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Quirinale, Pignedoli: “I partiti siano responsabili”

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E' iniziata stamane alle 11 la quarta giornata elettorale, dove basteranno 505 voti per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica e cioè la metà più uno. La situazione potrebbe quindi sbloccarsi e se così non fosse le votazioni proseguiranno nei prossimi giorni.

Foto da Il Riformista

In vista di una possibile svolta abbiamo intervistato l'ex senatrice Leana Pignedoli, originaria di Castelnovo e ora in pensione. Pignedoli è stata eletta per la prima volta nel 2006 durante la XV legislatura, dove ha fatto parte da subito della Commissione Agricoltura diventandone in seguito la vice presidente. Sebbene ora sia uscita dal mondo della politica, durante il suo mandato ha potuto partecipare a ben tre elezioni presidenziali. La prima nel 2006, quando ha votato per Giorgio Napolitano, riconfermandolo sette anni dopo, poi nel 2015 per Sergio Mattarella. "Sono stati momenti emozionanti - inizia l'ex senatrice -, perché partecipi ad eleggere una figura che deve diventare garante e punto di riferimento di tutto il Paese. Entrambi i presidenti lo sono stati".

Per l'equilibrio e la serietà con cui ha ricoperto la carica, infatti, l'attuale presidente uscente risulta uno dei plausibili candidati, nonostante la sua ferma decisione a non essere rieletto. "Penso sia difficile avere la sua disponibilità anche se successe la stessa cosa con Napolitano - commenta Pignedoli - era molto deciso a non accettare. Vista la difficoltà a sbloccare la situazione, quando i rappresentanti dei partiti sia di sinistra che di destra insieme, gli chiesero una ulteriore disponibilità, alla fine, con grande senso di responsabilità, accettò. Sono state figure di straordinario valore e mi auguro che il prossimo presidente abbia caratteristiche analoghe"

Anche ai tempi della rielezione di Napolitano si faticava a trovare un accordo fra i due blocchi politici e allora come oggi la situazione socio-economica del Paese non era delle più promettenti. "La difficoltà nel trovare un candidato condiviso da tutte le forze politiche c'è sempre stata - continua Pignedoli -, ora però siamo davvero in un tempo eccezionale, la situazione è aggravata dalla pandemia in corso che ha stravolto la vita di tutti. Stiamo assistendo a tensioni crescenti fra Russia e Ucraina. Inoltre la difficoltà a reperire le materie prime e l'aumento del costo di gas ed energia sta mettendo aziende e famiglie in ginocchio".

Una decisione che si spera essere quindi presa in tempi più brevi di quelli che tendenzialmente sfrutta la politica per testare i candidati, esponendoli prima all'opinione pubblica tramite i media e poi discutendone in opportuna sede.  "Si stanno ripetendo gli stessi riti pre elezione - spiega -. Sono stati solo due i presidenti eletti alla prima votazione: Cossiga nel 1985 e Ciampi nel 1999. In genere si arriva alla quarta votazione e oltre. Viste le criticità di questa fase, io credo occorra un eccezionale senso di responsabilità dei partiti. Penso che vadano accantonate tattiche e posizioni di parte e ci si ritrovi ad individuare una personalità che rafforzi il nostro Paese in questo momento difficilissimo, assolutamente inedito".

Questa volta, l'impressione che i grandi elettori ci stiano mettendo troppo tempo a decidere chi dovrà ricoprire il ruolo più importante dello Stato italiano è anche dovuta al rischio di far cadere il governo e dover quindi interrompere il lavoro dei parlamentari. Inoltre, ricordiamo che la scadenza naturale della legislatura è infatti all'inizio del 2023, dove dovrebbe entrare in vigore il referendum sul taglio dei parlamentari che indebolirà alcune forze politiche.

"La mia personale convinzione è che Draghi dovrebbe continuare a guidare il governo - afferma quindi Pignedoli -. È una figura autorevole a livello Europeo, non credo sia facile trovare una personalità analoga che possa permettere di dare continuità al governo in un momento delicatissimo in cui bisogna concentrare tutte le forze per superare la crisi pandemica e quella economica insieme". Allo sesso modo per cui non si può eleggere un candidato troppo di parte (come lo era Berlusconi che infatti si è ritirato), così il rischio di votare l'attuale premier porterebbe il governo a dover formare una nuova coalizione che abbia i voti necessari.

Sulla consuetudine, poi durante le prime votazioni, di giocare con nomi di vari personaggi anche del mondo dello spettacolo, Pignedoli commenta: "Una bruttissima abitudine che svilisce le istituzioni e squalifica la figura del parlamentare. Quando uscivano questi nomi improbabili come Amadeus, Bruno Vespa, il Gabibbo, provavo un senso di vergogna e avvilimento. È la più alta carica dello Stato che stiamo eleggendo. Una delle scelte più significative per un Paese. Non può esserci lo sbeffeggio di questi momenti. Tanto meno oggi".

 

 

8 COMMENTS

  1. Il piu’ grande sbeffeggio,a mio modesto parere ,e’ quello che stanno procurando a tutti i cittadini Italiani,questa orda di Grandi,Piccoli,Piccolissimi elettori.Visto che nella pratica quotidiana del loro mandato,del loro dovere non sanno dare nulla a questo nostro paese impoverito,danno il meglio di se ,in queste occasioni,sotto mille proiettori,trasmissioni a tema,logiche e strategie strazianti e denigratorie verso di noi cittadini.Chiunque di noi svolga un’attivita’,abbia doveri e responsabilita’ nei confronti di terzi,si programma,mette avanti e prevede impegni e lavori da svolgere.Questi ns Politici,gente eletta dal Popolo a rappresentarlo non e’ stata avvisata il gg prima che scadeva mandato del Sig Mattarella,grande persona,lo sapeva da mo’….e allora a cosa avrebbero dovuto pensare nell’ultimo ,diciamo,mese,al nome,al successore,a persona alta e intaccabile sotto ogni punto di vista.Addirittura,e qui cadiamo nel grottesco,dovremmo incensare e lodare il Cavaliere…..per essersi messo da parte,gesto consacrato a grande sacrificio e attaccamento al Paese….Ma scherziamo,no,purtroppo no,a questo arrivano i ns luminari.Buona fortuna,cari concittadini,cari Italiani.

    Luca

    • Firma - Luca
  2. Si sente in giro un coro di voci ed opinioni molto convinte nel ritenere che i Grandi Elettori dovrebbero agire in fretta, nell’eleggere il Capo dello Stato, e sempre in giro c’è chi in ogni “ritardo” o “rinvio” trova motivo per criticare la politica, ed ammiccare semmai all’antipolitica, ma se sul nome destinato al Colle si auspica la più larga convergenza va messo di riflesso in conto che possa occorrere un po’ di tempo per riuscire a raggiungerla (o tentare di farlo).

    Salvo errori di memoria, io non ricordo che nel passato vi fosse la fortissima attenzione oggi riservata a questa alta carica, perché l’interesse era piuttosto rivolto alla figura chiamata a guidare il Belpaese, nel ruolo di Capo del Governo, cioè dell’organismo dotato del potere esecutivo e preposto a prendere le decisioni riguardanti la politica economica, energetica, la sicurezza, ecc …, ossia quanto incide sulla nostra vita quotidiana..

    Se ora le cose sono cambiate, viene da pensare che siamo entrati di fatto nell’idea della Repubblica presidenziale, e se così fosse avrebbe visto giusto chi in questi anni, e pure in epoca meno recente, propendeva per una Riforma costituzionale in tal senso, e riguardo al Cav. – viste le parole di Luca – oltre ad avere tutto il diritto di candidarsi, gli andrebbe quantomeno riconosciuto di essersi esposto per tempo, consentendo di poter fare tutte le considerazioni del caso..

    P.B. 27.01.2022

    P.B.

    • Firma - P.B.
    • Egregio P.B.
      io personalmente, magari sbagliando, propenderei per tralasciare la dietrologia legata alla Repubblica Presidenziale e relative riforme costituzionali.
      Mi focalizzaerei piuttosto sul problema pandemia, e sulla situazione di stallo eccezionale in cui ci troviamo. La percezione è che gli italiani, in questa fase ripeto eccezionale, gradirebbero che i nostri politici chiudessero velocemente questa fase paralizzante per le istituzioni (magari avrebbero potuto iniziare a negoziare un po’ prima, visto che Mattarella non è sparito di colpo e la scadenza del suo madato era già nota), per ricominciare subito a lavorare risolvendo la lista particolarmente lunga di problemi attualmente in essere.

      Andrea

      • Firma - Andrea
  3. Veramente penoso per chi paga le tasse, i loro stipendi e non può eleggerne altri, più dignitosi e competenti, direttamente!
    Onorevoli? Come suggerisce Carofiglio è necessario rigenerare la parola “vergogna” esito della coscienza.
    Resistiamo sempre, come i nostri Grandi predecessori che ci hanno
    conquistato Libertà, diritto al voto e Costituzione.
    Una Donna

    Una Donna

    • Firma - Una Donna
  4. Senatrice Pignedoli dato che la situazione economica per gli italiani non è delle migliori come ribadisce lei stessa, cominci lei a dare un segnale di responsabilità rinunciando al vitalizio che comunque non credo che sia così meritato dato che la sua presenza in politica è passata piuttosto inosservata. Come del resto la quasi totalità dei parlamentari…

    Giovanni

    • Firma - Giovanni
  5. Egregio Andrea,
    credo di non sbagliarmi nel dire che sentiamo parlare ormai da mesi di Presidenza della Repubblica, tanto che, a vedere di qualcuno, ne è stata in qualche modo condizionata, se non distratta, pure l’azione di governo del Paese, a fronte di una situazione che richiedeva invece costante e serrata attenzione – basti il caro energia sommatosi alla pandemia – ma a questo punto, dovendosi tener conto che le larghe intese valevano soltanto per l’Esecutivo, onde affrontare le emergenze del momento, si potevamo anche prevedere tempi non brevi nella scelta dell’inquilino del Colle, salvo il dover prendere atto che le due cose si intrecciano e sovrappongono (un inedito o quasi rispetto al passato).

    Ancora, nelle situazioni di “stallo”, come pare essere giustappunto quella di queste ore o giornate, può essere comodo e vantaggioso restare fermi e chiamarsi fuori, lasciando ad altri di fare la prima mossa col rischio di “restarci in mezzo”, pur se io preferisco la politica che sa anche uscire dai tatticismi e metterci la faccia, e non a caso al tempo dei partiti identitari, quando si votava con le preferenze, i più che entravano in lista sapevano della loro probabile non elezione, ma lo facevano per spirito di servizio e di rappresentanza verso il proprio partito e non si ponevano il problema di “perdere la faccia” (magari per Andrea sarà dietrologia, ma il nostro retroterra “storico” deve pur insegnarci qualcosa).

    In ogni caso io non penso che il senso di responsabilità dei partiti si misuri con l’accelerazione da loro data a questa circostanza, bensì dal saper individuare soluzioni che si addicano ai destini del Belpaese, e a chi nella fattispecie lamenta lungaggini e inconcludenze verrebbe da dire che niente di questo succederebbe se fossero i cittadini ad eleggere direttamente il Presidente della Repubblica, ancorché il ricordarlo possa venir inteso come dietrologia, ma se oggi ci trovassimo in un presidenzialismo di fatto sarebbe forse preferibile averlo adottato per “via maestra”, ossia con apposita riforma costituzionale (a meno che Andrea ritenga che non siamo affatto in clima di presidenzialismo).

    P.B. 28.01.2022

    P.B.

    • Firma - P.B.
  6. Io non so se “il nostro retroterra “storico” deve pur insegnarci qualcosa”, ma so che il “nostro retroterra “storico” non esiste più nella lettura di quanto è accaduto in questa settimana. Comunque la si veda, non si può che constatare i detriti, forse le macerie, di un Paese che è andato a ramengo. Mi auguro davvero che si sia toccato il fondo.

    Giovanni Annigoni

  7. A fronte di chi insisteva sulla tesi di doversi trovare un nome condiviso, io credo che un nome, o una rosa di nomi, doveva pur venir fuori, per uscire dalle astrattezze, e considero pertanto apprezzabile che qualcuno si sia mosso in tal senso, mettendo le “carte sul tavolo”, e affrontando il rischio di sentirsi rispondere con dinieghi, nonché quello di “bruciare” le personalità indicate, anche se io ritengo che una proposta di candidatura al Colle possa essere motivo di orgoglio e soddisfazione, al di là dell’esito.

    Quanto ai detriti, o macerie, cui siamo arrivati, potremmo tentare di auto-correggerci, ma questo a mio avviso può semmai accadere solo dopo aver cercato di comprendere gli errori commessi, guardandoci per l’appunto all’indietro, ossia al nostro retroterra storico, altrimenti non si può che sperare in un taumaturgo, cui affidarsi per “uscire dalla palude”, e non sarebbe il primo ed unico caso, a meno di lasciar fare al destino, consapevoli in tal caso che difficilmente ci accorgiamo quando “si sia toccato il fondo”.

    Io rimango in ogni caso fermo nell’idea o convinzione che, in linea generale, e ancor più in situazioni emergenziali, come si configura quella attuale, l’attenzione maggiore del Paese dovrebbe rivolgersi al Primo Ministro, quale figura che guida l’Esecutivo, ossia il soggetto istituzionale preposto alle scelte destinate ad incidere sul nostro quotidiano, e mi auguro che si ritorni quanto prima a tale sentire comune, diversamente varrebbe forse la pena di riprendere il tema della Repubblica Presidenziale.

    P.B. 29.01.2022

    P.B.

    • Firma - P.B.