello di organizzazione il maltempo potrà indurci a rivedere il percorso, perché il nostro passaggio deve comunque preservare il territorio e, non ultima, la sicurezza dei partecipanti. La sicurezza è la parola d’ordine di questo campionato e per questo motivo chiediamo un aiuto anche dal pubblico perché segua la gara solamente tramite i canali messi a disposizione da Fmi”.

La leggenda dell’Enduro Mario Rinaldi, campione mondiale dal ’92 al 2000 sottolinea che “la gara, dal punto di vista tecnico, è davvero bella ed importante. Le difficoltà maggiori sono legate alle questioni metereologiche, che possono cambiare drasticamente la complessità del percorso. Gli iscritti poi sono davvero tanti e la gara prevede diverse categorie che viaggiano sullo stesso percorso, cosa che crea un ulteriore fattore problematico”.
Il coordinatore nazionale Enduro Franco Gualdi vuole concludere invece riportando l’attenzione all’aspetto emotivo, palpabile in tutto il mondo Enduro, sia tra i piloti che tra gli organizzatori: “Il virus ci ha tenuti in casa per mesi, ora che piano piano si riparte, oltre alla voglia di gareggiare si avverte l’emozione nel ripensare ai mesi trascorsi. Alcuni membri dell’organizzazione, me compreso, così come alcuni partecipanti al campionato provengono proprio dalle zone più colpite da questa tragedia e questo campionato rappresenta per tutti noi una sorta di liberazione da una minaccia che ci ha toccato molto da vicino. Credo che lo sport sia il veicolo che può portarci, meglio e prima, alla normalità.”