Home Editoriale 10 mila mi piace Facebook. E un paio di considerazioni

10 mila mi piace Facebook. E un paio di considerazioni

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Chi c’era il 4 settembre del 2004, quando Redacon vide la luce sul web, chissà se avrebbe immaginato tanto. Di esserci, sedici anni dopo, e di vedere cambiato di nuovo in soli 3 lustri, dopo due e mezzo secoli di sola carta stampata, il modo di leggere.

Quando Redacon nacque la gente leggeva i siti internet. Poi sono arrivate i social e le applicazioni per i dispositivi mobili. Oggi, però, la tendenza è molto chiara: la gente si informa, piaccia o meno, a partire dai social. Così, qualche anno fa, abbiamo fatto la scelta di esserci: Redacon si può leggere, in anteprima, su Facebook, Instagram e Twitter. Il social di Mark Zuckerberg la fa da padrone e oggi, oltre la metà delle letture sul nostro sito, provengono da lì.

Ieri abbiamo raggiungo i 10.000 mi piace alla pagina: 10 mila persone che, senza alcuna promozione a pagamento, hanno deciso di dire “sì questa pagina mi piace, sì voglio essere informato tramite Redacon”. Grazie, prima di tutto, a ognuno di voi allora: a conti fatti si tratterebbe di un montanaro su tre, ma in realtà il nostro pubblico è molto distribuito sul territorio, siamo molto letti in città, ma anche a Modena, Bologna, Parma e in alcune nazioni del mondo.

Questa evoluzione dei social ci ha portato a pensare ad alcuni contenuti dedicati proprio a Facebook: foto, dirette e, anche, pubblicità che, oggi, sono quanto ci è richiesto in maniera crescente. Ma prima di tutto a cercare di essere una testata autorevole nel mare magnum degli stessi social.

Crescono, parimenti, le difficoltà ad essere sul pezzo: molti lettori ci chiedono perché non pubblichiamo questa o quest’altra notizia, perché non intervistiamo tizio o perché – per far prima – non ricopiamo la “locandina del tal evento”. Semplicemente perché le nostre forze sono limitate.

Credo sia doveroso ricordare che siamo una porta aperta, chi volesse ben venga nel nostro gruppo di collaboratori o corrispondenti dal territorio. La parte dei giovani è quella che si fatica di più a intercettare: sono gli stessi che, per primi, hanno abbandonato i quotidiani e apprendo le notizie in prevalenza dalla rete secondo i propri stili e abitudini. Fatevi avanti ragazzi, la nostra palestra informativa può essere utile in diversi aspetti della vita lavorativa e, anche, sociale.

Intanto oggi ci godiamo questa piccola soddisfazione.