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Soccorso Alpino interviene sul Ventasso per quattro “escursionisti” non attrezzati

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Brutta avventura per quattro ragazzi di 20 anni residenti a Reggio Emilia che nel pomeriggio di domenica 5 dicembre sono andati a fare una passeggiata nella zona del M.te Ventasso.

Erano molto poco attrezzati, nessuno di loro aveva ramponi e piccozza, nessuno di loro aveva abbigliamento idoneo, calzature comprese.

Hanno deciso di raggiungere il Lago Calamone, nonostante molti tratti del sentiero fossero innevati e con il calar del sole la temperatura ha raggiunto i -7 con conseguente formazione di un insidioso strato di ghiaccio.

Ciononostante hanno proseguito nella loro escursione fino alla cima del M.te Ventasso.

Giunti nei pressi della croce, decidono di scendere verso valle, ma scelgono il sentiero dalla parte opposta del monte.

Si tratta di un tracciato che anche in estate è molto più insidioso perchè caratterizzato da salti e da roccette.

Giunti in un tratto abbastanza ripido,  privi di ramponi, dopo alcune scivolate hanno deciso di fermarsi e chiedere aiuto telefonando al 112. Erano circa le 17.20.

La richiesta di aiuto viene ricevuta dalla Sala Operativa del Comando di Compagnia di Castelnovo ne' Monti, che attiva immediatamente il Soccorso Alpino e Speleologico stazione M.te Cusna.

La squadra composta da tecnici e da un medico riesce a raggiungere i quattro escursionisti. Vengono tutti dotati di ramponi e accompagnati in un luogo sicuro e caldo, la Locanda Calamone.

Dopo valutazione fatta dal medico del CNSAS per uno di loro, che presentava già segni di assideramento ai piedi, è stato richiesto l’invio di un ambulanza che ha poi provveduto ad accompagnarlo all’ospedale di Castelnovo.

3 COMMENTS

  1. Tutto é bene ció che finisce bene… Anche questa volta… Finite le smancerie di rito, parliamo di cose serie. Ennesimo rischio corso per i soccorritori che a causa di un “branco” di irresponsabili sono dovuti intervenire. Si, sono volontari, si, fanno soccorso alpino, si, lo scelgono loro…. Ma come è già successo rischiano la loro vita.. cosa aspettiamo a far si che questi scriteriati che si avventurano senza un minimo pensiero del rischio vengano multati?? Ci vuole un minimo deterrente che possa mettere timore nell’affrontare certi rischi. Hai le dotazioni, conosci i sentieri? Bene, altrimenti vai a passeggiare lungo le rive del secchia… Nel pari e senza mettere in pericolo la vita altrui. Non so quanti apprezzeranno quello che scrivo, ma spero che chi può far qualcosa, lo faccia. Grazie.

    F. R.

    • Firma - F. R.
    • Io sicuramente apprezzo quello che Lei ha scritto. Portare in salvo le persone, anche le più sprovvedute e incoscienti, è un dovere ma è altrettanto dovere e obbligo da parte di queste rimborsare tutte, e dico tutte, le spese sostenute per il salvataggio (che non sono poche). Io aggiungerei anche una sanzione. Credo che dopo alcuni casi, in molti comincerebbero ad usare il cervello.

      (Paola Bizzarri)

      Paola Bizzarri

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  2. Si ripropone ancora una volta il problema ripetutamente trattato su queste pagine, anche se in questo caso, sto solo facendo semplici ipotesi, possono aver forse giocato l’inesperienza e una scarsa dimestichezza con la montagna, in ragione dell’età, unite semmai ad un po’ di “impulsività” giovanile, il tutto a fornire una qualche “attenuante” – diversamente da quando gli interessati sono più avanti negli anni, e dovrebbero quindi agire con maggior prudenza – ma penso anch’io che qualcosa andrebbe fatto, giustappunto per scoraggiare comportamenti di questo genere, con tutte le relative conseguenze, partendo casomai con gradualità, e in via sperimentale.

    P.B. 08.12.2021

    P.B.

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