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Reggio Emilia, siglato un patto per la riorganizzazione dei servizi socio-sanitari

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A Reggio Emilia è stato siglato un patto per la riorganizzazione dei servizi socio-sanitari, un settore fortemente provato dalla pandemia. Da qui la necessità di ripensare ad una loro riorganizzazione.

Innanzitutto, più attenzione ai bisogni delle persone fragili attraverso più domiciliarità per consentire agli anziani di vivere in modo indipendente meglio e il più a lungo possibile. Poi, miglior gestione della residenzialità adeguando le strutture per anziani e disabili ad elevati standard di qualità.

Questi due dei punti nodali del patto sugli obiettivi per il futuro dei servizi socio-sanitari che, dopo essere stato approvato nelle scorse settimane dall'Ufficio di presidenza della Conferenza territoriale sociale e sanitaria, è stato sottoscritto ieri pomeriggio in Provincia dal presidente della Ctss Giorgio Zanni, dalla direttrice generale dell'Azienda Usl di Reggio Emilia Cristina Marchesi e da Elena Strozzi (Cgil), Andrea Sirianni (Cisl) e Ferdinando Guidetti (Uil) in rappresentanza delle organizzazioni sindacali.

La firma di ieri arriva dopo numerosi incontri che, a partire dalla piattaforma presentata da Cgil, Cisl e Uil lo scorso autunno insieme alle rispettive organizzazioni pensionati e dipendenti pubblici, sono stati sintetizzati in un documento d’intenti - dal titolo “La salute della comunità nella comunità” - che affronta tutte le tematiche concernenti i servizi socio-sanitari per cittadine e cittadini.

Si partirà nel rafforzamento di una rete che sia realmente integrata a livello distrettuale, che assicuri una precisa e puntuale rispondenza a vecchi e nuovi bisogni della popolazione nei territori dove le persone vivono. Sono stati così definiti numerosi aspetti d’intervento sui quali le parti si sono impegnate ad agire di concerto.

A partire dalla necessità di sperimentare nuove forme di domiciliarità, mettendo in rete tutte le opzioni assistenziali e di supporto presenti nel territorio, le Case della salute, le case di residenza per anziani, che dovranno rispondere a livelli di complessità socio-assistenziale in profonda evoluzione. E innovazioni come le Unità speciali di continuità assistenziale (Usca), sperimentate durante la pandemia per intervenire al domicilio dei pazienti Covid. Nuovi modi di essere presenti che devono essere mantenuti e rafforzati per soddisfare bisogni emergenti.

“Questo documento conferma ancora una volta il prezioso ruolo della Ctss, dimostrato anche nell’emergenza sanitaria, quale luogo di confronto per un’ottimale programmazione delle politiche sociali e sanitarie, per una loro integrazione in una logica di sistema che garantisca prossimità con il territorio e con i cittadini”, commenta il presidente della Provincia di Reggio Emilia e della Ctss, Giorgio Zanni.

“Esprimiamo una valutazione positiva del documento sottoscritto sia rispetto al metodo di confronto adottato sia rispetto al merito dei contenuti concordati - sottolineano Cgil Cisl Uil, unitamente alle rispettive organizzazioni pensionati e dipendenti pubblici - Il protocollo, infatti, è innanzitutto frutto di un metodo partecipativo e collaborativo che da sempre promuoviamo e si fonda sul riconoscimento condiviso del valore del confronto e della negoziazione e rafforza il sistema di relazioni sindacali costruito con la Conferenza territoriale negli ultimi anni. Non si tratta della conclusione di un percorso, ma di una tappa fondamentale che ci vedrà impegnati in un successivo confronto con i distretti socio sanitari dove le nostre proposte dovranno trovare compimento. L'obiettivo a fronte dei tanti cambiamenti e sfide in atto è sempre quello di trovare soluzioni il più possibile inclusive”.