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Ricerche del corpo di Saman con cani speciali, addestrare cani per percepire resti umani “si può fare”. Intervista all’ispettore Bernardi

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Corrado Bernardi

Dopo oltre cinquanta giorni di ricerche del corpo di Saman Abbas, la ragazza di Novellara scomparsa lo scorso maggio, non si hanno tracce. Le prove accumulate dagli inquirenti non hanno lasciato dubbi sullo stato della ragazza, verosimilmente uccisa dallo zio su mandato dei suoi genitori ora precipitosamente fuggiti in Pakistatn. Si ipotizza che il cadavere della giovane punita per avere rifiutato un matrimonio combinato possa trovarsi nei dintorni dell'abitazione in cui viveva. A fianco dei carabinieri, alcuni giorni sono entrati in azione anche sette cani della squadra Hrd (Human Remains Detection) della Detection Dogs Ticino, un'associazione che si occupa di addestramento cani per la ricerca di tracce ematiche e resti umani, che ha sede in Canton Ticino (Svizzera). Le ricerche proseguiranno fino a oggi, domenica, e si sommano all'utilizzo dell'elettromagnetomentro su tutta l'area dell'azienda e in particolare in alcune decine di serre più a ridosso del casolare principale.
L'impiego dei cani svizzeri è importante, "essendo una delle squadre meglio formate tecnicamente, insieme agli svedesi e agli sloveni, proprio per la possibilità che gli è concessa di utilizzare resti umani nelle fasi lunghe e delicate dell'addestramento - spiega Corrado Bernardi, ispettore della Polizia dell'Unione montana dei Comuni dell’Appennino reggiano e noto per la sua attività cinofila, con il fido Victor, nello specifico per operazioni di ricerca di persone vive e di sostanze stupefacenti-. L'uso dei cani in queste circostanze è determinante e al momento una delle poche opportunità possibili, se non l'unica. In Italia non siamo autorizzati all'utilizzo di altre metodologie".

"Nel dettaglio – spiega Bernardi - mi occupo di ricerca persone disperse in superficie, ad esempio sotto le macerie quando avvengono disastri climatici quali terremoti o valanghe. Al momento possediamo solo due cani brevettati: Victor e Ryu del Gruppo Ricerca e Soccorso i Lupi dell Appennino Reggiano Odv di Casina. Insegnare al cane a segnalare e ricercare l'odore di una persona deceduta e magari in avanzato stato di decomposizione diventa per noi impossibile. Credo solo le Forze di Polizia Statali abbiano tale possibilità. Non saprei dire in Italia quanti sono, ma ci sono".
Sulla scelta italiana di non utilizzare resti umani per l'addestramento cani, Bernardi afferma essere dettata da vari fattori, in primis la bassissima percentuale di interventi come quello di Novellara, che di fatto quasi azzera l'impiego sul campo di tali unità cinofile super specializzate. "Alcune scuole di pensiero utilizzano resti di animali quale il maiale essendo in arte simile alle cellule dell'uomo o pseudo sostanze chiamate ‘cadaverina’ che riproducono anche in questo caso odori simili ai resti umani - spiega Bernardi-. Il problema è che l'odore della persona evolve nel tempo ed è quindi molto difficile riprodurlo".
E in Italia quindi?
"In realtà - continua l'ispettore dell'Unione montana - le tecniche di condizionamento per addestrare un cane ad abbaiare e scavare lì dove riconosce l'odore sono le stesse e le conosciamo. Seppur con difficoltà la possibilità di addestrare il cane su resti umani si potrebbe fare. Penso all'utilizzo, ad esempio, di capelli o un dente estratto o unghie tagliate. Per la bassa casistica di impiego, però, sono modalità di tipo secondario e con tempi lunghi. Inoltre, il cane sarebbe condizionato solo su un odore specifico, sangue, ossa, tessuti… e non sarebbe in grado di riconoscerne altri”.
Cosa ne pensa dell’intervento a Novellara dei colleghi svizzeri?
"Sicuramente una grande opportunità poter avvalersi della squadra cinofila svizzera - afferma Bernardi-, che ha scelto di specializzarsi a livello di dettaglio infinitesimale". "Vero è - continua - che anche sul piano nazionale abbiamo delle squadre di altissimo livello. Penso ai cani del nostro Esercito impiegati in ambito medico, che riescono a discriminare decine di malattie odorando semplicemente l'urina dei pazienti, come il tumore alla prostata". "La cinofilia italiana - conclude Corrado Bernardi - se ben sostenuta economicamente e con personale altamente preparato non ha nulla da invidiare a nessun altro Paese".