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Cicogne: “40 milioni per il Mire di Reggio e il punto nascite del Sant’Anna rimane chiuso”

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Mercoledì 8 dicembre, giorno dell'Immacolata, il comitato Salviamo le Cicogne ha portato un fiore al reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale Sant’Anna di Castelnovo ne’ Monti, assieme ad alcuni amici.

"Non c’erano autorità per l’occasione, ma solo una infermiera di un reparto senza più degenti che ha accolto commossa il fiore e i disegni fatti dai bambini - si legge nel comunicato delle Cicogne -. Tutta un’altra storia questa del punto nascita di montagna chiuso dalla Regione, rispetto alla posa del primo mattone di qualche giorno fa per la costruzione del Mire, ovvero un analogo reparto del capoluogo reggiano che, accorpato a pediatria, diventa un enorme ospedale dal costo di oltre 40 milioni di euro, finanziato quasi totalmente dal contributo pubblico regionale.
Per quell’occasione si sono riunite le personalità più importanti del capoluogo, alla presenza delle autorità locali e regionali, oltre alla dirigenza sanitaria".

"Il confronto fra queste due situazioni è l’emblema di una comunità di montagna che muore ogni giorno di più nell’indifferenza e nella dimenticanza, alla deriva dei progetti di sviluppo indispensabili per non esaurirsi - continuano -. Quel piccolo fiore della speranza deposto all’ingresso di un reparto svuotato e chiuso all’assistenza
al parto, vuole essere un monito e una speranza, un grido di allarme affinché chi ha avuto il potere di chiudere il punto nascita ora usi lo stesso potere per riaprirlo, mantenendo la parola data di pentimento e l’impegno assunto assieme al Ministro Speranza ormai già due anni fa".

"Un altro primo mattone va posato qui a Castelnovo - conclude il Comitato -, quello della riapertura del punto nascita al Sant’Anna, la riapertura del servizio di assistenza al parto per offrire sicurezza e conforto alle donne e ai nascituri in un territorio aspro e difficile da percorrere, utile a evitare il rischio di morte della mamma o il parto in situazioni di degrado, come troppe volte ormai succede nel tragitto in ambulanza. Non possono esistere opulenze e deserti nella stessa comunità civile, lo stabilisce la Costituzione e lo richiede l’idea stessa di comunità solidale".