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Le testimonianze belliche raccolte dal Consiglio Comunale dei Ragazzi e delle Ragazze di Baiso

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La storia di Ferri Gelsomina

E’ sorprendente la storia di Gelsomina Ferri. Innanzitutto perché, ricercando informazioni sul grande archivio digitale Arolsen, che contiene informazioni sui deportati civili e militari nei campi di lavoro nazisti, non si chiama proprio Gelsomina e non si chiama proprio Ferri: su un foglio vergato a mano con inchiostro blu figura infatti come “Gelsoina Feri”. E’ il luogo di nascita che indirizza la ricerca: Baiso.

Ferri Gelsomina nasce il 20/04/1925 da Giacomo e Spezzani Anna. All’epoca, la casa in cui nasce è indicata ufficialmente all’anagrafe comunale come “La Rovina di Baiso”. Anche qui, però, c’è un cambiamento di denominazione e nel censimento del 1936 il toponimo diventa “Preda”, lo stesso che il luogo conserva ora. Gelsomina ha una sorella più grande, Ines, e tre fratelli più piccoli: Domenico, Osvaldo e Veglio Antonio.

Giovanissima, con il padre lascia Baiso per trovare fortuna: meta di un destino auspicabilmente migliore, e condiviso con alcuni compaesani, è la Germania. Gelsomina e il padre Giacomo vengono però travolti dagli eventi: si trovano in Bassa Sassonia quando “lavorare”, nella Germania nazista, significa essere occupati a Unterlüß, nella produzione di bombe.

Gelsomina ricorda tante cose di quei momenti vissuti quando era poco meno che ventenne. Ricorda le baracche di legno, i bombardamenti degli alleati, “i polacchi”, la rigida separazione tra uomini e donne e la notte di prigione, fatta proprio per aver violato quella separazione. Ricorda soprattutto un episodio particolare, fortunatamente conclusosi senza conseguenze: il ricovero nell’ospedale del campo per meningite. Ed è qui che il caso si risolve: l’unico documento conservato nell’archivio Arolsen è proprio quello che ne indica i tempi e la motivazione del ricovero.

Quando tornerà a casa, al termine della guerra, la madre le dirà che della sua malattia già sapeva: sì, perché in sogno l’aveva vista in mezzo all’acqua, l’aveva vista faticare per provare a liberarsi ed uscire, ma senza risultato.

Tornerà altre poche volte Gelsomina, perché nel frattempo ha conosciuto lo svizzero Hauser Nikolaus, con il quale si sposa sul finire del novembre 1948: i due passeranno quasi tutta la loro vita in Svizzera, dove Gelsomina, come idilliaco finale di un’esperienza lavorativa iniziata all’estero, raggiungerà la pensione.

Il 20/04/2021 Gelsomina ha compiuto 96 anni. Gli ultimi anni di vita non sono stati clementi: ha vissuto la scomparsa del marito e di una figlia, ma grandi sono comunque la voglia e la forza di ricordare.

Così come le bombe a cui lavorava, anche questa storia, dopo essere caduta ed esplosa, lascia un segno. Grazie di cuore a Gelsomina e alla nipote Marilena per tutte le informazioni e gli aneddoti che fanno di questa storia una storia straordinaria.