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Risposta di Conf e LegaCoop a Fratelli d’Italia Vetto: nessun finanziamento dal Comune, la nascita del Pontaccio è una buona notizia

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I fondatori della cooperativa di comunità "Il Pontaccio", col sindaco di Vetto, Fabio Ruffini

Riceviamo e pubblichiamo.

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Confcooperative Reggio Emilia e Legacoop Emilia Ovest rispondono congiuntamente alla consigliera comunale di Vetto, Debora Tondelli, che ha attaccato l’amministrazione locale in merito alla nascita della nuova cooperativa di Comunità Il Pontaccio. Secondo la consigliera, il Comune sarebbe reo di aver “finanziato e permesso la nascita” della nuova realtà imprenditoriale, che rappresenterebbe unicamente un soggetto concorrenziale rispetto ad altre attività.
L’intervento della signora Debora Tondelli, consigliere comunale a Vetto, in merito alla recente costituzione della cooperativa comunitaria Il Pontaccio – sottolineano Confcooperative e Legacoop - ci ha sinceramente sorpreso per la parzialità e l’inesattezza delle informazioni dalle quali muove le sue valutazioni. Ciò non solo con riguardo alla nuova cooperativa di comunità di Vetto, che non ha avuto finanziamenti pubblici e dall’amministrazione comunale come la signora Tondelli afferma, ma su questa tematica in generale”.
“In tanti casi e tanti dibattiti, in centinaia di comuni italiani che si sono interessati alla costituzione di cooperative di comunità, perlopiù in contesti fragili, impoveriti o sottoshock socioeconomico – proseguono le due centrali cooperative, da tempo impegnate congiuntamente, nella nostra provincia, nell’accompagnamento alla nascita di cooperative di comunità -   non abbiamo mai sentito denunciare la nascita di nuove attività come una minaccia o un problema. Parrà strano ma in genere, dopo terremoti, frane, abbandoni e pandemie prevale, all’apertura di imprese e attività, un sentimento di gratitudine se non addirittura di entusiasmo o almeno, nei casi più critici, di prudente attesa degli sviluppi. Peraltro è noto, nell’esperienza concreta di questi contesti, che l’arrivo di nuove attività è sempre una nuova occasione per tutti”.
“Magari – affermano Confcooperative Reggio Emilia e Legacoop Emilia Ovest - fossimo già alla preoccupazione di concorrenze! La questione, qui, non è dividersi cocci e rovine, ma aumentare l’attrattività e le ragioni di arrivo e permanenza sul territorio. Sorprende, peraltro, che la minaccia sia percepita e denunciata da amministratori pubblici, quando le nuove attività sono dichiaratamente non speculative e promuovono ciò che dovrebbe stare a cuore degli amministratori locali, cioè lo sviluppo per tutti. E’ proprio questo una cooperativa di comunità: un’impresa per la quale qualcuno si prende la responsabilità personale di portare benefici a tutta la comunità”.
“Non è competenza del Comune – aggiungono le centrali cooperative - permettere o impedire la costituzione di una cooperativa di comunità che dipende essenzialmente dalla volontà dei cittadini che ne sono promotori, subito impegnati – come nel caso del Il Pontaccio – ad estendere a tutti i cittadini la possibilità di aderirvi, parteciparla e contribuire al suo sviluppo. E’ vero - e possiamo testimoniarlo, avendo accompagnato la promozione della cooperativa - che il sindaco di Vetto ha accolto con il giusto favore e tutti i buoni auspici che il suo ruolo impone la determinazione di un gruppo di suoi cittadini in questa iniziativa. Siamo anche testimoni  della piena autonomia e della giusta distanza che l’amministrazione comunale ha assicurato a un’impresa che resta nella responsabilità di chi vi aderisce mettendoci peraltro tempo, energie e rischi personali”.
“Ringraziamo per la sua attenzione la consigliera comunale Debora Tondelli – concludono Confcooperative e Legacoop - e ci mettiamo a sua disposizione per gli approfondimenti che vorrà, ma la rassicuriamo decisamente: la cooperativa Il Pontaccio, per Vetto e l’Appennino, è una gran bella notizia”.

10 COMMENTS

  1. Credo per chiarezza che sia opportuno incentrare la discussione sulle ragioni ed opportunità che spingono a costituire una Coop di comunità.
    Cito testualmente quanto scritto da Confcooperative e Legacoop “Costituzioni di cooperative di comunità in comuni in contesti fragili, impoveriti e sottoshock socio economico” e visto i contesti citati credo che sia ( purtroppo causa pandemia )il momento più che opportuno perchè siano proposte e costituite in quasi tutti i comuni italiani e naturalmente a secondo dell’attività proposta, sarà inevitabile una concorrenza, più o meno importante, con le attività presenti e che, nonostante il difficile momento, non hanno abbandonato il territorio, confidando in un recupero in vista della stagione estiva. Le dichiarazioni espresse dalle centrali Coop, non fanno altro che dare un’immagine fortemente negativa di Vetto, su chi lo ha amministrato e sui suoi cittadini. Personalmente non credo che l’Amministrazione Comunale di Vetto abbia finanziato la Coop Il Pontaccio, così come non nutro dubbi però che sia molto più semplice usufruire di sostegni anche economici da parte di Coop di comunità piuttosto che piccoli privati.
    Ma per ulteriore chiarezza allego le ragioni per cui e stata costituita la Coop. Valle dei Cavalieri
    “La nostra storia
    inizia nel 1991, con la chiusura dell’ultimo bar del paese. Poco tempo prima, aveva abbassato la serranda anche l’ultima “bottega”. E si sa, quando in un paese non ci sono più né un bar né un negozio, quel paese è destinato a morire, perché viene a mancare un punto di aggregazione. In contesti fragili,impoveriti ne sottoshock, noi ragazzi della pro loco, ci siamo rimboccati le maniche ed abbiamo costituito la Cooperativa Valle dei Cavalieri, dal nome della zona geografica in cui si colloca Succiso”.

    (Alberto Tondelli)

    • Firma - alberto tondelli
    • Buongiorno Sig. Tondelli, mi spiace segnalarlo nuovamente ma, come abbiamo già scritto a proposito dell’intervento della Sig.ra Debora Tondelli, la questione è tutta nella mancanza di informazioni e competenza in tema di cooperative di comunità. Non me ne voglia, ma è così e mi sembra naturale. Lo stesso richiamo all’origine di Valle dei Cavalieri lo dimostra. Valle dei Cavalieri è nata nel 1991 ed è solo una delle centinaia di esperienze citabili oltre che dei tanti modelli ormai codificati. Il caso di cooperative di comunità che nascono dove “non c’è più nulla” non esiste più ed è del tutto superata. Non c’è un territorio inadatto e tanto più interessante è un territorio come Vetto che seppur di chiara fragilità ha abitanti, attività, interessi e soprattutto un patrimonio da sviluppare di grandissimo valore. Bisogna farlo. Come abbiamo segnalato, queste iniziative sono ben accolte ovunque e – devo dirle – soprattutto da chi gestisce sul posto attività commerciali. Purtroppo in appennino e nelle aree interne del nostro paese non si chiude per concorrenza ma per solitudine (!) o per mancanza di ricambio. Non ci faccia dire per cortesia cose che non abbiamo detto. Il nostro riferimento allo shock e alla crisi ha due riferimenti molto chiari: uno è nell’impoverimento importante della montagna – che non mi sembra sia notizia nuova e mi pare che purtroppo riguardi anche Vetto -, la seconda è in rispetto e considerazione dello straordinario shock pandemico riportato dalla Sig.ra Tondelli che abbiamo letto e apprezzato nelle sue preoccupazioni. Dire che esiste un comune o un quartiere o un paese che non sia sotto shock oggi è davvero difficile. Lei lo direbbe di Vetto? In ogni caso, come abbiamo detto, se c’è pari pazienza e disponibilità di ascolto, sarà un grande piacere dare e scambiare informazioni su altri punti che lei nuovamente tocca e cita, ancora in modo inesatto. Qui abbiamo esposto le diverse opinioni ed è stato importante farlo. Sentiamoci. Siamo a sua disposizione. Grazie.

      • Firma - Giovanni Teneggi
      • Ringrazio il Sig.PB per la.lettura di questo commento mio e personale (involontariamente non firmato alla pubblicazione) . Francamente non vi ravviso contraddizioni ma condivido il richiamo all’importanza di un confronto schietto fra opinioni anche diverse. Penso che ce ne sarà tempo e modo direttamente sul territorio. Grazie.
        (Giovanni Teneggi)

        • Firma - Giovanni Teneggi
  2. come cittadino penso che la nascita di una cooperativa sia un fatto positivo basta vedere l’esperienza dei Briganti del parco che promuove un territorio più disagiato del nostro e dà lavoro pur saltuario ai pochi abitanti di Cerreto Alpi qualsiasi iniziativa di rilancio del paese di Vetto è salutare per la nostra piccola economia non vedo altre situazioni per un paese sull’orlo del burrone, la chiusura della birreria è un esempio .Nel nostro paese ben vengano iniziative atte a rilanciare unterritorio che da anni produce solo disoccupazione

    • Firma - paolo maria ruffini
  3. Se non ne ho mal interpretato il rispettivo senso, mi par di cogliere una certa qual contraddizione tra l’Articolo e il secondo Commento – ossia quello delle odierne ore 16.28, che mi pare avere eguale paternità – visto che per il primo le Cooperative di Comunità trovano indicazione “perlopiù in contesti fragili, impoveriti o sottoshock socioeconomico”, mentre nel Commento si dice che il caso di cooperative di comunità che nascono “dove non c’è più nulla” non esiste più, ed è del tutto superato, e in buona sostanza non c’è territorio inadatto a vederle nascere.

    Se poi aggiungiamo un altro passaggio del Commento, dove si legge “dire che esiste un comune o un quartiere o un paese che non sia sotto shock oggi è davvero difficile”, dobbiamo di riflesso dedurne che le Cooperative di Comunità possono sorgere ovunque, indipendentemente dal fatto che un territorio sia in condizioni di fragilità e difficoltà, talché non valgono più le condizioni preliminari richiamate nell’Articolo, ed è qui che io intravedo la contraddizione di cui dicevo, ma al di là di questo mio vedere le cose penso debba comunque accettarsi che vi siano difformità di giudizio.

    Di fronte a chi guarda e applaude l’iniziativa con grande entusiasmo, e come “una gran bella notizia” per Vetto e per l’Appennino, il che è del tutto comprensibile, va messo parimenti in conto che qualcun altro sia più cauto, o diffidente, o addirittura scettico, e semmai anche pregiudizialmente prevenuto, per l’una o altra ragione, e se a tale qualcun altro si può ragionevolmente chiedere una “prudente attesa degli sviluppi”, così da vedere come evolveranno le cose, non gli si può tuttavia impedire di esprimere intanto, e fin da ora, la propria opinione (anzi si può semmai apprezzarne la “schiettezza”).

    P.B. 21.04.2021

    • Firma - P.B.
  4. non comprendo la negatività della consigliera di minoranza Debora Tondelli e di Alberto Tondelli sulla nascita della Coop di comunità il Pontaccio nel comune di Vetto. Ma quale concorrenza alle attività in essere? nessuna! Anzi la concorrenza non ha mai fatto male a nessuno, anzi è sempre stata oggetto di stimolo e miglioramento per tutti.
    Spero ardentemente che detta coop. proliferi e porti quel benessere ad un paese che ha solo bisogno di essere aiutato a ripartire, dopo tanti anni di disinteresse e abbandono. Vetto ha tanta potenzialità e spero ardentemente che di questo si faccia tesoro per sviluppare attività nell’ interesse di tutti, e ritornare ad occupare nella comunità montana il posto che merita.

    (Gianni Ferrari)

    • Firma - ferrari Gianni
  5. Nonostante la cortese e garbata precisazione di Giovanni Teneggi, continuo a trovare una sostanziale differenza tra l’affermare, da un lato, che l’interesse alla costituzione delle Cooperative di Comunità matura “perlopiù in contesti fragili, impoveriti o sottoshock socioeconomico”, e il dire, come egli fa, che ogni territorio è indistintamente adatto per vederle nascere, e se poi vale la sua “amara” previsione, secondo cui “purtroppo in Appennino e nelle aree interne del nostro paese non si chiude per concorrenza ma per solitudine (!) o per mancanza di ricambio”, dovremmo dedurne che le Cooperative di Comunità si configurano come l’unica soluzione, o quasi, per dare un qualche futuro ai nostri posti.

    Io spero invece che tale previsione non abbia ad avverarsi, perlomeno in modo generalizzato, e vado col pensiero al secondo dopoguerra, quando il Belpaese stava uscendo da un grandissimo “shock”, e la ripresa avvenne anche in virtù del lavoro di tante imprese individuali, non poche a conduzione famigliare, e se da allora il mondo è molto cambiato io mi auguro nondimeno che l’iniziativa e imprenditorialità privata possa incontrare ancora spazio e fortuna, e continuità generazionale, insieme al riconoscimento che merita, e qui da noi possa anche trovare forme di sostegno molto semplici e dirette, e non richiedenti “selezioni”, vedi ad es. meccanismi di detassazione e agevolazione fiscale

    Resto cioè dell’avviso che l’iniziativa privata rappresenti il perno del nostro sistema economico-produttivo, senza nulla togliere al valore della organizzazione cooperativa, che può ovviamente affiancare la prima e concorrere al comune obiettivo di dar prospettive al nostro territorio, pur se può essere che io mi sbagli, e anche di grosso, e sia invece nel giusto Teneggi – qui solo lo scorrere degli anni ce ne darà o meno conferma – ma in ogni caso respingo l’idea secondo cui quanti, tra i vettesi, non dovessero eventualmente approvare l’iniziativa in discorso, o esprimere una qualche riserva in proposito, debbano esser visti come chi non ama il proprio paese e non si preoccupa del suo avvenire.

    Suppongo che Teneggi comprenda questa mia posizione, visto che condivide l’importanza “di un confronto schietto fra opinioni..”, pur se il confronto serve ormai a poco dal momento che avviene a “cose fatte”, e adesso occorre semplicemente prendere atto che vi sono pareri differenti, e se può aver senso chiedere una “prudente attesa degli sviluppi” a chi non plaude con entusiasmo alla Coop. in causa, un po’ di prudenza dovrebbe forse valere per tutti, compresa l’Amministrazione comunale che in un suo commento ad altro articolo in argomento valuta invece già “in modo estremamente positivo la nascita di questa nuova attività”, auspicando fin da ora che “possa essere d’esempio per altre iniziative”.

    P.B. 23.04.2021

    • Firma - P.B.
    • Buongiorno Signor PB, lo stile e il merito del nostro conversare qui è certamente apprezzabile e le confermo che non mi sottraggo a scambi schietti anche ove discordanti. Tanto che mi sorprende sinceramente la sua difficoltà nel comprendere la differenza fra “tutto” e “perlopiù” che a me sembrava e sembra anche lessicalmente chiara (le racconterei volentieri di almeno 200 cooperative e imprese comunitarie -anche individuali- in contesti tutti diversi – anche ancora pieni di attività) e allo stesso modo, conoscendoci un po’ di più, scoprirebbe che non mi sfugge da tempo il rapporto fra impresa individuale e di cooperazione, con particolare riguardo alle montagne. Forse più di quanto pensa. La sua lettura, almeno qui, non è abbastanza attenta. Io ho scritto che in montagna le attività muoiono di solitudine perchè sole, appunto, non perchè individuali. Proprio richiamando i tempi che cita, potremmo sbizzarrirci nel ricordare quanto famiglie e imprese individuali facevamo cose insieme e si rassicuravano delle reciproche presenze per potere sopravvivere o vivere meglio. Individuale non significa individualismo e cooperazione non significa necessariamente cooperativa. Mi consenta però, mi fermo qui. Non possiamo proseguire così, annoieremmo e non mi sembra luogo. Se mi vuole scrivere e rivelarsi lo può fare e proseguo volentieri ([email protected]) ma qui e con non so chi mi sembra improprio. Un caro saluto. Giovanni Teneggi

      • Firma - Giovanni Teneggi
  6. Come cittadino vettese,accolgo favorevolmente la nascita della cooperativa “il Pontaccio”. Persone che si mettono in gioco per far crescere il proprio paese vanno sostenute.sono altresì d’accordo con p.b. che ci possono essere persone nn d’accordo sulla nascita della cooperativa, siamo in democrazia , dunque e giusto che le persone esprimano le proprie idee. Ricordo a tutti che le 2 nuove attività (ristorante e gelateria) verranno aperte negli stessi locali che Fino a 3/4 anni fa’ ospitavano le medesime attività, nn vedo neanche dove esista la concorrenza sleale, ben venga la possibilità nel paese di avere 2 ristoranti con proposte culinarie diverse. È dalla notte dei tempi che le cooperative posso utilizzare dei fondi dedicati, ma se servono per far crescere un territorio e creare qualche posto di lavoro ben venga anche questo.spero che la cooperativa funzioni, e che sia il primo passo per arrivare a quello che io definisco il più “fondamentale” la creazione di un albergo , che manca da tanti anni e che è veramente penalizzante per il paese. Chiudo con una battuta, è impossibile che l’amministrazione comunale abbia dato un finanziamento alla nuova cooperativa, visto che abbiamo il sindaco più tirchio della storia…..

    (Marco Ruffini)

    • Firma - M.P.R.
  7. Convengo con Giovanni Teneggi sul fatto che il nostro “duetto” possa risultare noioso, ma è d’altronde il rischio che si corre ogni qualvolta persistiamo nel trattare un argomento, perché lo riteniamo meritevole di approfondimenti, e se, come immagino, non mancheranno i lettori che criticano l’insistenza di certi commentatori, ritenendola inutile e stancante – e tra questi commentatori potrei esserci senz’altro anch’io – altri potranno semmai apprezzarla quale maniera per entrare meglio nei problemi, e conoscerne ulteriori aspetti.

    E nella fattispecie l’argomento mi sembra rivestire una certa importanza, e dunque meritevole di “starci un po’ sopra”, se anche un rappresentante di primo piano delle categorie commerciali ci dice, come abbiamo letto sulla stampa odierna, che la nascita di una Cooperativa di Comunità può essere una opportunità oppure un rischio, e se è così credo valga la pena di esplorare tutte le strade per fare in modo che non diventi un rischio (e mi auguro che siano d’accordo pure quanti hanno visto finora, e con entusiasmo, le sole opportunità).

    P.B. 24.04.2021

    • Firma - P.B.