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Rientro in classe, la diffida del Comitato Priorità alla Scuola: “Evitare la Dad”. Domani la conferenza Stato-Regioni

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Evitare la Dad nel rientro a scuola a settembre e contenere la curva dei contagi, partendo dalla regolamentazione del trasporto scolastico. E' ciò che verrò discusso nel Piano Scuola in vista del rientro in presenza a settembre, il quale sarà presentato domani 29 luglio alla Conferenza Stato-Regioni, ma qualcosa già trapela. "A settembre si ripartirà in presenza anche nel caso in cui non potrà essere assicurato il distanziamento", ha affermato il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi, ma sono ancora tanti gli interrogativi. Dagli spazi, all'uso della mascherina, al tracciamento dei contagi in caso di un positivo, all'obbligo delle vaccinazioni per il personale scolastico e studentesco. Ad oggi, l'85% dei docenti risulta vaccinato e non sembra esserci ancora l'intenzione di renderlo obbligatorio, ma solo "fortemente consigliato". Per quanto riguarda gli studenti, invece, all'appello mancano 8 milioni di ragazzi e ragazze che non riusciranno, anche volendo, a vaccinarsi con entrambe le dosi prima dell'inizio dell'anno scolastico.

La sensazione di tanti professori, presidi e genitori è quella di essere lasciati, da due anni a questa parte, nella più totale incertezza e confusione. "Mancano meno di due mesi all’inizio del nuovo anno scolastico, eppure, dopo ben un anno e mezzo dall’inizio della pandemia, incombe la più totale incertezza e confusione sulle possibili modalità di avvio delle attività per il prossimo anno", si legge nella diffida che il Comitato Priorità alla Scuola ha inviato al Premier Draghi, al presidente della Regione Bonaccini e al dirigente Ufficio scolastico regionale per l’Emilia Romagna.

Così si legge nella diffida

Le sottoscrittrici e i sottoscrittori della presente diffida sono genitori o parenti di studenti delle scuole primarie e secondarie dell’Emilia Romagna, preoccupati per il prossimo anno scolastico 2021/2022.

Ad oggi sono ignote le regole di precauzione che saranno prescritte da settembre negli istituti scolastici. Assordante in proposito è il silenzio da parte di chi è istituzionalmente responsabile, in sede nazionale e regionale.

Non risulta che i referenti e i responsabili del corretto e proficuo svolgimento dell’attività scolastica – in sede nazionale, regionale ed ora anche locale – si stiano organizzando per affrontare i diversi scenari che da settembre potrebbero presentarsi. Nulla si sta approntando per la ipotesi – tutt’altro che remota e di fatto già paventata e esternata da taluni - che la regola del distanziamento resti operativa. Invece di individuare ulteriori spazi scolastici di cui ci potrebbe essere necessità, si assiste a clamorose riduzioni di questi, come sta ad esempio avvenendo a Bologna, a causa del venir meno della disponibilità dei locali della Fiera: con effetti del tutto insostenibili per gli Istituti che nell’anno scolastico 2020/2021 ne hanno fruito.

Un’inaccettabile e colpevole insufficienza rispetto a quanto disposto per lo scorso anno scolastico emerge pure a proposito delle risorse finanziarie e materiali, così come del personale a disposizione degli Istituti scolastici. Nonostante i fasti retorici del PNRR e le sue vantate opportunità.

Né si sta predisponendo la regolamentazione della quarantena, che non costringa tutti gli studenti della classe agli “arresti domiciliari” o che non risulti discriminatoriamente affidata alla discrezionalità sanitaria o scolastica.

Le uniche iniziative proposte – per la verità, solamente in sede mediatica – attengono esclusivamente all’obbligo o comunque alla forte promozione della vaccinazione, anche per i minori. Eppure è evidente che sarà impossibile vaccinare tutti gli studenti di qui al prossimo mese di settembre. A prescindere dai dibattiti, diffusi in tutta Europa, sia sulla non opportunità di somministrare il vaccino in questa fascia di età sia sulla legittimità della obbligatorietà vaccinale.

Allora, di nuovo, ci troviamo di fronte a mere enunciazioni. O, peggio, ad operazioni volte a distrarre l’attenzione dalla reale gestione dei problemi o a “scaricare” le responsabilità istituzionali sul colpevole di turno (ora i genitori dei minorenni).

Nel frattempo la Dad, la didattica a distanza, resta il grande e comodo “convitato di pietra”, la soluzione cui pochi si riferiscono esplicitamente, ma su cui molti confidano in cuor loro, invece di provare a affrontare e superare i problemi organizzativi scolastici.

Ebbene, il diritto alla scuola è stato sacrificato per un anno e mezzo in questo Paese e si protrae di fatto da due anni scolastici: più di quanto avvenuto in qualunque altro Paese europeo.

La didattica a distanza ha provocato enormi danni a ragazze e ragazzi, alle loro competenze (come mostrano i disastrosi dati Invalsi appena pubblicati) ed al loro equilibrio psico-fisico (altro elemento ormai accertato, che tuttavia si preferisce ignorare). Per non parlare degli abbandoni scolastici: da moltissimi anni l’Italia è tra le maglie nere in Europa: recentemente due indagini (Sant’Egidio e Ipsos) hanno aggiornato il dato alle conseguenze della pandemia, stimando la perdita di oltre 200 mila bambini e ragazzi tra settembre 2020 e gennaio 2021. Con il conseguente arruolamento di molti adolescenti nelle file della criminalità organizzata, costatato nei non pochi territori nazionali con grandi problemi e disagi.

A fronte di questi scenari, visibili già da tempo, ma irresponsabilmente ignorati, la sottovalutazione da parte della governance nazionale, regionale e locale, è stata ed è imbarazzante, oltre che inaccettabile e colpevole.

Pertanto, le sottoscrittrici ed i sottoscrittori, formalmente diffidano i destinatari della presente:

  • a non riproporre negli istituti scolastici, per l’anno scolastico 2021-2022, la didattica a distanza come modalità di gestione delle lezioni;
  • ad apprestare tempestivamente tutti gli strumenti organizzativi necessari, quanto all'individuazione e predisposizione degli spazi scolastici; all’adeguamento dei trasporti; al tracciamento e alle prestazioni sanitarie; ad ogni ulteriore profilo connesso per il corretto inizio e svolgimento dell’attività scolastica, nell’anno 2021-2022, anche e soprattutto qualora resti ferma la regola del distanziamento;
  • in generale a non posporre, come finora sistematicamente avvenuto, i bisogni e gli interessi degli studenti a quelli di tutti gli altri cittadini, lavoratori e non, di questo Paese.

Il comitato Priorità alla Scuola sarà in piazza a manifestare lunedì 2o settembre

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