Home Cronaca Appennino reggiano, filmata mentre ruba a casa della cognata. Denunciata dai carabinieri

Appennino reggiano, filmata mentre ruba a casa della cognata. Denunciata dai carabinieri

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Subiva furti inspiegabili da più di cinque anni. Nessun segno di effrazione, porte e finestre regolarmente chiuse mentre beni di vario genere sparivano misteriosamente. A svelare l'arcano alcune telecamere installate dalla vittima, una 60enne reggiana, hanno individuato il colpevole. Una scoperta che probabilmente le ha fatto più male dei furti subiti. A entrare in casa per rubare era la cognata che, in possesso delle chiavi di casa della vittima, durante la sua assenza si introduceva all'interno asportando, come documentato in occasione dell'ultimo furto, generi alimentari sottratti dal freezer.

Per questi motivi i carabinieri della stazione di Carpineti, delegati all'attività investigativa dalla Procura reggiana a cui la vittima aveva presentato denuncia, a conclusione delle attività investigative con l’accusa di furto hanno denunciato alla Procura della Repubblica presso il tribunale di Reggio Emilia una 58enne domiciliata in un comune dell'appennino reggiano rivelatasi essere la cognata della derubata.

La vittima, una 60enne reggiana, nel corso degli ultimi cinque anni ha avuto modo di constatare in diverse circostanze numerosi ammanchi di beni di vario genere, in particolare le erano stati sottratti più volte diversi generi alimentari dall’interno del freezer dell’abitazione, vari set di biancheria ricamata, stoviglie e accessori da cucina, tovaglie ricamate e dall'interno del garage vari attrezzi da giardinaggio, legna da ardere e numerosi utensili vari.

In assenza di segni di effrazione, a risolvere l'arcano è intervenuta la tecnologia: la vittima ha fatto installare nell'abitazione delle telecamere predisposte in modo da avviare la registrazione automatica alla rilevazione di movimenti e inviare un alert sul cellulare. Così è accaduto quando una mattina la derubata con il marito uscivano da casa. Dopo 10 minuti perveniva l’allert sullo smartphone, la cui visione delle immagini consentiva di accertare in maniera inconfutabile che la cognata della vittima entrava in garage e poco dopo nell’abitazione aprendo la porta d'ingresso con le chiavi. Quindi raggiungeva la cucina asportando dal freezer carne congelata e pasta fresca fatta in casa per poi uscire assicurandosi di chiudere a chiave la porta di casa.

Video inequivocabili quelli prodotti in sede di denuncia della vittima che analizzati anche dai carabinieri della stazione di Carpineti, delegati alle indagini, rilevavano in maniera inconfutabile la responsabilità della 58enne che alla luce dei fatto veniva quindi denunciata per furto.

 

14 COMMENTS

  1. Se la derubata ha visto sul cell la ladra che apriva il freezer, è probabile che le Ft o videocamere, fossero all’interno dell’abitazione. Quindi se accendo una Ft in casa mia, commetto un illecito? ? Non credo proprio. Altrimenti degli stolti i carabinieri che, visti i filmati, sono passati alla denuncia? Sotto accusa andranno loro quindi? Autogol? Effetto boomerang? Suvvia… Io se metto le videocamere in casa mia, quindi tra le mura domestiche, credo di essere in regola. Di certo più in regola del ladro, filmato a rubare. Questo, mi basta

    Umberto

    • Firma - Umberto
    • Buongiorno sig. Umberto
      premetto che anche io sono un “fototrappolaio”, e di conseguenza suo grande ammiratore, e quindi non ho assolutamente pregiudizi sul merito.
      La riposta al suo quesito “se accendo una Ft in casa mia, commetto un illecito?”, però, è a mio avviso “potenzialmente si”. Se io venissi ospite a casa sua per un caffè, e venissi filmato, credo sarebbe mio diritto esserne informato. Non sono uno specialista del settore, ma credo proprio che chi installa dispositivi di videosorveglianza, anche in aree private o in casa propria, sia giustamente tenuto ad apporre dei cartelli di avviso.
      Diverso il caso delle forze di polizia, che possono installare segretamente dispositivi di videosorveglianza su mandato dell’autorità giudiziaria.
      Essere “non in regola ma più in regola del ladro”, in uno stato di diritto, può anche bastare a noi stessi, ma bisogna tener presente che un giudice potrebbe pensarla diversmente. La privacy è un argomento delicato, da non prendere mai sottogamba.
      Un cordiale saluto

      Andrea

      • Firma - Andrea
  2. Io le fototrappole le metto nel maroneto da circa 3 anni con discrete soddisfazioni a livello personale (naturalmente all’esterno e nel periodo di raccolta ) con tanto di cartelli PROPRIETA PRIVATA , DIVIETO DI RACCOLTA , AREA VIDEOSORVEGLIATA , credo di essere in regola anch’io .

    Marrone

    • Firma - Marrone
  3. Guardi Andrea, che io NON prendo la questione sottogamba e pensi che le Ft in Ventasso le ho messe, ma ho anche in tasca il permesso scritto del Presidente degli Usi Civici del luogo. Mi preoccupo molto del TRATTAMENTO delle immagini o video acquisiti. Purtroppo chi mette i cartelli, si trova le Ft rubate. Ma il tema che lei solleva è molto interessante. Quindi se lei ed io abbiamo una conversazione telefonica e la registro a sua insaputa, commetto un illecito? Si legga le sentenze della Cassazione, al riguardo… Ma non sono un esperto in materia e resto della mia idea. Commetto un illecito se parcheggio in divieto di sosta con la mia auto, ma ne commetto uno più grave, se rubo la sua. Cordialità

    Umberto

    • Firma - Umberto
    • Buongiorno Umberto
      Innanzitutto ci tengo a precisare che la mia frase “La privacy è un argomento delicato, da non prendere mai sottogamba” non era riferita a lei, ma era una considerazione genrale.
      Poi per pura curiosità, ho controllato ciò che si trova in rete, e sembrerebbe che, in sintesi, la Corte di Cassazione abbia sentenziato che “Registrare una telefonata tra due persone, entrambe presenti ma all’insaputa dell’altro, è lecito e non richiede alcuna autorizzazione del giudice o della polizia. Ciò che è illecito, invece, è lasciare un registratore in una stanza e andare in un’altra sperando che gli “intercettati” si sentano liberi di parlare senza timore di essere controllati”.
      A mio avviso, l’installazione di una fototrppola o altro in casa propria, senza che chi viene ripreso ne sia informato, sembra ricadere più nel secondo caso che nel primo.
      Le faccio un esempio pratico: vado ospite con la mia fidanzata a casa di un amico. Facciamo serata, l’amico ci offre ospitalità e decidiamo di rimanere a dormire li. Dormiamo sul divano letto in sala, quindi la mia fidanzata si spoglia per andare a dormire, e magari ci facciamo anche due coccole. Sarei contento se ci fosse un sistema di videosorveglianza in casa senza che io lo sappia? Magari anche no…

      Andrea

      • Firma - Andrea
  4. Vedi Elda, spesso le chiavi di casa nostra, le lasciamo anche ai nostri famigliari (di diverso grado di parentela), anche perché noi potremmo perderla, o avere un malore. Oppure le lasciamo alla signora delle pulizie. Se cambiamo la serratura eppoi lasciamo copie alle stesse persone, non si risolve il problema. Che invece si risolve, con la fototrappola.
    Ciao ?️ dal tuo amico, fototrappolaio ?

    Umberto

    • Firma - Umberto
  5. Non sono un giurista e forse il mio semplice pensiero potrà sembrare “distorto” o superato ma credo che siamo giunti ad un vero “delirio” legislativo paralizzante. La tutela della privacy ora, in molte situazioni, prevale sul diritto di identificare gli autori di reati. Per tutelare tutto e tutti in ogni condizione si finisce per non tutelare più nessuno. In pratica i ladri o i violatori di proprietà devono essere sempre chiaramente avvisati in modo che solo i delinquenti “più stupidi” possano essere identificati. Gli altri più intelligenti invece, potranno comodamente disattivare o oscurare le fototrappole e agire indisturbati. Davvero una bella tutela degli onesti e dei più deboli. Viva la nostra democrazia. Ormai è chiaro a chiunque che i delinquenti sono di fatto più tutelati delle vittime. Del resto ormai, a parte i mafiosi e i terroristi, anche gli omicidi, i rapinatori e gli stupratori hanno così tanti sconti di pena, diritti ad essere recuperati socialmente, prescrizioni, amnistie, indulti, richiami al perdonismo estremo (con tanto di rito del lavaggio dei piedi ai “poveri” detenuti), che la parola GIUSTIZIA ha ben poco significato. Ogni membro delle Forze dell’Ordine che ogni giorno rischia la vita o fatica per catturare un delinquente (per vederlo spesso rilasciato dai giudici pochi giorni se non ore dopo), vive questo drammatico sentimento di sconforto e umiliazione. E la legislazione (su spinta politico/religiosa) continua costantemente a progredire in questa direzione.
    E non parliamo poi (perchè fuori tema !) dei lavoratori dipendenti e pensionati onesti che pagano tutte le tasse anche per gli evasori.
    Ma sono certo che qualcuno dei lettori mi identificherà PRONTAMENTE come un pericoloso forcaiolo, se non un fascista !

    G.B.

    • Firma - G.B.