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“A mia madre” – poesia di Alberto Bottazzi

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Non ho scordato la tovaglia a quadri bianco-rossi, le tendine di pizzo ai vetri della piccola stanza con i mobili belli lucidati d’amore e sacrificio, il tuo grembiule a righe sempre pasticciato di cose buone e buoni propositi.

Non ho scordato i tuoi occhi di madre premurosa, la tua infinita pazienza,

le torte di mele asprigne a cuocere nel forno della stufa economica, una leccornia dell'autunno… nel nostro campo incolto il melo era un trionfo.

Non ho scordato i tre gradini che saltavo con un balzo fra le tue braccia, la spilla argentata del pavone che tenevi puntata sulla camicetta, il tuo lustro di signora per la domenica mattina sulle panche della chiesetta del paese.

Non ho scordato il tuo addormentarti, stanca, sul divano davanti alla televisione che non c'era, quel tuo riposare dolce e composto da donna saggia, regina del focolare… in te vedevo protezione, sicurezza, sostegno.

Non ho scordato il tuo grande dolore quando papà se ne andato in cielo, i tuoi occhi gonfi di lacrime… lacrime che non trovavano sfogo alcuno, pietrificate su un volto solcato dalla sofferenza... velato di preghiera.

10 COMMENTS

  1. Una fotografia perfetta! I profumi di casa, i giorni di festa, la chiesetta, il pranzo e il vestito della domenica. Visi stanchi ma sereni. Mamme sagge, forti, mamme umili ma eleganti. La cura dei particolari :una spilla, un foulard, un fermacapelli. Ricordi dolcissimi, una piacevole nostalgia, il dolore ancora vivo per la perdita del compagno di vita. Poi, ancora, la nostra spensieratezza, la gioia e l’amore in un abbraccio caldo e protettivo!
    Grazie.
    Marcella

    Marcella

    • Firma - Marcella