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Unire la storia alla regia all’amore per il territorio, il documentario di Margot Pilleri

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Un excursus storico che racconta la Pietra di Bismantova, da quando era fondale marino alle innumerevoli attività sportive che vi si praticano oggi. Stiamo parlando del documentario "Bismantova, i tempi della Pietra", ideato dalla giovane registra Margot Pilleri, 26 anni di Baiso e che uscirà al Teatro Bismantova questo giugno.

Il progetto ha inizio due anni fa, quando Margot, allora studentessa all'accademia di cinema a Roma, raccoglie alcuni suoi colleghi e amici esperti in diversi ambiti e gli propone di realizzare un documentario sull'Appennino Reggiano. "Volevo unire la mia passione per la storia a quella per la regia - spiega Margot-. Così ho parlato della mia idea ad alcuni amici che come me stavano studiando all'accademia, e siamo partiti".

Prima di scoprire il cinema, Margot ha infatti conseguito la laurea in storia all'Università di Bologna. "Dopo la laurea mi sono guardata intorno, il corso magistrale era molto affollato e ho pensato ci fosse troppa concorrenza - racconta Margot - avevo paura che non ce l'avrei fatta a diventare medievista". Da lì la scelta di cambiare totalmente percorso e studiare un anno di regia a Roma. "La magistrale in cinema e televisione a Bologna era troppo teorica - spiega Margot - mi hanno quindi consigliato di trasferirmi nella capitale se avessi davvero voluto fare la regista".

Margot e la sua troupe iniziano le riprese. In totale sono nove ragazzi: quattro fotografi, uno al montaggio, la regia e la produzione. Tutti giovani, tutti esordienti ma pieni di voglia di fare e farsi conoscere. Poi scoppia la pandemia e il progetto è costretto a rallentare. La troupe, composta quasi tutta da ragazzi di altre Regioni italiane, non può spostarsi, le riprese devono essere di volta in volta autorizzate dal Comune e il lavoro di post-produzione continua in videochiamata.

"La sfortuna vuole che le idee migliori mi siano venute soprattutto durante il lockdown - afferma la neo-regista-. All'inizio pensavamo semplicemente di includere riprese di ambienti, luoghi e panorami. Durante i primi mesi del Covid ho pensato che avrei voluto includere anche delle ricostruzioni storiche ed è lì che le cose si sono fatte difficili". Margot racconta di come il coinvolgimento dei Comuni sia stato essenziale per ricevere le necessarie autorizzazioni a girare. "La scorsa estate siamo andati al Comune di Castellarano a chiedere l'autorizzazione per due giorni di riprese alla Rocchetta con le comparse - continua-. Allora le restrizioni consentivano a un massimo di venti persone di incontrarsi. Con il sì del sindaco abbiamo potuto girare senza mascherina". Allo stesso modo hanno operato durante l'inverno: "Tutte le riprese invernali sono di un giorno, poiché i permessi erano limitati", conclude.

Ora il lavoro è quasi finito e la trepidazione per l'uscita di quest'estate al Teatro Bismantova è tanta. "Ora siamo in fase di montaggio - conclude la 26enne - che è sicuramente la parte più delicata. Dopo aver seguito passo a passo ogni fase del progetto, il solo fatto di vederlo uscire nelle sale mi riempie di orgoglio. Comunque andrà".

Margot non dimentica di ricordare tutte le persone che hanno collaborato con lei, dalla troupe, agli amici e famiglia, ma anche al coinvolgimento degli enti pubblici come il Comune di Castelnovo ne' Monti e il Parco Nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano. Da un esperimento per fare pratica e divertirsi, il documentario "Bismantova, i tempi della Pietra" potrebbe al contrario diventare il lancio d'esordio di un gruppo di ragazzi capaci e intraprendenti.

Alcuni retroscena delle riprese

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