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Divieti sulla Pietra, intesa tra gli Enti interessati

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Dopo la recente polemica sui divieti decisi dal Parco a tutela della Pietra di Bismantova (vietati gli sport estremi sulla sommità, anche con mountain bike ed e-bike), il Consiglio Direttivo del Parco nazionale ha trovato un’intesa, che aprirà un confronto ampio sulla Pietra di Bismantova, la sua frequentazione, gli usi consentiti, le necessità peculiari di tutela di un ambiente unico e delicato.

Gli enti interessati – Comune di Castelnovo né Monti, Parco Nazionale, Cai Bismantova e Comitato etico-scientifico, hanno concordato che: “si ritiene necessario, oggi, un aggiornamento delle linee guida adottate nel settembre 2010 per individuare criteri univoci che equilibrino gli usi del sito, quale chiave degli approcci alla conservazione e gestione dinamica delle relazioni tra uomini e natura. Per arrivare a tale aggiornamento sarà necessaria una nuova e approfondita consultazione tra i portatori di interesse, locali e non, da condurre congiuntamente con il Parco e il Comune di Castelnovo ne' Monti per l’elaborazione, la condivisione e l’approvazione di nuove linee entro la prossima estate”.

Quindi, la necessità per il presidente del Parco Nazionale, Fausto Giovanelli, di aprire “un ampio dialogo pubblico, allargato anche oltre il Tavolo della Pietra ad altri interlocutori. Il fatto che sempre più soggetti siano consapevoli del valore di questo luogo straordinario è il primo presidio per la sua tutela”.

Spiega il Sindaco Bini: “Dopo le indicazioni emanate alcuni giorni fa dal Parco, abbiamo concordato sulla necessità di un percorso condiviso e particolareggiato su tipologie e metodi di frequentazione di questo monumento straordinario. Ovviamente la nostra prima attenzione deve essere per la sua tutela, ma non possiamo nascondere la fortissima attrattività che riveste per escursionisti, sportivi appassionati di diverse discipline, per il suo ruolo di riferimento spirituale e del benessere. Per questo da anni è stato istituito un "Tavolo della Pietra", al quale partecipano tutti i portatori d'interesse del territorio (Cai, Guide alpine e Guide della Pietra, Comitato per valorizzazione del Santuario, Legambiente, Parco Nazionale, operatori locali, Carabinieri Forestali, volontari) che hanno a cuore il “nostro” monumento”.

Non è mancata la risposta del presidente della sezione Cai Castelnovo ne’ Monti-Bismantova, Gino Montipò: La Pietra di Bismantova è un monumento naturale di straordinaria importanza storica e naturalistica; un ambiente di spiritualità laica e religiosa. Spiritualità, cultura e lavoro contadino e, da un secolo a questa parte, l’alpinismo ne hanno caratterizzato la frequentazione e l’identità, in genere rispettando l’ecosistema, l’equilibrio degli interessi e la proprietà privata che caratterizza l’intera area” . “In particolare – continua Montipò - negli ultimi anni, dopo la costituzione del Parco Nazionale, assistiamo ad un’esponenziale crescita dei frequentatori e delle attività, voluta e promossa da Enti locali e Associazioni, che impone qualche riflessione sulla sua sostenibilità”. E conclude: “Altri problemi sono all’attenzione degli Enti preposti, primi tra tutti la regolamentazione del traffico automobilistico, le aree di parcheggio, il rispetto del divieto ai mezzi motorizzati, l’eccessiva espansione delle zone boscate; il Cai Bismantova intende collaborare, con la propria autonomia di giudizio e di pensiero, alla corretta frequentazione di questo “nostro” preziosissimo patrimonio”.

Sulla questione della tutela della pietra di Bismantova è intervenuto anche  Giuliano Cervi, Comitato Etico della Pietra: “La recente delibera del Parco nazionale rivolta a regolamentare la pratica delle cosiddette pratiche estreme a Bismantova, unitamente ad altre attività che incidono negativamente sulla conservazione del contesto ambientale della Pietra, costituiscono un atto dovuto non soltanto ai sensi di quanto stipulato con i Benedettini di Parma, ma innanzitutto per trasmettere un forte segnale di impegno nel perseguire gli intenti di diffusione del messaggio riguardante la custodia del Creato, che sono alla base di quanto si intende attuare nell’ex eremo”.

 

1 COMMENT

  1. Molto bene, ma quando potremo sperare di sentir parlare del “Piano” per il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano? E quando del suo Regolamento? E’ lì che si devono definire tutte le regole per tutta l’area protetta, non a pezzi e a seconda del momento, basta dare una letturina veloce alla L. 394/’91. Tra l’altro l’assenza di Piano o di Regolamento dovrebbe fare scattare la nomina di un commissario da parte del Ministero. Ma non c’è fretta, è sola trascorsa una ventina di anni dall’istituzione del Parco e siamo al terzo mandato del presidente. Speriamo che dopo aver congeniato un Mab grande mezza regione trovi il tempo di fare il piano e il regolamento per i circa 20 mila ettari del Parco, altrimenti c’è sempre il quarto mandato.

    (commento firmato)

    • Firma - Giacomino Romani