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Nasce Plastic Free Appennino reggiano per sensibilizzare sul riciclo della plastica

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Dania Lugari

Tre giovani volenterosi Dania, Milena e Daniele sono i referenti di Plastic Free Odv Onlus per l'Appennino Reggiano. Plastic Free è un’associazione di volontariato nata nel luglio del 2019 con l’obiettivo di informare e sensibilizzare più persone possibili sulla pericolosità della plastica, in particolare quella monouso. Nata come realtà digitale, nei primi 12 mesi ha raggiunto oltre 150 milioni di utenti e oggi, con oltre 330 referenti in tutt’Italia, si posiziona come la più importante e concreta associazione in questa tematica.

"Siamo venuti a conoscenza di Plastic Free tramite i social - spiega Dania - e a fine estate abbiamo deciso di contattare la referente regionale Emilia-Romagna, Laura Felletti per poter diventare referenti nella nostra zona”. Dania Lugari di Carpineti è logopedista libero professionista, Milena Maioli di Corneto è impiegata in banca, mentre Daniele Manini di Cavola è praticante dottore commercialista e studente universitario. Tutti e tre sono referenti di Plastic Free per l'Appennino Reggiano, ma Daniele copre anche la zona di Reggio città rimasta scoperta.

La provincia di Reggio Emilia è quella che conta il maggior numero di adesioni sulla pagina Facebook. Oltre a Dania, Daniele e Milena, ci sono Rita Costi per Cadelbosco, Giulia Ferri per Scandiano e Giovanni Cavalcabue per Guastalla. "Siamo un gruppo dinamico e giovane - racconta - in un momento di inattività come questo stiamo valutando nuove proposte e organizzando i prossimi eventi di raccolta per quando potremo muoverci in sicurezza".

Tra i progetti futuri, c'è l'istallazione di colonnine d'acqua dentro gli istituti scolastici. In alcune scuole dell'Appennino sono infatti state donate delle borracce per sensibilizzare gli studenti a ridurre il più possibile l’uso della plastica monouso e incentivare l’utilizzo dell’acqua comunale, in quanto buona, controllata e sicura. "Stiamo cercando contatti con insegnanti o presidi interessati a far partire il progetto scuola in modo da sensibilizzare anche i bambini e i ragazzi sul tema della plastica - afferma Dania - perché loro sono il futuro".

In cantiere anche una giornata di raccolta rifiuti in coppia. Si farà infatti a San Valentino, il 14 febbraio, dove coppie di congiunti potranno ripulire i luoghi intorno alla propria abitazione, in modo da rispettare le norme anti-Covid vigenti. "La proposta è arrivata da un referente della provincia di Piacenza - spiega Dania. L'iniziativa si svolgerà a livello regionale e speriamo di poter coinvolgere più coppie possibili in tutta sicurezza".

"Uno degli obiettivi principali di Plastic Free è la sensibilizzazione al tema ambientale del riciclo della plastica - conclude - noi ci impegniamo a ripulire il suolo pubblico, ma non possiamo farlo a oltranza. Partendo dall'educazione nelle scuole speriamo di incentivare sempre più persone a cambiare le proprie abitudini verso scelte più sostenibili. In tutto ciò, le amministrazioni locali si son dimostrate da subito disponibili e interessate a collaborare con la nostra associazione".

Milena Maioli e Daniele Manini

3 COMMENTS

  1. Bravi… Bravi!
    Chissà che prima o poi… Nei piani alti della Politica e dei Grandi Cartelli della distribuzione, qualcuno metta un freno a questo devastante prodotto. Deleterio per l’Uomo e la Natura…Le conseguenze le conosciamo bene. Potrà a breve… essere inquadrato come l’Amianto del nuovo secolo… con però un valore aggiunto… interagisce sul DNA quindi a livello genetico.
    So di aver detto tutto e nulla… spargendo belle parole… scontate all’osso…evidenti a tutti… Ma rimane il fatto che questi Ragazzi nutrono il Cuore! Dando un esempio non scontato… riposto in una nuova generazione che sicuramente non rimedierà ai nostri errori nel breve periodo… Ma a far peggio faran fatica! Spero!

    Massimo Pinelli

    • Firma - Massimo Pinelli
  2. E’ sicuramente encomiabile l’intento espresso dai tre giovani montanari, e altrettanto lodevole il loro concomitante impegno, ma non volendo mancare di realismo mi concedo nondimeno una riflessione, e parto giustappunto dal concetto rinvenibile sul finire di questo testo, e che trovo molto appropriato ed opportuno, ossia “noi ci impegniamo a ripulire il suolo pubblico, ma non possiamo farlo a oltranza”.

    Sono infatti trascorsi non pochi anni da quando gruppi di benemeriti volontari hanno iniziato a “ripulire” boschi, greti di fiumi, ecc.., da svariati materiali, ma sembra che il loro lavoro non abbia a finire mai, e debba riproporsi ciclicamente, perché c’è sempre chi, incurante di tali loro sforzi, non demorde dalla disdicevole consuetudine o inclinazione ad abbandonar rifiuti (anziché metterli negli appositi contenitori).

    Proprio stamani mi è capitato di “fare quattro passi” dalle mie parti, in un tratto di strada poco trafficato, e che si presta quindi alle passeggiate, pur se vi transitano mezzi di diverso genere e tipo, a due e quattro ruote, e sul ciglio della via o nelle adiacenti scarpate ho notato bottigliette di vetro e plastica, involucri di stagnola, carte varie, e una pluralità di contenitori a piccola pezzatura ma di varia e differente natura.

    Nel commentare poi il fatto mi è stato riferito che non molto tempo fa una nostra concittadina, nel percorrere quel medesimo tragitto, aveva raccolto i rifiuti presenti a lato strada, ma ripassando di lì, dopo qualche giorno soltanto, aveva ritrovato la medesima situazione cui aveva cercato di rimediare, a conferma che la nostra “educazione” ambientale lascia tuttora a desiderare, nonostante anni di sensibilizzazione.

    Nel prenderne realisticamente atto, viene da domandarsi come potervi ovviare, e una strada potrebbe in effetti essere quella di ridurre al minimo il ricorso alla plastica, ma non sarà in ogni caso un percorso breve, e semplice, vuoi per le nostre abitudini, vuoi perché la plastica ci torna molto utile per molteplici ragioni, e il primo passo a me parrebbe allora quello di incentivarne quanto più possibile il corretto smaltimento (e così per altri materiali).

    Infine, visto che le “amministrazioni locali si son dimostrate da subito disponibili”, mi chiedo come si configuri questa disponibilità, se cioè vi sia qualcosa di nuovo rispetto al passato, atteso che il problema esiste da anni, e mi chiedo altresì perché non si sia sperimentata la “consegna premiante”, alle Isole Ecologiche, di plastica, vetro, carta, e più in generale dei materiali di uso corrente e che sono nel contempo facilmente pesabili o quantificabili, nonché riciclabili (argomento da me già trattato su queste pagine, e che non mi risulta aver visto una qualche applicazione sul nostro territorio).

    P.B. 26.01.2021

    P.B.

    • Firma - P.B.