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Ritorno come rondine al nido (racconto di Alberto Bottazzi)

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Paese vuoto, pieno di sogni. La giovinezza scorreva disorientata, disordinata, febbrile.

Paese colmo di speranze, progetti, miraggi, zeppo fino all'orlo di bambini scanzonati che correvano allegramente nei prati. Paese di sassi, boschi, gente orgogliosa e perbene.

La vita dei diciott’anni aveva la forza di un torrente in piena, senza argini, con la voglia intrinseca d'avventura, la passione sanguigna verso le ragazze, la voglia incontrastata di divertimento e di piacere, una “vita spericolata” che doveva dare ancora il meglio di se stessa.

Ritorno come rondine al nido! Scorre la fine del mese di maggio, la mia casa ha l'aspetto triste e abbandonato di un vecchio senza più famiglia.

Le finestre dormono ancora un sonno invernale, i muri trasudano umidità e solitudine.

La terra delle fioriere, ingiallita dal nulla, rimpiange le begonie rosse dell'agosto passato e il cancello, fedele guardiano di sentimenti e ricordi, imprigiona il prato infestato da erbacce selvagge... ma nell'aria tiepida di primavera, sta vibrando un fatto straordinario.

Al primo scrocco della chiave la serratura dell'uscio sorride... la casa si trasforma in un mandorlo fiorito, come in un quadro di Van Gogh.

I vetri delle finestre sbocciano petali con i colori dell’arcobaleno, le cornici d’argento, dei ricordi più cari, risvegliano immagini cinte d’amore eterno, calore familiare e singhiozzi che riportano la mente al focolare natio ormai spento... immagini scolpite nel cuore e mai dimenticate.

I lampadari s’illuminano di gioia e la luce di casa mi circonda come in un forte abbraccio, con il quadro della Madonna di Montenero che sembra benedire i miei passi felici e confusi verso le camere da letto... la casa è finalmente in festa!

Si schiude l’anima al cinguettio del pettirosso che ha nidificato sotto il porticato e dal balcone leggiadro vedo il gigante Cusna che riconosce il mio sorriso plaudendo il mio ritorno. Ho ritrovato il nido, come rondine a primavera, con gli occhi dello sposo che contempla la sua sposa nel giorno delle nozze... così… in un momento speciale… nella semplicità della bellezza più pura.

Da: “Il mio spazio ed oltre”

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