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Aumentano le imprese guidate da stranieri

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Se le anagrafi dei comuni reggiani, con più di 66.500 residenti stranieri all’inizio del 2020, in crescita dell’1,3% rispetto ad un anno prima, sono sempre più multietniche, non è da meno il Registro Imprese della Camera di Commercio che confermano quanto capita di vedere nei bar d'Appennino o tra i banchetti dei mercati o, anche, nell'edilizia.

Le imprese guidate da stranieri, infatti, in dieci anni sono aumentate del 30,2% nella nostra provincia, passando dalle 6.483 del giugno 2011 alle attuali 8.444; solo nell’ultimo anno l’incremento è stato del 3%.

In controtendenza rispetto all’imprenditoria non straniera - in flessione del 12,2%, considerando anche in questo caso il trend registrato negli ultimi dieci anni - la componente estera nell'ambito delle imprese reggiane ha raggiunto un’incidenza percentuale del 15,7%.

Con il dato di giugno 2020 il nostro territorio, secondo l’analisi dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio su dati Infocamere, conferma il suo primato regionale (la seconda provincia dell’Emilia-Romagna è Bologna con una quota del 12,7%) e la quinta posizione a livello nazionale nella graduatoria delle province con la più alta concentrazione di imprese guidate da stranieri dopo Prato (30%), Trieste (17,4%), Firenze (16,9%) e Imperia (16,5%). La media italiana si ferma al 10,2%.

L’edilizia, con 3.905 aziende, si conferma il settore in cui le imprese gestite da stranieri sono maggiormente presenti in valore assoluto; infatti, alla fine di giugno 2020, nel settore si concentra  il 46,2% delle attività complessive condotte da stranieri.

La crescita delle imprese condotte da imprenditori nati fuori dall’Italia è poi da ascrivere in misura rilevante alle attività del terziario, nel quale operano, a fine giugno 2020, 2.993 aziende straniere (il 35,4% del totale): con 101 imprese in più rispetto allo stesso periodo dell’anno passato, il settore registra un aumento del 3,5%, cifra analoga all’incremento registrato in edilizia.

L’andamento del terziario deriva, in larga misura, dall’incremento registrato dal commercio e dai pubblici esercizi. Circa due imprese straniere su tre presenti nel terziario svolgono attività in questi settori e in un anno sono cresciute del 2,9% nel commercio (da 1.274 le aziende sono passate a 1.311) e del 2,1% nelle attività di alloggio e ristorazione (da 562 a 574).

Hanno registrato un incremento molto rilevante anche le attività dei servizi rivolti alle imprese che, con una crescita del 4,9%, hanno raggiunto le 681 unità. Sono inoltre passate dalle 407 del giugno 2019 alle attuali 427 (+4,9%) le imprese impegnate nei servizi rivolti alla persona.

Infine, passano da 70 a 77 (+10%) le imprese dell’agricoltura a conduzione straniera, a fronte di una contrazione, in provincia di Reggio Emilia, dell’1,7% di quelle gestite da italiani.

Con il segno “meno” ci sono solo le imprese manifatturiere che, in un anno, sono passate da 1.200 a 1.191 (-0,8%); concorre alla contrazione del settore la tendenza del comparto dell’industria tessile e della confezione di articoli di abbigliamento (-3,4%), in cui le 679 realtà guidate da stranieri pesano per più della metà del settore manifatturiero.

Tra i paesi di provenienza degli imprenditori stranieri (con riferimento alle sole 6.714 imprese individuali, le uniche per cui è possibile associare la nazionalità al titolare), quello più rappresentato – anche se in flessione dell’1,8% su base annua - è la Cina, con 1.016 imprese individuali esistenti in provincia di Reggio Emilia a fine giugno 2020. Seguono poi diversi Paesi Extra-UE che contano un numero rilevante di imprese individuali: Tunisia (869; +1%), Albania (754; +0,8%), Egitto (744; -0,5%), Marocco (727; -1,4%), Nigeria (435; +15,7%) e Pakistan (368; +8,6%). Il primo Paese comunitario è la Romania che, con 287 imprese individuali ed un incremento del 4,4% rispetto a giugno 2019, si colloca sull’ottavo gradino della graduatoria dei Paesi maggiormente rappresentati fra le imprese straniere reggiane.