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Fondazione don Zanni: sono già dieci anni

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dal bollettino della parrocchia di Felina a cura di don Pietro Romagnani

Nel novembre di 10 anni fa, un manipolo di temerari si è trovato nello studio del notaio Lo Buono a Reggio Emilia e ha apposto la propria firma su un pezzo di carta per far nascere la “Fondazione don Artemio Zanni”. In questi anni di pensieri e notti insonni, di gioie e soddisfazioni, molte cose sono state fatte grazie alla generosità di tanti sostenitori. Oggi la comunità può godere di una casa bella e funzionale, adatta a ospitare mamme in difficoltà, come previsto dallo statuto. Inizialmente la gestione di Casa Verde (o Casa Nostra come l’aveva non casualmente battezzata don Zanni) era stata affidata alla cooperativa Madre Teresa di Reggio Emilia. Il lavoro splendidamente condotto dalla cooperativa si occupava essenzialmente alla relazione madre-bambino con lo scopo di costruire e sostenere percorsi di autonomia genitoriale. L’entrata in campo diretta da parte dei servizi sociali educativi, avvenuta nell’autunno del 2019, ha permesso di estendere questo mandato anche ad altre tipologie di bisogni di cui la comunità territoriale allargata segnala la necessità. In questo senso si colloca la proficua collaborazione con il Centro per le famiglie che sta muovendo nel nostro territorio i suoi primi passi. Si tratta di un’esperienza inedita e per molti aspetti innovativa. Casa Verde attualmente funziona a pieno ritmo: ospita tre mamme con i rispettivi figli. I nuclei familiari sono supportati da personale altamente qualificato al quale si aggiunge il contributo di volontari locali. Due volte a settimana è stato attivato un doposcuola con attività ricreative rivolto a bambini del paese. Questa esperienza si sta mostrando molto positiva e potrebbe essere estesa ad altri bambini, avendo a disposizione locali adeguati. Nell’ultimo anno la Fondazione ha proseguito la sua attività per potenziare il corretto funzionamento e il miglioramento della struttura. Per soddisfare necessità emerse, si è deciso di recuperare uno ambiente al piano sottostante la chiesa, abbandonato da tempo e divenuto fatiscente, una sala polivalente con annessa lavanderia. Durante l’estate la sala è stata sfruttata per letture animate rivolte ai bimbi (Storie in Sono già 10 anni! 11- Comunità Pensieri per le “feste” di Natale • Vigilia, 24 dicembre. “Vigilare”, cioè fare la “vigilia” vuol dire mettersi in attesa e, perciò, prepararsi all’evento atteso. Alla nascita di Gesù ci si preparava già con le quattro settimane dell’avvento (=venuta) e, negli ultimi secoli, anche con la novena di Natale. La vigilia era l’ultimo giorno dell’attesa, quello vissuto con la maggiore intensità, pregando e digiunando. Digiunare voleva dire condividere. In sintesi: dare parte del nostro cibo ai poveri e prenderci parte della loro fame. Un modo per esprimere il “voler bene al prossimo”. • Natale, 25 dicembre. Si festeggiava la nascita di Gesù, quindi la venuta del Salvatore atteso. La gioia si manifestava anche con la festa in famiglia e in paese. Ma questa (il pranzo, il calore della famiglia, i doni) non era lo scopo del Natale, ma soltanto il mezzo per esprimere la gioia per la nascita di Gesù, il festeggiato. E centro della celebrazione era la partecipazione corale alla Messa, soprattutto quella suggestiva della Notte. Vedere la nascita di ogni bimbo come la nascita di Gesù significava pensare a un futuro di salvezza per le famiglie e per il mondo. Significava speranza, ottimismo. Quando nasce un bimbo, rinasce il mondo. • Santo Stefano, 26 dicembre. Santo Stefano, discepolo di Gesù, viene ucciso in odio a Gesù, in rifiuto del suo messaggio d’amore, come attacco alla neonata Chiesa. È una pagina di storia della Chiesa da rileggere sempre, sempre nuova e sempre più impegnativa. Essere “testimoni” di Gesù non è mai comodo. Significa seguire il suo esempio e le sue orme. Vuol dire andare verso la Pasqua, che è passione e morte, ma anche e soprattutto risurrezione. “Vedo il cielo aperto”, diceva Stefano mentre veniva ucciso a colpi di pietra. cortile) organizzate dal Centro per le famiglie. Lentamente e dopo molti anni Casa Verde si sta riappropriando della connotazione di luogo di ritrovo e crescita che aveva immaginato e realizzato don Zanni quando l’aveva pensata appunto come Casa Nostra. Nello specifico gli interventi dell’ultimo anno sono stati: il completamento della recinzione sul lato strada e il recupero della sala polivalente con lavanderia, che ha richiesto molto tempo e un considerevole sforzo economico. Sono state eseguiti lavori di bonifica con nuove fognature, rifacimento completo di pavimentazione, contropareti e controsoffitto, tutto perfettamente isolato secondo le norme in vigore e le tecniche più innovative; realizzazione di impianto elettrico e idraulico e serramenti. Le spese sostenute per le suddette opere ammontano a 16.133 euro. La Fondazione continua a sostenere tutte le spese per la manutenzione della casa e degli arredi, provvedendo alla sistemazione dei medesimi in funzione delle esigenze degli ospiti che inevitabilmente si alternano e alle spese per assicurazione, tasse, gas luce, rifiuti e quant’altro. Tanto è stato fatto e tanto c’è ancora da fare!