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Fabio Ruffini nel comitato d’indirizzo della Bonifica Emilia Centrale

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“Sono onorato di questa nomina e ringrazio il consiglio dell’Emilia Centrale per la fiducia accordatami, pur essendo molto rammaricato per il tragico destino dell’amico Pattacini che si è fatto molto apprezzare in questo ruolo. Cercherò quindi di fare davvero del mio meglio per onorare la sua memoria, mettendo a servizio dell’ente la mia professionalità, contribuendo all’importante funzione che la bonifica esercita per la difesa e lo sviluppo del territorio gestito”.

Così il sindaco di Vetto, Fabio Ruffini, dopo la sua nomina nel comitato d’indirizzo della Bonifica Emilia Centrale, avvenuta nel corso dell’ultima seduta del consiglio di amministrazione del consorzio, tenutasi nel pomeriggio di ieri, subentrando, di fatto, ruolo e funzione all'imprenditore Tiziano Pattacini, prematuramente scomparso nei giorni scorsi.

Geometra e tecnico esperto del Comune di Carpineti, Ruffini ha seguito in modo approfondito –sia professionalmente che come primo cittadino di un comune importante come Vetto – il percorso delle aree interne della provincia Reggiana, conoscendo in modo dettagliato le peculiarità di ogni area e con particolare attenzione alla zona collinare e montana.

“L'ingresso di Fabio Ruffini nel nostro Comitato – ha sottolineato il presidente Bonvicini – rappresenta un valore aggiunto per l’ente in termini di conoscenza del comprensorio e delle materie di pianificazione urbanistica ed edilizia, oltre che delle problematiche del nostro crinale che ha sempre necessità di manutenzione mirata”.

 

2 COMMENTS

  1. Penso che dispetto più grande a Franzini non poteva essere fatto, avere nel comitato d’indirizzo del Consorzio di Bonifica chi votò contro il progetto marcello della diga di Vetto, significa dare il colpo di grazia a chi nutriva ancora una speranza che la ripresa di questi lavori poteva cambierebbe l’economia di Vetto, della Valle dell’Enza e di tutta la montagna. Ora gli ordini sono che a Vetto va fatto un laghetto per i pesci gatto, per le lontre e per le Sardine e sicuramente per questa pozzanghera estiva saranno tutti favorevoli. Franzini non se la prenda, si rassegni.

    Sergio

    • Firma - Sergio
  2. Egr. Sig. Sergio, la ringrazio del pensiero; un vecchio detto dice: il tempo è galantuomo. Provi a pensare quale ricchezza avrebbe portato la Diga di Vetto in questi 32 anni in termini di lavoro, energia, acqua, turismo, clima, ecc. una ricchezza inimmaginabile, a Caldonazzo dopo la realizzazione della diga è sorto un nuovo paese lungo le rive del lago, lo stesso sta succedendo al Bilancino e a Montedoglio dopo la realizzazione delle due dighe; lo stesso sarebbe successo a Vetto. C’è bisogno di energia pulita, il costo dell’energia andrà alle stelle, quella prodotta da fossili va abbandonata, c’è bisogno di acqua, tra non molto saremo 10 miliardi di persone sulla terra e già ora sono in corso più di 500 guerre per spartirsi o accaparrarsi le acque (vedi internet), sul nostro Appennino c’è bisogno di lavoro per ripopolare queste terre, a Ventasso nel mese di novembre sono morte 9 persone, nessun nato e nessun matrimonio; ci sarebbero mille cose da dire, ma aggiungo solo questa: gli Amministratori di queste terre queste cose non le vedono?, o ubbidiscono solo ai partiti o alle ideologie. Proporre un piccolo invaso, quando la diga di Vetto è già un piccolo invaso, sarebbe il danno dopo la beffa, a parte che un invaso più piccolo di quello di progetto chiunque abbia un po’ di buon senso capirebbe che andrebbe fatto alla stretta delle Gazze e non alla stretta di Vetto, sacrificare la Stretta di Vetto per un invaso da 27 Milioni sarebbe frutto solo di una cattiveria estrema, un danno incalcolabile per le generazioni future; ma visto che al peggio non c’è limite, ci possiamo aspettare anche questa. Lino Franzini

    Franzini Lino

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