Home Cronaca Slitta al 18 gennaio la riapertura delle stazioni sciistiche, i rifugi sperano...

Slitta al 18 gennaio la riapertura delle stazioni sciistiche, i rifugi sperano nell’asporto

41
0
Rifugio Segheria

In Appennino la neve continua a cadere: più di due metri si registrano al Rifugio Segheria a Civago, nel Comune di Villa Minozzo. I gestori sperano che dopo l'Epifania si torni almeno in zona arancione.

"Abbiamo pensato che il 18, come Regione, potesse essere una data congrua - spiega il presidente Stefano Bonaccini. Il virus circola ancora e bisogna stare molto attenti agli assembramenti". Tra gennaio e febbraio, Bonaccini ricorda che sarà elargito un milione di euro a fondo perduto per ridare un po' d'ossigeno ai maestri di sci dell’Emilia Romagna (dopo la manifestazione in Regione prima di Natale). "Per quanto riguarda i gestori degli impianti - continua - servono parecchi milioni di euro per ristorarli e noi come Regione li aggiungeremo. Tra gennaio e febbraio, inoltre, arriveremo a 40 milioni per tutte le categorie colpite: 22 milioni a bar e ristoranti, 3 milioni a discoteche e sale da ballo, 3 milioni tra palestre e piscine, e non solo".

I ristori rassicurano, ma non compensano le gravi perdite di una stagione che anche se si avviasse il 18 gennaio risulterebbe fortemente menomata. "Aspettiamo e speriamo che dal 7 non saremo più zona rossa" - raccontano i proprietari del Rifugio Segheria, speranzosi di poter accogliere qualche escursionista di passaggio a cui offrire almeno un pasto da asporto.

Per fare la spesa, Sara e Marcello impiegano due ore di camminata con le ciaspole per arrivare fino a Civago. "L'altro giorno sono scesa per andare a fare la spesa di prodotti freschi - spiega Sara. La speranza infatti è che, dopo l’Epifania, si torni almeno in zona arancione. E in quel caso, è vero che i rifugi dovrebbero rimanere chiusi, ma l’asporto sarebbe consentito. E qualche escursionista di passaggio arriva sempre, e certo dentro non potrà fermarsi, ma potrà comunque contare su qualcosa di fresco e di buono da mangiare".

Si capisce dunque che per Marcello e Sara reperire cibo non è cosa semplice, ma richiede organizzazione e tempo, cosa che i continui cambiamenti di colore e il poco preavviso che li precede certamente non aiuta.