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Da domani Reggio Emilia in zona arancione scuro, la lettera della provincia agli studenti

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Da domani giovedì 4 marzo, entra in vigore la nuova ordinanza del presidente della regione Stefano Bonaccini che istituisce la zona arancione scuro per la provincia di Reggio Emilia e la zona rossa nella città metropolitana di Bologna e Modena.

La sfumatura di colore comporta il divieto di spostarsi al di fuori del proprio comune, anche se con una popolazione inferiore a 5.000 abitanti, e il ritorno in Dad degli istituti di ogni ordine e grado eccetto le scuole dell'infanzia. Si potrà inoltre fare attività fisica all'aperto, ma da soli e presso la propria abitazione. Non si potrà inoltre far visita a parenti o amici per un massimo di una volta al giorno, consentito invece in zona arancione. Una quasi zona rossa, quindi, ad eccezione dei negozi che continueranno ad essere aperti.

"La dolorosa decisione di sospendere l’attività scolastica in presenza nasce in un contesto di emergenza sanitaria che ha dimensioni difficili da prevedere fino a poche settimane fa", inizia così la lettera che i vertici di Provincia e Ufficio scolastico - insieme ai coordinatori dei dirigenti scolastici - hanno inviato in queste ore a tutti gli studenti di Reggio Emilia.

"Nei giorni scorsi la discussione a livello regionale è stata complessa e articolata - continua la lettera. Tutte le forze politiche, sociali e istituzionali, in primo luogo le scuole, in questi mesi si sono battute per garantire la didattica in presenza nella massima per­centuale possibile e nel completo rispetto delle condizioni di sicurezza sanitaria.

Di fronte, però, ad una diffusione del contagio così veloce, con una netta prevalenza della “variante inglese” e che nell’ultimo mese ha interessato in misura maggioritaria la fascia di popolazione più giovane, è stato necessario un rinnovato senso di responsabilità, che ha portato la Regione a prendere questa decisione, difficile, ma indispensabile".

La provincia di Reggio Emilia è per il momento in una situazione meno critica rispetto ad altre. Ciò consente di continuare in presenza i servizi educativi rivolti ai bambini dagli 0 ai 6 anni e di garantire le attività di laboratorio necessarie e l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità. Tuttavia, con un Rt di 1,25 tutta l'Emilia Romagna rischia presto la zona rossa. Venerdì prossimo ci sarà infatti l'analisi della cabina di regìa nazionale e dal 6 marzo in poi l'ordinanza potrebbe includere tutta la Regione.

"Ci auguriamo che la rinuncia alla didattica in presenza nelle scuole primarie, secondarie di primo e di secondo grado possa essere una misura transitoria - si afferma nella lettera - nell’attesa che una progressione veloce del piano vaccinale contribuisca ad avvicinarci alla soluzione del problema. Siamo però consapevoli che il sacrificio della scuola, di famiglie, studenti e personale, sarà inutile se, fuori di essa, non si farà strada la giusta percezione della gravità del momento e la convinzione che tutti devono e dovranno fare la propria parte per contribuire al risultato comune.

In quest’ottica, auspichiamo che le attuali, rigide limitazioni ci portino più in fretta all’obiettivo di limitare i contagi. La scuola, da parte sua, farà di tutto perché questa fase rappresenti comunque un periodo di attività didattica e di effettivo scambio educativo, anche grazie ai passi in avanti che tutti gli Istituti hanno fatto in quest’ultimo anno nel campo della Didattica Digitale.

Sappiamo bene che la scuola è prima di tutto “scuola in presenza” e proprio per questo vogliamo operare per riconquistare questo obiettivo, in sicurezza, il più presto possibile".