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La “Bassa” montagna si organizzi per un progetto di rilancio e partecipare alle opportunità del Recovery Fund

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Riceviamo e pubblichiamo

Tabula rasa. Il vecchio stabilimento ceramico di Carpineti costruito negl’anni Sessanta non c’è più. Per una trentina d’anni, in quei locali, decine di operai della montagna reggiana hanno trasformata in piastrelle la “terra rossa” estratta dalle numerose cave della zona, anch’esse luoghi di lavoro.

Quasi per una benevola Araba Fenice, quel sito, divenuto ingombrante ecomostro alle porte del paese matildico, rinascerà a luogo della produzione con una delle strutture più moderne d’Europa, “fabbrica delle fabbriche” dalla quale usciranno sistemi robotizzati intelligenti destinati alle aziende 4.0 oramai presenti tutto il mondo.

Partner strategico della multinazionale vianese Elettric 80 è GORFAR, l’azienda locale fondata da Mimmo Costetti, carpinetano doc, specializzata nel settore della carpenteria metallica tecnologica che con impegno e passione sostiene la crescita di un comparto industriale all’avanguardia - come quello della meccatronica - con l’obiettivo di contribuire alla rigenerazione sostenibile del nostro territorio.

Per le zone dell’Alta valle del Tresinaro ricompresa tra i comuni di Baiso, Carpineti Casina e Viano, è un’occasione storica, fortemente desiderata dall’Amministrazione comunale carpinetana che, a tal fine, ha attivato con evidente profitto ogni sua convincente relazione istituzionale.

In quest’area ricompare finalmente un’identità manifatturiera di rilievo, della quale essa era orfana da lungo tempo avendola perduta al termine di un ciclo economico favorevole. Le imprese, per motivi logistici, si videro costrette a migrare lungo l’asse della Via Emilia non potendo più sopportare i costi crescenti di energia e trasporti, questi ultimi appesantiti da infrastrutture arcaiche di cui si tarda a prendere consapevolezza.

L’identità, dunque. Schematicamente, nell’immaginario collettivo, nel reggiano vi è una montagna con un Crinale di confine che il Parco nazionale sta tentando in ogni modo di rivitalizzare mediante progetti di lungo respiro. È possibile che si ricrei un senso di appartenenza e che ciò induca le giovani generazioni a compiere una scelta di vita avviando qui nuove attività economiche; a ciò potrebbero concorrere più soggetti imprenditoriali, banche comprese (un loro rinnovato rapporto fiduciario con il territorio le ripagherebbe senz’altro anche dei costi di filiali di “periferia”).

Al “castelnovese” è storicamente attribuito un ruolo di centralità nei servizi alla persona e alle imprese, in cui una buona Scuola ha il compito di formare il capitale umano (possibilmente da “trattenere” in montagna). La Sanità, altrettanto importante poiché depositaria delle cure del presente, conferisce completezza e affidabilità a tutta la zona montana. Servizi che però vanno costantemente alimentati dalla natalità: per natura (e anagrafica), essa è propria delle giovani coppie in età lavorativa, le quali, in assenza di reddito, obtorto collo se ne devono andare in cerca di miglior fortuna.

Ora, la “Bassa” montagna può fregiarsi di un’economia agricola d’eccellenza – seppure con spazi di ulteriori efficientamenti specie nel packaging finale della catena del valore -, un ottimo artigianato e un turismo di prossimità ben collaudato. È tuttavia un’area affetta da un pendolarismo professionale verso la Pianura: meta geograficamente vicina, sideralmente lontana a causa di una viabilità che moltiplica le distanze.

Le imprese del posto ce la stanno mettendo tutta per innovarsi lungo il non facile cammino della dell’internazionalizzazione in cerca di nuovi mercati. Un processo che va accompagnato e sostenuto da scelte infrastrutturali orientate alla sostenibilità di sistema.

Adesso tocca alla governance istituzionale. Alla Politica, a cui spetta il compito di dimostrare un impegno inedito, coraggioso e lungimirante, utile al rilancio competitivo di una “Bassa montagna” che, in sinergia con i territori più a monte, venga messa nelle condizioni di generare per tutti nuovo valore aggiunto.

L’Amministrazione comunale di Carpineti è pronta ad aprire una riflessione a tutto campo insieme agli atri Comuni contermini, favorendo la partecipazione a coloro che possono stimolare e supportare i livelli decisionali nel calibrare gli investimenti in un’area prossima ad uno dei Distretti più industrializzati d’Europa, suscettibile di nuove redditività.

Il miglioramento della viabilità è di capitale importanza. Le strade che offrono lavoro in molti casi seguono un tracciato ante litteram, disegnate per essere transitate da residuati bellici del Regio esercito più che da mezzi di oggi, agili e veloci, che per essere produttivi richiedono una viabilità scorrevole e sicura, al di fuori dei centri urbani. Il tratto di fondovalle Carpineti-Pedemontana (Iano), ad esempio, misura solamente una ventina di chilometri ma, a parte le opere di manutenzione, è ancora quello che risale alla notte dei tempi.

La “bretella Sassuolo-Campogalliano” e la ferrovia “Dinazzano-Marzaglia” non possono attendere oltre. Entrambe creeranno vantaggi significativi non soltanto al comprensorio della “piastrella” ma anche al territorio a monte. A tutta la Valle del Secchia lungo la quale, tra i comuni di Toano, Carpineti, Baiso, Castellarano, vi è la presenza di un solido tessuto produttivo artigianale-industriale.

Enti locali, imprenditori, associazionismo economico, soggetti promotori dello sviluppo che per ruolo, capacità progettuale, sensibilità pubblica e potenziale finanziario (es. IREN ed altri investitori), con la necessaria regìa di Regione e Provincia, si diano appuntamento – magari in una conferenza economica - per discutere e individuare insieme le priorità su cui puntare.

Guardiamo insieme al post emergenza coronavirus per mettere convenientemente e strutturalmente a frutto le risorse (rilevantissime) decise dalla Commissione europea. Il Recovery Fund è un treno già partito da Bruxelles: passerà anche dalle nostre parti una volta soltanto: occorre attivarsi da subito per non perderlo.

È un’opportunità storica anche per la montagna. Proviamo a candidarci con progetti innovativi, condivisi, capaci di governare e reggere le sfide di un cambiamento che non tollera messianiche e imperdonabili attese.

Roberto Lugli

Assessore Attività produttive Comune di Carpineti

3 COMMENTS

  1. Grazie, Roberto, per la tua iniziativa che spero tu “coltivi” fino al raggiungimento del risultato. Finalmente qualcuno si muove per progettare il “dopo”, per cogliere, dopo tanto dolore, le opportunità di “rinascita”.
    Mi sarebbe piaciuto che i partiti riconoscessero e facessero propria l’occasione per suscitare nuovo interesse e una ripresa di partecipazione attorno a temi concreti che ci riguardano molto da vicino, ma ben venga l’iniziativa di amministratori locali: poiché finora ho “visto” (alla lettera, in tv!) solo gli stati generale del capo del governo, la tua sollecitazione mi dà coraggio.
    C’è tanto dentro dentro la tua proposta, a partire dell’identificazione di un’area intermedia piena di potenzialità ma troppo spesso schiacciata tra aree forti e aree deboli e misconosciuta.
    Spero che i Comuni cui ti rivolgi rispondano e magari sia di sprone anche a… tutti. Buon lavoro
    Partigiana Jane

  2. Nell’epoca di una profonda trasfomazione industriale, con il peso sempre più preponderante della robotizzazione e delle nuove tecnologie sulla nostra economia, vedere la nostra montagna investire in questi settori non puo’ che riempirci di orgoglio. Complimenti a coloro che hanno saputo attirare questi nuovi investimenti a Carpineti – il rilancio del nostro territorio passa dal lavoro!

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