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Punti nascita in montagna tra gli obbiettivi della Direzione Ausl, ma non da subito

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Il tema della riapertura dei presidi montani, tra cui il punto nascite di Castelnovo ne' Monti viene riportata in Aula dalla pentastellata Silvia Piccinini, che chiede di rendere operativo il protocollo frenato dall'emergenza sanitaria.

A gennaio 2020, infatti, la Regione aveva annunciato che le donne in gravidanza e senza alcuna complicazione
sarebbero potute tornare a partorire nei punti nascita montani attualmente chiusi, dal momento che la Regione aveva predisposto un protocollo sperimentale da inviare al ministero della Salute, il quale si sarebbe dovuto esprimere entro 60 giorni.

In questo momento, per l'ospedale Sant'Anna di Castelnovo ne' Monti, come per Correggio e Montecchio viene ribadito il ruolo di Ospedali No-Covid, svolgendo una fondamentale funzione a favore di tutta la popolazione provinciale per l’attività programmata e parte dell'attività urgente.

Non è infatti prevista la riapertura del punto nascite, che viene riconfermata tra gli obiettivi di mandato della Direzione Ausl, ma non sarà oggetto del Piano di riconversione dei posti letto ospedalieri in posti letto Covid a cui la Direzione sta dando la priorità.

Per affrontare il periodo invernale, infatti, la Direzione Ausl ha previsto un piano di riconversione dei posti letto ospedalieri in Covid Hospital. Parallelamente all’aumento dei casi, il piano coinvolgerà dapprima parte dell’Arcispedale Santa Maria Nuova e, a seguire, l’Ospedale di Guastalla e quello di Scandiano.

A Castelnovo rimane operativo h24 il Pronto Soccorso - insieme a quello di Guastalla e Reggio Emilia - mentre rimangono chiusi quelli di Correggio e Scandiano, in attesa della realizzazione degli interventi di ampliamento previsti per garantire la netta separazione dei flussi di pazienti Covid e No-Covid.