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Gaspari, Cia Reggio: “Un bilancio positivo per le castagne d’Appennino”

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Claudio Gaspari, consigliere Cia Reggio

“Una stagione buona all’insegna della qualità" - afferma Claudio Gaspari, ex presidente fondatore e ora consigliere della cooperativa di comunità ‘AltiMonti’ di Civago, che conta 54 associati provenienti da Villa Minozzo, Toano,
Castelnovo Monti e zone modenesi confinanti col reggiano.

“Ne abbiamo raccolti circa 60 quintali sui castagneti più alti del crinale dove la media è di mille metri - aggiunge il consigliere con orgoglio. Oltre 45 quintali sono stati conferiti e vengono venduti nel circuito delle coop, i restanti 15 vengono invece essiccati a fuoco lento per un mese intero. La metà viene venduta come castagna secca, l’altra è invece macinata in un mulino ad acqua per essere trasformata in farina”.

Gaspari riflette poi sullo stop che hanno subito le numerose ‘feste della castagne’ che si tengono ogni anno nei comuni dell’Appennino: “In generale, per i produttori è stato un grosso problema, perché sono venute a mancare le
occasioni in cui valorizzare l’immagine del prodotto e venderlo direttamente alle migliaia di persone che accorrono ogni anno. Per tante feste, come quella di Marona, non era mai successo di fermarsi un anno. La speranza è
che si possa ricominciare nel prossimo autunno…”.

Tornando al presente, il bilancio della stagione pare essere buono non solo dal punto di vista qualitativo ma anche economico: “Le castagne sono un prodotto molto ricercato sul mercato. E questo non può che essere positivo
per gli imprenditori agricoli che, è bene specificarlo, hanno un guadagno ben lontano dai prezzi che troviamo sugli scaffali dei negozi. Le quotazioni delle storiche varietà locali, variabili in base alla pezzatura, oscillano infatti da 1,5 a
2 euro al chilo”.

In conclusione, Gaspari invita i cittadini ad “acquistare castagne del nostro Appennino. Oltre a dare un prezioso sostegno all’economia del territorio, è un forte segnale di attenzione alla tutela dell’ambiente e del paesaggio
appenninico perché si riconosce il fondamentale lavoro di cura dei boschi portato avanti dai castanicoltori che mantengono viva una cultura contadina fatta di tenacia, passione e tradizioni”.

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