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Don Paul Poku ci invita a meditare sulla solennità del santissimo corpo e sangue di Cristo

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don Paul Poku

La solennità odierna celebra il santissimo corpo e sangue di Cristo, presenti realmente nel mistero dell’Eucarestia. Questa giornata rappresenta un momento dedicato alla meditazione del sacramento che celebriamo durante la messa, ricordandone il significato mediante la riflessione sulle letture che la sapienza della Chiesa ha saggiamente scelto per la liturgia di questa giornata.
La prima lettura mostra come, attraverso il sangue degli animali sacrificati, Mosè ha stretto un’alleanza tra Dio e Israele (che tutto il popolo ha accettato); tramite quel rito gli Ebrei sono entrati a far parte della famiglia di Dio: loro sono il suo popolo, lui è il loro Padre.
Nella seconda lettura viene evidenziata la differenza tra l’alleanza antica e quella stabilita da Gesù: mentre la prima consisteva in una purificazione volta a seguire Dio, la seconda è stata una purificazione dalle opere di morte, tramite la quale possiamo servire Dio e ricevere la redenzione eterna dal peccato; in un certo senso, la prima ha preparato la seconda, poiché nel sacrificio di Gesù si perfezionano i sacrifici antichi.
Nel Vangelo è infine descritto il momento in cui questa nuova alleanza che si compie con il sacrificio di Cristo viene consegnata all’umanità. Durante le celebrazioni della Pasqua, ricorrenza della liberazione di Israele dalla schiavitù, Gesù dà ai discepoli le seguenti istruzioni: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d'acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: "Il Maestro dice: Dov'è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?". Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». Il primo elemento che appare strano è l’uomo che porta la brocca: solitamente infatti erano le donne ad attingere l’acqua al pozzo. Se Gesù chiede ai discepoli di seguire un uomo che accetta di fare qualunque servizio, è per insegnare a loro e a noi che per entrare a fare parte quest’alleanza occorre dedicarsi ad un servizio senza condizioni, secondo la volontà di Dio. Secondariamente, il padrone di casa avrebbe indicato ai discepoli una sala nel piano superiore; anche questo è un punto molto significativo, perché nella cultura ebraica il piano superiore era il luogo dove venivano discusse le questioni intime, speciali. In senso metaforico, possiamo intendere questa scelta come un innalzare il cuore verso un incontro particolarissimo, da vivere con cura e attenzione. La stanza al piano superiore è inoltre ampia e arredata, dove tutti quelli che compiono questa ascesa spirituale possono stare comodamente e pronta con tutto il necessario per accogliere gli ospiti.
In questo contesto così ricco di significato avviene la cena di Gesù e dei discepoli. Mentre mangiavano, Cristo prese il pane (il sostentamento per tutto il popolo), recitò la benedizione (offrendo a Dio il cibo che Lui stesso ci ha donato), lo spezzò (per condividerlo coi suoi commensali), lo diede a loro (prendendosi cura di loro) e disse: «Prendete, questo è il mio corpo». Il corpo è il simbolo di tutta la storia di Gesù: ora quel pane è dunque diventato l’esperienza di vita di Cristo stesso, di cui i discepoli sono invitati a fare parte. In seguito prese il calice e disse: «Questo è il mio sangue dell'alleanza, che è versato per molti». Qui il rimando alla prima lettura è evidente: laddove però quel sangue servì a purificare il popolo, questo serve a cancellare i nostri peccati e per renderci capaci di essere salvati.
L’Eucarestia è quindi la nuova alleanza che ci salva: celebriamola sempre con fede e accostiamoci a Cristo con cuore sincero, per essere purificati dal male ed essere resi degni di entrare a far parte del suo Regno.

Buona domenica